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TRIPLE AGENT

Pubblicato il 18 giugno 2005 da Antonio Pezzuto


TRIPLE AGENT

Era probabilmente dai tempi dei sei racconti morali che Rohmer non metteva in scena un’operetta morale così definita e definitiva, anche se la storia, questa volta, non ha a che vedere con donne bionde o brune, ma, direttamente, con il modo attraverso il quale il pensiero, gli ideali o, appunto, la morale possono essere raccontati. Tratto da uno spunto colto da una storia vera (nel settembre del 1937 il generale russo Miller venne rapito. Sospettato numero uno fu il suo collega - anche lui generale - Skobline. Le indagini si fermarono quando, dopo poco tempo, anche Skobline scomparve), il film racconta di un uomo, un russo a Parigi negli anni ’30, che lavora per i Russi bianchi, gli esuli dalla Russia rivoluzionaria. Forse è una spia, non si riesce a capire da che parte stia: con i Russi bianchi, appunto? con i nazisti? o, addirittura, con i bolscevichi? E se questa è la trama, in realtà Rohmer ci racconta di un uomo che ha una idea morale definita, che a tutti, ed anche a noi che guardiamo, rimane sconosciuta. Una idea morale che non può essere messa in scena, che ha forza - e ragione di esistere - solo se rimane taciuta dentro se stessi. Un’idea non condivisibile, e che, per questo, non può essere messa in discussione. Quello che c’è oltre, il fuoricampo, a Rohmer non interessa farcelo vedere, ma esiste e dal contesto, purtroppo, in alcuni casi, non si può prescindere. E Rohmer, che è uomo e regista di rigore, divide il film in vari capitoli, all’inizio dei quali inserisce un cinegiornale d’epoca che racconta la cronaca del periodo. Ma, diceva un grande poeta, ci vuole del tempo, prima che la cronaca si camuffi in storia, così come ci vuole tempo prima che la Storia con la s maiuscola possa essere raccontata attraverso le storie degli uomini. Il cinegiornale è cronaca che solo oggi è diventata storia, ciò che è fiction, invece, è storia senza maiuscole: è un racconto d’amore tra una probabile spia e sua moglie, pittrice greca (nella storia vera, si trattava, invece, di una cantante italiana), è un aneddoto accaduto ieri, che è importante raccontare per capire l’oggi. Trilple agent è un film dalla vivacità sconvolgente, in cui l’azione resta relegata in secondo piano rispetto alla parola, ed in cui la stessa parola è sempre negata, non sapendo mai quanto lre parole possano essere sincere, perché tutti noi mentiamo anche quando vogliamo dire la verità.

regia: Eric Rohmer sceneggiatura: Eric Rohmer fotografia: Diane Baratier montaggio: Mary Stephen interpreti: Katerina Didaskalu, Serge Renko, Cyrielle Claire produzione: Rézo Productions, Compagnie Eric Rohmer origine: Francia 2004 durata: 100’

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