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Roma 2015 - The Thin Yellow Line

Pubblicato il 20 ottobre 2015 da Antonio Napolitano

VOTO:

Roma 2015 - The Thin Yellow Line

Tonho, anziano guardiano di un deposito di sfasciacarrozze, viene licenziato per mancanza di soldi e sostituito da un cane. Solitario e solo, l’uomo va in giro in cerca di lavoro senza averi, con una semplice cassetta dove sono racchiuse le foto della sua famiglia e del suo passato finché, un giorno, incontra un suo vecchio datore di lavoro. Da quel momento la vita di Tonho si unisce a quella di altre persone, assunte per dipingere una sottile linea gialla che separa le corsie di una strada che collega due villaggi in Messico. Così a bordo di un vecchio camioncino iniziano il lavoro per cui dovranno marcare con la vernice gialla più di duecento chilometri di asfalto in meno di due settimane. La sottile linea gialla diventa così il viaggio di cinque uomini solitari che, per uno scherzo del destino, si uniscono con il solo scopo di guadagnare qualche soldo e che, alla fine del viaggio, cambieranno il loro modo di vedere e intendere la vita. Quella linea sottile diventerà lo spazio in cui ognuno di noi vive in bilico ogni giorno tra bene e male, gioia e dolore, vita e morte.

La delgada linea amarilla è il film di esordio del regista messicano Celso R. Garcia, che si era fatto conoscere nel 2006 con il cortometraggio, Le leche y el agua, raccogliendo diversi premi in giro per il mondo e che vede tra i suoi produttori anche Guillermo Del Toro. Il film è una storia intimista e minimal, che scorre lenta come il procedere della macchina che segna la linea. Una vicenda la cui struttura, l’impostazione e i temi sono visti e rivisti, non nuovi per il road movie al rallentatore che approfondisce l’introspezione dei personaggi e li fa diventare amici, uniti davanti alle difficoltà della vita. Ma questo non può essere assolutamente il limite del film, dato che il tema e la sua struttura rientrano nell’epos, nei semi immortali del cinema, ma anzi ne può assolutamente rappresentare il giusto banco di prova per un regista che si cimenta nella sua opera prima.

Da un punto di vista strettamente linguistico e puramente cinematografico, il film possiede regia, fotografia e montaggio in piena sintonia con una struttura che procede in maniera decisa, tra pause e silenzi, senza mai essere monotono, ridondante o retorico. Esiste tuttavia un rischio dato dal ricorso ad una metafora molto “sottile” e fragile, sia come riferimento figurale (nemmeno a farlo apposta, proprio negli stessi giorni alla festa del Cinema viene presentato anche The Walk, la storia del funambolo Philippe Petit) sia prettamente visivo, emblematica è infatti la scena della barella, dove la linea diventa il sottile margine tra vivere e morire.


CAST & CREDITS

(La delgada linea amarilla); Regia: Celso R. García; sceneggiatura: Celso R. García; fotografia: Emiliano Villanueva; montaggio: Jorge García; musica: Dan Zlotnik; interpreti: Damián Alcázar, Joaquín Cosio, Silverio Palacios, Gustavo Sánchez Parra; produzioneEquipment & Film Design, Estudios Churubusco Azteca, Fidecine, Springall Pictures; origine: Messico, 2015; durata: 95’; Proposta di voto: 3 stelle su 5


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