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Vol Spécial

Pubblicato il 14 novembre 2011 da Simone Isola

VOTO:

Vol Spécial

Nei pressi di Ginevra ha sede un particolare centro di detenzione, Frambois. In questo carcere non vengono rinchiusi comuni criminali, ma immigrati dichiarati clandestini da una legge che nega loro il diritto a permanere all’interno dei confini della Svizzera. Una legge promulgata in democrazia, che prevede il carcere senza processo né condanna. In caso l’asilo non venga accordato, gli immigrati sono rinviati nel paese d’origine: dapprima viene loro offerto di tornare da liberi cittadini con un normale volo di linea; in caso di reiterato rifiuto gli espulsi vengono costretti a andarsene su “voli speciali” sui quali vengono imbarcati in condizioni disumane (sono voli che possono effettuare diversi scali e durare persino 40 ore). Le modalità di questi voli (e la loro stessa esistenza) sono più volte denunciati da organizzazione internazionali quali Amnesty International per la palese violazione dei diritti umani. Fernand Melgar, a tre anni da La forteresse (Pardo d’oro nella sezione Cineasti del presente al Festival Internazionale di Locarno), torna nuovamente a parlarci dell’immigrazione in terra di Svizzera, paese che ha inasprito nel 2006 una già ristrettiva legge sul tema. Non avendo ottenuto il permesso di filmare i voli speciali, Melgar è riuscito a entrare e riprendere la vita nel campo di Frambois, dove gli immigrati detenuti sono pochi e possono attendere anche diversi anni prima del rimpatrio. Un microcosmo ricco di suggestioni, di una quotidianità quasi insostenibile, fatta di reciproco rispetto tra detenuti e guardie, di una surreale calma nonostante la drammaticità della situazione. Sembra che in tutti ci sia la disperata consapevolezza di far parte di un ingranaggio più grande, paradossale quanto vuoi ma voluto dal voto democratico. E’ inumano infatti rinviare in Kosovo un uomo che ha trascorso metà della propria vita in un altro paese, dove ha casa, affetti, lavoro, e dove paga tasse e assicurazione; così come è paradossale impedire a degli uomini di lavorare e mantenere le proprie famiglie, per rimandarli invece in paesi in cui non hanno più nulla. Nel finale, però, questo fragile ordine viene rotto da una tragica notizia: proprio sul volo speciale che avrebbe dovuto rimpatriare alcuni dei reclusi di Frambois, le condizioni e le violenze subite provocano la morte di un altro uomo: il caso diventa notizia di pubblico dominio. Eppure non dobbiamo troppo sorprenderci; i nostri 13 CIE (centri di identificazione ed espulsione) non svolgono poi un compito tanto diverso da quello svolto in Svizzera da centri come Frambois.

Vol spécial racconta tutto questo lasciando spazio assoluto agli unici protagonisti, detenuti e guardie, in un claustrofobico ambiente privo di logica, descritto con un montaggio sapiente e grande cura formale. Un film di forte urgenza politica e di notevole respiro cinematografico, dove realtà e finzione si legano tra loro con originale efficacia espressiva.


CAST & CREDITS

Regia: Fernand Melgar; fotografia: Denis Jutzeler; montaggio: Karine Sudan; musica: Wandifa Njie; produzione: Climage, in coproduzione con RTS, SRG SSR, Arte G.E.I.E.; origine: Svizzera 2011; durata: 103’.


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