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The crown (Stagione 3) - Teste di Serie

Pubblicato il 16 dicembre 2019 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


The crown (Stagione 3) - Teste di Serie

«Lontano dagli occhi, lontano dal cuore»
(Elisabetta II)

Lontano dalla corona

Buckingham Palace si rifà il look. Ma la sostanza non cambia, perché la famiglia reale a cui fa capo la regina Elisabetta II è ancora alle prese con vari tumulti interni, dal difficile rapporto coniugale tra la principessa Margaret e suo marito Antony Armstrong-Jones, alle incomprensioni da guerra fredda tra la regina e suo figlio Carlo, senza tralasciare una situazione socio-economica del Regno Unito a dir poco turbolenta. Ma, nonostante un restyling corposo del cast – Olivia Colman che prende il posto di Claire Foy nel ruolo della regina; Tobias Menzies quello di Matt Smith come principe Filippo; Helena Bonham Carter nei panni della principessa Margaret, dopo le performance di Vanessa Kirby -, la terza stagione di The crown ha il gran merito di mantenere quegli standard qualitativi di messa in scena che nel corso degli anni precedenti hanno saputo fare incetta di fan affezionati.

Perché se nel corso della prima stagione lo show creato da Peter Morgan si era focalizzato maggiormente sulla ricostruzione storica dell’ascesa della giovane Elisabetta nelle vesti regali di regina, nella seconda stagione lo showrunner ha osato con successo spolpare le macchinazioni del potere logoro del trono, delineando tutti gli intricati intrecci intessuti in special modo in politica estera; stavolta, Morgan ritorna “alle origini”, non provando ad accantonare la storia – di dramma ce n’è fin troppo -, ma cucendo sui vestiti di seta e sui merletti, sui volti non più giovani dei protagonisti e tirati da fatiche sentimentali, più che materiali, pathos e conflitti intimi e personali, aggrovigliati attorno a due epicentri di fondamentale importanza per lo sviluppo della narrazione: la rinnovata insoddisfazione della principessa Margaret (a dir poco sorprendente la vulcanica interpretazione della Carter!) e le temporalesche derive umorali del principe Carlo (a cui presta volto e movenze al tempo stesso dolci e sibilline un favoloso Josh O’Connor).

Questo perché sia la principessa Margaret, che il principe Carlo si identificano e combaciano alla perfezione con i difetti più acuti e nascosti derivati dal potere régio in mano a Elisabetta II: la regina non è solo l’epicentro simbolico e quasi inafferrabile – pochissime le sue comparsate in pubblico – di uno status politico e sociale considerato al di sopra di ogni semplicistico giudizio di valore ma, soprattutto, un individuo quasi ideale, che attira a sé e risucchia come un vortice insaziabile le emozioni e le inibizioni di membri della famiglia reale a lei più vicini; esserle affianco vuol dire mettere completamente da parte sé stessi per salvaguardare l’immagine e il benessere del lignaggio a cui gli occupanti di Buckingham Palace sono indissolubilmente legati.

Con la maestria degna dei migliori drammaturghi, Morgan tratteggia gli “umani” Margaret e Carlo in tutta la loro incapacità di essere asserviti a un preciso e rigido ruolo gerarchico; entrambi non sono altro che le pieghe da camuffare di un abito perfettamente tenuto. Ma é proprio questa veste che, a quanto lo showrunner vuole dirci, il popolo britannico predilige osservare con rinnovato interesse e stupore: se le imprevedibili messinscene di Margaret aiutano la corona a distendere i rapporti addirittura con lo scorbutico presidente americano Lyndon Johnson (interpretato da un Clancy Brown orchesco), senza trovare la piena approvazione della sorella Elisabetta, lo spirito artistico e sognatore di un giovane Carlo convinto di essere repentinamente esiliato ai margini della famiglia per la sua inclinazione a non voler prestare anima e corpo ai doveri che il suo ruolo gli imporrebbe, l’occhio della macchina da presa stimola la catarsi, che é poi dello spettatore, con prolungati primi piani immersivi.
E questa contrapposizione tra la fredda essenza del potere che appare agli occhi del popolo e una parvenza di calore e umanità che si nascondono dietro l’opulenza del governo inglese, mettono alla berlina non tanto le idiosincrasie delle istituzioni in sé, ma l’innaturale convivenza di individui per lo più àtoni e distaccati dal popolo su cui regnano. Margaret e Carlo – specialmente in contrasto con la regina Elisabetta II e il principe Filippo – sono gli strumenti nelle mani di Morgan per sbugiardare l’attaccamento e l’immacolata intoccabilità dei reali nei confronti del popolo e viceversa.

Insomma, nuovo look per Buckingham Palace, ma stesso vecchio e consunto potere di sempre.


(The crown); genere: biografico, storico, drammatico; showrunner: Peter Morgan; stagioni: 3 (in attesa di rinnovo); episodi terza stagione: 10; interpreti: Olivia Colman, Tobias Menzies, Helena Bonham Carter, Marion Bailey, Ben Daniels, Jason Watkins, Josh O’Connor, Emerald Fennell, Clancy Brown; produzione: Left Bank Pictures, Sony Pictures Television Production UK; network: Netflix (U.S.A., 17 novembre 2019), Netflix (Italia, 17 novembre 2019); origine: U.S.A., 2019; durata: 60’ per episodio; episodio cult terza stagione: 3x06 - Tywysog Cymru (3x06 - Tywysog Cymru)


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