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Uomini e cartoni, alleanza all’ultimo Beep-Beep

Pubblicato il 6 dicembre 2003 da Riccardo Protani


Uomini e cartoni, alleanza all'ultimo Beep-Beep

Col mondo attuale che corre oggi a trecentosessanta gradi lungo gli impervi crocevia del proprio destino, improrogabilmente, inesorabilmente e, ovviamente, dannatamente puntuale, anche il viaggio fantastico dell’uomo attorno all’affascinante pianeta Toons deve seguire la scia del progresso. Può quindi sembrare strano, e forse anche vagamente malinconico, rivedere adesso, all’improvviso, esseri umani e personaggi di fantasia agire in armonia dentro lo stesso mondo (pardon, pellicola), noncuranti di tutti gli altri attuali sogni di cartone che invece rispondono all’ideale molto più miliardario che poetico alquanto delle magnifiche sorti e progressive dai tempi di papà Walt Disney o di zio Chuck Jones. Effettivamente, escluso il recente semi-cult Space Jam, era dagli anni di Roger Rabbit che un kolossal di fantasia targato Hollywood non (ri)tentava la strada del collage uomo-cartoon. Revival? Voglia di rétro? Maquillage estetico edonista nei confronti dei colossi del pixel? Tutto ciò insieme e niente di tutto questo, verrebbe da pensare. E’ vero, alla Pixar, ogni anno (!), ne riescono a combinare una più del diavolo, e con uomini-fumetto che vivono dentro un videogame simulacro di realtà (Matrix), o computer con cuore di passione ed emozioni umani (Final Fantasy, o almeno le sue intenzioni più artisticamente estetiche), rivedere su due piedi Bugs Bunny vicino Brendan Fraser può lasciare interdetti. Eppure, se Joe Dante ha tanto creduto in un’operazione come questa, vuole dire forse che il suo Looney Tunes Back in Action vuole proporsi come una idea di arte animata molto meno evanescente di quanto Will Coyote e Daffy Duck siano costretti a far credere. Il futuro parte dal silicio, continua in un microprocessore e si perde infine nell’oceano di Nemo, Marlin & soci? Gli attori in carne ed ossa rivivono simulacri di esistenza in studi blu dove il tangibile del mondo risponde al volere di un demiurgo laureato in ingegneria elettronica? Bene, Beep-beep per voi ha in serbo una sorpresa. Una sorpresa che, poi, non è nemmeno quella del futuro a tutti i costi, ma al contrario il riciclato che di questi tempi va tanto di moda ad Hollywood: il rimpasto gioioso e creativo dei generi e dei grandi titoli del passato. Rimpasto che questa volta ha permesso a Joe Dante, dopo l’esempio contenutisticamente “colto” di Todd Haynes e del suo Far from Heaven, di realizzare con i Sylvester e Titti di Back in Action una specie di Bignami della fantascienza anni’50, colmo di citazioni e intelligenti rimandi ad un certo cinema che fu. E questo forse solo per dimostrare quanto ancora, se davvero di vuole, nel Terzo Millennio sia possibile proiettarsi in questo mondo di uomini e cartoni con intelligenza e furbizia, a patto di bilanciare tutto il digitale che non si vede (negli ultimi titoli Dreamworks e Pixar il progresso viene proiettato sullo schermo, in Back in Action serve dietro le quinte per unire le due dimensioni, quella degli umani e quella dei personaggi made in Warner) con la cultura della citazione creativa e stimolante. Un progetto nato quindi erudito e non certamente “spettacolare”, almeno nel senso monetario del termine. Naturale che allora Dante abbia fatto flop in America. E ovvio (ovvio?) che si stia parzialmente rifacendo da noi. Resta comunque da vedere se, dopo Joe Dante, questo suggerimento (gemito accorato?), sottile ed ipertestuale, e concepito proprio nella Terra Madre della tecnologia cinematografica, verrà percepito e perseguito ancora nonostante i pochi introiti garantiti e i molti concorrenti tridimensionali senza carne né ossa, garantiti a prescindere, che già minacciano “vendette” a suon di DVD più digitalizzati che mai.

[dicembre 2003]


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