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Una voce

Pubblicato il 15 giugno 2009 da Federica Bianchi


Una voce

Ricco, affascinante, inedito: Una Voce, breve biografia di Dacia Maraini, ha ricevuto scroscianti applausi alla proiezione in anteprima nazionale al Nuovo Cinema Aquila di Roma. Il film è parte della collana "Primi Piani" prodotta dall’Interlinea Film, finanziata dalla Regione Lazio per portare sul grande schermo la testimonianza di alcune tra le più grandi personalità del XX secolo che si sono contraddistinte per spirito artistico e unicità di un libero pensiero. La vita straordinaria di questa scrittrice appare plurisecolare nella sua ricchezza, coadiuvata dall’utillizzo eclettico di materiale audiovisivo a cominciare da quello di repertorio dell’Istituto Luce o da quello inedito dell’archivio privato dell’autrice, fino alle splendide istantanee di una Dacia bambina e agli estratti delle rappresentazioni teatrali da lei scritte.
La calda voce della scrittrice apre la biografia con poche parole non urlate, ma che giungono allo spettatore in tutto il loro significato racchiudendo il senso di una personalità speciale : "Non c’è uno stile femminile, ma un punto di vista". Il racconto di una vita parte da una lontana infanzia in una terra ancor più lontana, il Giappone, dove Dacia passò la sua infanzia con la famiglia; qui affiorano i tristi ricordi della prigionia a causa del rifiuto dei genitori di firmare per la Repubblica di Salò: la fame che la portò a mangiare formiche e il gesto profondo del padre che per un’usanza samurai si tagliò un dito gettandolo addosso al carceriere, creando così con lui un’obbligazione che probabilmente salvò la sua famiglia dalla morte. Lo spirito rivoluzionario, eversivo ed anticonformista tipico dei suoi genitori vive in Dacia che appena maggiorenne lascia la Sicilia che aveva accolto la sua adolescenza. La Maraini parla a proposito di una "finzione quotidiana", a cui le donne erano costrette; la finzione di una "verginità mentale" castrativa a cui lei proprio non poteva resistere. Ecco quindi la Roma degli anni Cinquanta che segna l’esordio letterario della scrittrice con la pubblicazione di "La vacanza" grazie alla prefazione di Moravia che diventerà poi il suo compagno. La sua Roma è quella degli artisti, degli incontri in piazza, delle cene nelle trattorie: un periodo splendido in cui l’artista non era solo nella propria bottega e non era vittima dell’industria che gli ha tolto il ruolo di artigiano. Con Moravia arriva la conoscenza di Pasolini, con cui ricorda le discussioni per una purezza originaria che il regista rintracciava nel sottoproletariato, cioè in quella stessa classe che per Dacia non aveva gran rispetto delle donne. La battaglia per la donna, ma anche per tutte quelle minoranze emarginate che ogni società moderna produce, è la cifra di una straordinaria autrice, quale è Dacia. La presentazione del film che viene da una Concita De Gregorio (direttrice de L’Unità), emozionata a parlare davanti all’autrice dei suoi romanzi di formazione a cui è "grata di esistere", apre alla fruizione di un documentario che lascia lo spettatore in una solitaria riflessione guidata da quella calda voce dell’autrice che si verticalizza in lui e da cui si rimane incantati. In questo si rintraccia la bravura del regista Roberto Salinas che non firma una biografia romanzata ma costruisce piuttosto un piccolo puzzle, in cui ogni tassello è portatore di uno speciale significato.


(Una voce); regia: Roberto Salinas, con Daniele Villa; montaggio: Roberto Salinas; fotografia: Robero Salinas; musica: Fabio Autore; produzione: Interlinea Film 2009; origine: Italia,2009; durata: 51’.


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