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The Lady - Conferenza stampa

Pubblicato il 28 ottobre 2011 da Antonio Valerio Spera


The Lady - Conferenza stampa

Film di apertura della sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, The Lady di Luc Besson è il biopic del premio Nobel della pace Aung San Suu Kyi, leader del Partito Nazionale per la Democrazia della Birmania, costretta per quindici anni all’isolamento e agli arresti domiciliari dalla dittatura militare del suo paese. Nella capitale, a presentare la pellicola, sono arrivati il regista Luc Besson, la produttrice Virginie Besson-Silla e gli straordinari interpreti Michelle Yeoh e David Thewlis.

Come avete fatto a realizzare un film biografico su dei personaggi contemporanei che non avete potuto incontrare?

Luc Besson: La grande difficoltà risiedeva nel garantire l’assoluto rispetto per una persona ancora viva e che non ho potuto incontrare. Da parte mia c’era l’esigenza di rispettare questa donna. L’abbiamo fatto per lei e per il suo popolo. Volevamo darle sostegno. E’ stato terribile fare un film su una persona che non avevamo conosciuto. Per questo abbiamo cercato di rispettare la verità. Abbiamo inoltre deciso di usare una mano molto sobria. Non volevo essere sopra le righe, e la situazione si è resa più facile grazie agli straordinari attori, Michelle e David, e a una produttrice straordinaria.

Era affascinato dalla dimensione politica del film?

L.B.: A me interessava l’aspetto umano. Gli aspetti politici sono sullo sfondo, non mi sono concentrato su di essi. Mi interessava la dimensione umana, attraverso la storia tutti noi possiamo imparare qualcosa. Abbiamo voluto raccontare una grande storia d’amore dimostrando che, al contrario del solito modo di dire, dietro ogni grande donna c’è un grande uomo.

Nel raccontare la storia di Suu Kyi avete approfondito l’aspetto della non violenza…

L.B.:La non violenza è l’aspetto più importante del film. In Nord Africa la libertà è stata raggiunta con spargimento di sangue. Qui abbiamo voluto raccontare l’esempio di una lotta non violenta per raggiungere la democrazia. Mi auguro che Aung San Suu Kyi possa diventare presto primo ministro del suo paese.

Besson, perché ha deciso di intraprendere questo progetto?

L.B.: Amo la libertà di scegliere che film fare. A volte ho idee per film che posso produrre e sceneggiare ma non dirigere, perché sono convinto che siano giovani registi che possano garantire risultati nettamente migliori. Quando Michelle è arrivata da me con la sceneggiatura mi ha detto: "immagino non sarai libero per girarlo"... Infatti non lo ero. Poi però ho letto la sceneggiatura e ho deciso di cancellare tutti i miei impegni per i successivi 18 mesi. Non volevo che qualcun altro facesse questo film rovinandolo, è stata una cosa viscerale.

Michelle Yeoh, com’è stato interpretare questo personaggio straordinario?

Michelle Yeoh: Interpretare questa figura è stato un impegno enorme. Non dovevo imitare questa donna, dovevo interpretare i suoi principi e i suoi ideali. Luc mi ha detto di parlare inglese come parlerebbe lei, di avere il suo stile, di imparare il birmano e per il film ho dovuto perdere 5 chili. E’ stato un atto d’amore e di impegno. Lavorare con David Thewlis è stato meraviglioso. Il film ci ha permesso di comprendere l’amore vero, non solo per la propria famiglia ma anche verso il proprio popolo. Molto di quello che sappiamo di Aung San SuuKyi lo abbiamo capito tramite il suo sguardo e non le sue parole. Abbiamo passato ore a studiare i filmati e esaminavo il suo volto. Spero che tutto quello che ho imparato di questa donna rimanga in me. Credo che questa esperienza ci abbia reso tutti migliori.

David Thewlis, lei come ha lavorato sul personaggio del marito?

David Thewlis: Ho cercato di comprendere come un uomo possa arrivare a fare tanto. Avevo meno materiale a disposizione e non conoscevo nulla di questo uomo. Lui veniva spesso intervistato in contesti seri e aveva sempre quest’aria infelice e seria. Poi ho visto qualche secondo del suo arrivo a Rangoon, in cui era anche un po’ brillo e scherzava con tutti. Quindi ho pensato che lui fosse una persona diversa prima dei tragici fatti in Birmania.

E’ stato difficile produrre The Lady?

Virginie Besson-Silla: Non è stato difficile produrre un film come questo perché è un film fatto con amore. Lavorare con Luc è meraviglioso, è un regista con il quale è facile lavorare. Le uniche difficoltà le abbiamo avute durante le riprese in Thailandia. Lì abbiamo girato praticamente in segreto, abbiamo addirittura cambiato il nome del film, perché non volevamo che interrompessero le riprese.


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