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Venere Nera

Pubblicato il 17 giugno 2011 da Sila Berruti


Venere Nera

Il corpo femminile fa paura. E’ qualcosa di misterioso, capace di dare la vita, di custodire ma anche di nascondere e negare. Da secoli gli uomini lo studiano, lo sezionano, lo temono, lo mortificano, lo umiliano e lo violentano nel vano tentativo di comprenderlo. Cercano di possederlo per impossessarsi di qualche cosa che non riescono a cogliere e catturare.
Venus Noire è la storia, vera, del corpo di una donna, un corpo enorme, materno: grandi seni, un sedere sproporzionato e, soprattutto, gli organi genitali straordinariamente sviluppati. Il corpo è quello di Saartjie Baartman, sudafricana, le sue caratteristiche fisiche corrispondono a quelle di tutte le donne della sua popolazione, la tribù Khoikhoi. Saartjie, all’inizio dell’800, viene portata, con la promessa di entrare nel mondo dello spettacolo, prima a Londra e poi a Parigi per essere messa in mostra come attrazione vivente. Lei si ribella, rivendica la proprietà di quello che è suo e il legittimo diritto ad essere toccata solo quando e come lo desidera. Ma viene esposta al pubblico, pizzicata come un fenomeno da baraccone, derisa proprio nella sua essenza di donna. Non viene sfruttata economicamente, non è rinchiusa o segregata, non ci sono reali barriere fisiche che la costringano a fare quello che fa. Come risposta al senso di umiliazione che le lacera l’anima e la conduce verso la malattia, le viene imposto di sentirsi gratificata, lusingata dall’attenzione che attira. Al suo concedersi con riluttanza, le vengono offerti regali, attenzioni e denaro; al suo rifiutarsi di essere studiata nelle parti più intime come una cavia le viene urlato che dovrebbe essere onorata di aprire le gambe per uomini illustri. È una vecchia storia, vecchia come il mondo. Da parte sua Saartjie risponde come tutte le donne, si distrugge in maniera silenziosa, lacerando se stessa senza che gli altri se ne rendano troppo conto. Si ribella piano, lotta in silenzio, alla ricerca di un disperato bisogno di amore e rispetto, in cambio del quale, è disposta a fare qualunque cosa. Inizia allora un viaggio verso gli inferi. Il primo padrone, sfinito dalle sue lamentele, la vende ad un domatore di orsi senza scrupoli che la inganna facendo leva sul suo desiderio di sentirsi bella e accettata. La costringe ad esibirsi in bordelli di lusso dell’alta borghesia parigina. Esposta, toccata, oggetto di desiderio e di repulsione. Il proseguire di questa sua silente e costante ribellione, la condanna a diventare prostituta in un bordello. Ammalata e sola, Saartjie trova la morte. Ma questo non ferma l’uomo, il maschio avido e invidioso di possedere e comprendere quel corpo tanto misterioso e materno. Il domatore di orsi allora la vende, a quegli stessi uomini di scienza davanti ai quali si era rifiutata di spogliarsi. Non viene dimostrata pietà, viene sezionata, misurata ed esposta. Saartjie troverà degna sepoltura solo nel 2005, quando per effetto di una legge, i suoi resti, esposti nel Museo di Storia Naturale di Parigi, vengono ricondotti in patria.
Non ci siamo soffermati sulla trama di Venus Noire senza una motivazione. La storia di questa grande fragile donna risulta fondamentale in tutte le sue fasi, in ogni singola, squallida sfaccettatura. Quella di Saartjie è una parabola, triste e significativa. Un racconto che, tratto da una storia vera, risulta interessante proprio perché comune a tante, troppe, donne. Un racconto antico e tristemente attuale. Esporsi, umiliarsi per denaro, per amore o per poca stima di se stessi. Costringersi ad una lenta e irreversibile agonia. Una risposta forte a chi vuole far passare la violenza per lusinga, la molestia per attenzione e lo sfruttamento del corpo per amore.


CAST & CREDITS

(Venus Noir). Regia: Abdellatif Kechiche;sceneggiatura: Abdellatif Kechiche e Ghalya Lacroix;musica: Slaheddine Kechiche; costumi: Fabio Perrone; scenografia: Florian Sanson e Mathieu Menut; fotografia: Lubomir Bakchev;montaggio: Camille Toubkis, Ghalya Lacroix, Laurent Rouan e Albertine Lastera; interpreti: Yahima Torrès (Saartjie), Andre Jacobs (Hendrick Caezar), Olivier Gourmet ( Réaux), Elina Löwensohn (Jeanne), François Marthouret (Georges Cuvier), Michel Gionti (Jean-Baptiste Berré), Jean-Christophe Bouvet (Charles Mercailler); produzione: MK2 Productions, France 2 Cinéma, Canal +/France Télévisions/Centro Nazionale della Cinematografia e dell’immagine/Cinécinéma, Soficinéma 5/Artémis Productions-PatrickQuinet; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia, Italia e Beglio; durata: 160’


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