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The boys (Stagione 1) - Teste di Serie

Pubblicato il 22 agosto 2019 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


The boys (Stagione 1) - Teste di Serie

«Siete voi i veri eroi!»
(Patriota)

Quei cattivi ragazzi

Patriota, Queen Maeve, A-Train, Abisso, Black Noir, Translucent e Starlight. Sono “I Sette”. I sette supereroi più forti del pianeta, idolatrati dalle masse, beniamini di grandi e piccini, sgargianti, perfetti, invincibili. Purtroppo nessuno sospetta che si tratti di individui creati in laboratorio, dotati di poteri conferitigli da un siero misterioso sviluppato dalla Vought, una corporazione potentissima e spietata, finalizzata all’ottimizzazione del brand dei Sette, impaziente di estendere il proprio dominio perfino tra i ranghi del governo e dell’esercito statunitense; nessuno sospetta che Patriota e i suoi compagni d’arme sono, in realtà, individui poco affidabili, meschini e più falsi dei sorrisi di ceramica dei grandi capi della Vought. Nessuno...tranne l’ex poliziotto Billy Butcher (un Karl Urban arrogante e travolgente), che ha un salatissimo conto aperto con l’intoccabile Patriota (la malvagia e perfetta simbiosi tra Superman e Capitan America, a cui da fisicità e mascellone Antony Starr) e brama vendetta; sarà Butcher a metter su una squadra un pò sconclusionata di persone normali, per dar la caccia ai Sette e sventare ogni piano della Vought: con lui l’innocente Hugh “Hughie” Campbell (Jack Quaid), esperto di “aggeggi elettronici”, Frenchie (Tomer Kapon), uno che se la spassa vendendo armi e lavorando a composti chimici ad alta pericolosità e Marvin/Latte Materno (Laz Alonso), uno che é abituato a vedersela con gente poco per bene e avere molti contatti.

La serie ideata per il piccolo schermo da Eric Kripke e tratta in maniera ineccepibilmente (quasi del tutto) fedele al graphic novel di Garth Ennis (Preacher, Punisher e così tante altre meraviglie del fumetto americano indipendente e non che solo la metà basterebbero per considerarlo alla stregua di altri colleghi-mostri sacri) e Darick Robertson si concentra in meno di un giro d’orologio non tanto sulle azioni meravigliose del gruppo di “super” presenti o su crisi intime o esistenzialiste di questi, ma si getta a capofitto nell’illustrare e, sì, sbeffeggiare nemmeno tanto velatamente l’impatto mediatico/commerciale/sociale che i supereroi instaurano con la gente comune, con coloro che, a colpi di gadget, comparsate, cinecomics e chi più ne ha, più ne metta, smuovono il mondo stesso di questi supereroi cannibali e cannibalizzati a loro volta dall’insormontabile impero lobbistico della Vaught.

Supereroi prigionieri di loro stessi, per un popolo prigioniero nell’ombra dei supereroi: ecco come The boys strumentalizza come meglio non potrebbe lo spinoso (quanto naturale) fenomeno di massa della mitizzazione individuale, ridicolizzandolo alla stregua di un effimero lavaggio globale del cervello. Per fortuna che c’é chi, come Butcher e i suoi sodali, non abbocca alle pallettate messe in scena della Vought e dei suoi bambini invincibili e, grazie a questa frapposizione ideologica, The boys assimila con efficacia una struttura narrativa votata a un realismo nudo e crudo, violento e a tratti demenziale, mai prendendosi troppo sul serio, ma facendo sul serio quando le esigenze di trama lo richiedono: violenza, perversioni e bugie sono gli ingranaggi essenziali di questa prima stagione esplosiva, che proprio nel finale rinvigorisce e spiazza lo spettatore, cancellando dalla faccia della televisione tutti quei cliché abusati e qui montati ad arte per disorientare, in vista dell’autentica e cinica rivelazione finale.

Ennis, Robertson e ora Kripke dimostrano di aver compreso e di essere in grado di fondere spunti essenziali della poetica fumettistica di Alan Moore, Frank Miller e Grant Morrison, rigurgitando – in puro stile Ennis, va detto – un prodotto crudele quanto provocatorio, votato all’artificio – sempre il finale, che risucchia ogni tentativo di infierire sugli argomenti proposti nell’arco degli otto episodi -, provocando un’effetto contrario su quella stessa analisi sociale descritta poc’anzi: quanto in la può spingersi un individuo come Butcher, traviato dall’euforia di massa per i “super” e dai pregiudizi senza solidi fondamenti in merito alle azioni degli stessi? The boys ci apre le porte sul suo – e sul nostro – mondo, caotico e fasullo, in attesa di una seconda stagione che avrà il dovere di consacrarla a miglior serie sui supereroi dei nostri tempi.


(The boys); genere: drammatico, cinecomics; showrunner: Eric Kripke; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Dominique McElligott, Jessie Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Kapon, Karen Fukuhara, Nathan Mitchell, Elisabeth Shue, Simon Pegg, Jennifer Esposito, Alex Hassell, Shantel VanSanten, Brittany Allen; produzione: Sony Pictures Television, Amazon Studios, Point Grey Pictures, Original Film; network: Amazon Prime Video (U.S.A., 26 luglio 2019), Amazon Prime Video (Italia, 26 luglio 2019); origine: U.S.A., 2019; durata: 45’ per episodio; episodio cult prima stagione: 1x08 - You found me (1x08 - La resa dei conti)


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