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Una serie di sfortunati eventi (Stagione 2) - Teste di Serie

Pubblicato il 10 maggio 2018 da  Alessandro Olivieri
VOTO:


Una serie di sfortunati eventi (Stagione 2) - Teste di Serie

Fin dal 2004, anno di uscita di quel Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi interpretato da Jim Carrey, era chiaro il potenziale di sfruttamento cinematografico dell’universo ideato da Daniel Handler nei suoi splendidi libri per ragazzi. Ciò che mancava era soprattutto una sceneggiatura all’altezza, ché quello script era impegnato a dare completezza a qualcosa che completezza non poteva avere. L’attuale periodo di riscatto del medium televisivo ha portato alla naturale riesumazione di quel progetto naufragato al cinema fin troppo presto. Giunti alla seconda stagione, il risultato è l’individuazione certa del luogo e dei tempi adatti al prodotto di Handler. Probabilmente al cinema non si sarebbe potuto fare di meglio per trasmettere appieno tutto ciò che contiene la serie di racconti di formazione dell’autore americano; ma in televisione, e soprattutto su Netflix, sì.

Le (dis)avventure degli orfani Baudelaire erano ferme a quell’atroce accademia che ha dato un minimo di speranza di nuovi legami amicali per i nostri protagonisti. I trigemini Pantano (Quigley è deceduto, ma non chiamateli gemelli!) hanno molto in comune con i poveri fratelli Baudelaire, a cominciare da quel cannocchiale che più di una volta ha fatto capolino durante la prima stagione. La storia delle due famiglie e della misteriosa organizzazione dei genitori diventa finalmente motore delle vicende insieme alla continua lotta per la sopravvivenza dei ragazzi.

La struttura dello show è definita fin dalla prima stagione: due episodi adattano un libro. Lo scorso anno questo sistema ha rallentato un po’ il ritmo dell’azione – soprattutto per i libri più brevi e negli episodi scritti dallo stesso Handler; stavolta invece la serie di Mark Hudis è impeccabile nell’entrare prepotentemente nelle pieghe dell’universo anti-favolistico di Lemony Snicket, sviluppando con efficacia la sua mitologia. Questa seconda stagione era decisiva nell’economia dello show, come passaggio fondamentale e ideale giro di boa narrativo – sappiamo, infatti, che i libri sono tredici e che sono state confermate tre stagioni per concludere la serie – ebbene, gli autori non sbagliano un colpo e appassionano lo spettatore con indizi, rivelazioni, depistaggi sull’organizzazione misteriosa denominata VFD. Questo è l’aspetto che funziona di più e meglio nei dieci episodi della seconda stagione, creando uno scarto netto ed evidente con il film – dove l’intrigo era praticamente assente – ed esaltando gli accenni fatti in precedenza nella prima stagione. Ed anche lo stile narrativo, che rischiava di ridursi a giochino noioso e ripetitivo, si trasforma quindi nel veicolo ideale delle caratteristiche di una serie originale e unica nel panorama internazionale. A tal proposito il meccanismo di “morte e affidamento” che ha contraddistinto la prima annata si evolve in uno svolgimento più libero e fluido che giova certamente a questa sezione centrale delle vicende Baudelaire.

I meriti di Una serie di sfortunati eventi sono anche in una messa in scena credibile e coerente rispetto al mondo ideato da Handler – elementi già apprezzati nel corso della stagione precedente –, ma soprattutto nei suoi attori vecchi e nuovi: le new entry sono perfette scelte di casting, a cominciare dalla favolosa Esmé Squalor di Lucy Punch, senza dimenticare la simpatica bibliotecaria Olivia Caliban e la spocchiosa Carmelita Spats, mentre Neil Patrick Harris nei panni di Olaf riesce ancora a superarsi con una incredibile interpretazione sopra le righe, tra performance canore – magnifica intuizione gli inserti musicali – e un trasformismo sempre sorprendente. Non sono da meno trucco e costumi, così pienamente uniformi al registro dello show, e le scenografie e gli effetti speciali che danno vita alle pagine di Lemony Snicket.

Lo show di Hudis è la perfetta trasposizione dei racconti di Handler, soprattutto per ciò che riguarda lo spirito della serie, così gotico e fantasioso ma anche inquietante e divertente; a questo si aggiunge la qualità degli sceneggiatori di giocarsi nel migliore dei modi le carte dell’affresco narrativo dell’autore. A differenza dei nostri poveri orfani, Una serie di sfortunati eventi ha trovato la sua casa.


(A series of unfortunate events); genere: grottesco, avventura; sceneggiatura: Mark Hudis; stagioni: 2 (rinnovata); episodi prima stagione: 10; interpreti: Neil Patrick Harris, Patrick Warburton, Malina Weissman, Louis Hynes, K. Todd Freeman, Presley Smith, Lucy Punch, Sara Rue, Nathan Fillion; produzione: Paramount Television; network: Netflix (30 marzo 2018); origine: U.S.A., 2018; durata: 50’ ca. per episodio; episodio cult seconda stagione: 2x09 - Il carosello carnivoro - Parte 1 (2x09 - The Carnivorous Carnival: Part One)


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