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The Elevator

Pubblicato il 4 novembre 2013 da Sabrina Mascellari
VOTO:


The Elevator

L’ascensore e il cinema sono sempre andati d’accordo: la sottile scatola di latta dentro un pozzo, tormento dei claustrofobici come il professor Robert Langdon de Il codice da Vinci, ha spesso affascinato sceneggiatori, registi e scenografi. Sarà perchè è un luogo che costringe ad un’intimità forzata e può generare disagio, tensione, fugaci momenti di riflessione, perché è un mezzo di transito misterioso in cui non si sa mai chi c’è al di là di una porta che si apre e si chiude, o semplicemente perché è una location “fotogenica”, suggestiva e metaforica, ma l’elenco dei film in cui è presente una scena ambientata in ascensore è notevole e contempla tutti i generi cinematografici. Nell’horror anni ‘80 L’ascensore, il lift assurge persino a protagonista del racconto, mentre nel celebre noir di Malle, Ascensore per il patibolo, rappresenta l’elemento narrativo attraverso il quale la storia ha un punto di snodo determinante, fino a diventare luogo privilegiato in cui si svolge interamente l’azione in pellicole come Quelle strane occasioni o il più recente Devil. Sfogliando ancora le pagine della cinematografia si trovano ascensori memorabili, come quello insaguinato di Shining nelle spaventose visioni del piccolo Danny o quello che conduce all’inferno il dannato Harry di Angel Heart, ma anche quello di cristallo della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka; e memorabili scene che hanno per teatro l’ascensore: il macabro epilogo di Profondo rosso, la cruenta sparatoria in The Departed e l’esilarante ritrovamento di un cadavere in Misterioso omicidio a Manhattan.

L’elenco potrebbe ancora “salire” ma ci fermiamo al piano di Greg Glienna, l’autore del soggetto dei film Ti presento i miei (2000) e Cose da maschi (2003) e regista di Relative Strangers - Aiuto! Sono arrivati i miei (2006), che scrive, dirige e interpreta il cortometraggio The Elevator il cui titolo esplicita chiaramente l’ambientazione. Il plot è molto semplice: un giovane signore dall’aspetto molto curato prende un ascensore in un moderno edificio non meglio definito. Non è dato sapere chi è, cosa fa e dove si sta recando: forse si trova in una struttura sanitaria o in una clinica visto che l’ascensore in salita ad ogni piano si popola di passeggeri oversize, presumibilmente in cura presso il centro. In pochi secondi lo spazio vitale si riduce e l’esile protagonista si ritrova compresso dall’enorme mole dei numerosi visitatori. Preoccupato dal fatto che la cabina possa non reggere il peso extra e bloccarsi o precipitare rovinosamente, all’ingresso dell’ennesimo passante in sovrappeso, decide di abbandonare l’ascensore per salire su un altro e, sicuro di aver evitato un immininente pericolo e una circostanza sgradevole, si avvia verso una situazione dagli esiti imprevedibili. Karma e contrappasso aleggiano intorno al protagonista di The Elevator ma solo come pretesti per ottenere un effetto umoristico, unico e vero scopo del cortometraggio di Glienna la cui durata di tre minuti corrisponde a quella possibile e reale di un viaggio in ascensore. Illuminato da una fotografia nitida e contrastata che conferisce al racconto vivacità nel modo caratteristico delle commedie americane, The Elevator fa pensare a uno sketch stile Mr. Bean, solo che, a scandire i tempi comici del racconto, non ci sono le risate registrate ma le note del celebre motivo di Un homme et une femme interrotto, in uno dei passaggi più divertenti, da quelle altrettanto celebri de Lo squalo.

L’ascensore dunque si conferma ancora una volta come luogo cinematografico adatto a raccontare una storia e il corto di Glienna potrebbe contenere in chiave ironica lo stesso implorante monito della locandina dell’horror di Dick Maas: “Le scale … Le scale … Per amor di Dio usate le scale”.

Tweeting: Un viaggio in ascensore di tre minuti di comicità per un cortometraggio-sketch sugli imprevisti di chi lascia una via vecchia per una nuova.

Where to: Su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=Q-TQQE1y68c


(The Elevator); Regia: Greg Glienna; sceneggiatura: Greg Glienna; interpreti: Greg Glienna; fotografia: Jeremy Applebaum; scenografia: Martha Mendez; suono: Al Delgado; produzione: Len Austrevich e Jackson Terhorst; origine: Stati Uniti, 2010; durata: 3’,38’’


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