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Vous n’avez encore rien vu (Conferenza stampa)

Pubblicato il 24 maggio 2012 da Antonio Valerio Spera


Vous n'avez encore rien vu (Conferenza stampa)

Alain Resnais ha tenuto la conferenza stampa a Cannes per la presentazione del suo ultimo film Vous n’avez encore rien vu, un’opera in cui il regista francese intreccia magicamente cinema e teatro. In sua compagnia, ad incontrare i giornalisti, il cast del film quasi al completo: Pierre Arditi, Sabine Azéma, Anne Consigny, Anny Duperey, Hippolyte Girardot, Denis Podalydes, Lambert Wilson. Tutti gli attori hanno mosso un sentito ringraziamento nei confronti del loro regista, in particolare Anne Consigny, che gli ha detto: Alain, il mio cuore è per te.

Maestro, perché ha scelto questo titolo?

Alain Resnais: E’ nato per caso. In sala di montaggio dicevo al montatore "non hai ancora visto niente oggi?". Sappiamo poco o niente di ciò che accade sulla Terra. Non possiamo vedere i raggi ultravioletti o infrarossi, insomma, non abbiamo visto niente. E’ un titolo su cui sinceramente non abbiamo riflettuto molto e che può avere diverse interpretazioni.

Qual è secondo lei la relazione tra cinema e teatro?

A. R.: Mi sono fatto questa domanda: posso ottenere l’effetto del teatro al cinema? Certo che sì, c’è la presenza sul palcoscenico e la paura, come nel circo, di cadere dalla fune. Ma le cose si possono vedere in maniera diversa. Per esempio, sia al teatro che al cinema servono gli attori, e in entrambi i casi non si può interrompere lo spettacolo e rivederlo, ma bisogna stare attenti e cercare di comprendere.

Com’è stato collaborare con Eric Gautier? Che tipo di lavoro avete svolto per la fotografia?

A. R.: Avevo l’impressione di lavorare con un mago. Gli chiedevo l’impossibile, lui sorrideva e realizzava quello che volevo. Non volevo una luce realistica, perché volevo che gli attori entrassero in una sorta di trance da cui non volevo si svegliassero.

Come si inserisce questo film nella sua carriera?

A. R.: Non mi va di ragionare in termini di carriera. Questo film non assomiglia a nessuno dei miei precedenti. Posso dirvi che di certo non è il mio testamento, se l’avessi anche solo pensato, non avrei mai avuto il coraggio e l’energia di girarlo.

Voi attori interpretate voi stessi. Come avete lavorato insieme per rendere la vostra interpretazione unica e personale?

Sabine Azéma: Devo dire che sono stato un po’ egoista e non ho considerato molto gli altri, lavoravo con Pierre e interpretavo Euridice, un bellissimo personaggio. Ero curiosa del risultato finale e volevo davvero essere sorpresa, in più non ho voluto neanche vedere cosa stesse facendo l’altra coppia, non volevo esserne influenzata.

Anne Consigny: Per entrare al meglio nel personaggio mi sono chiesta: come sono quando parlo d’amore, quando incontro l’uomo della mia vita? Mento o gli racconto la storia della mia vita? Comunque ringrazio tantissimo Alain. Alain, ti lascio il mio cuore,l’amore che ci hai dato voglio rendertelo.

Lambert Wilson: Quando devi interpretare te stesso nasce un grande punto di domanda: chi sono? Come faccio ad essere me stesso se non so esattamente chi sono? Il primo passo per noi è stato recitare con senza costumi di scena , ma con i nostri stessi abiti, successivamente ci siamo concentrati molto sul lavoro individuale.

Anny Duperey: Non avevamo un ruolo preciso, un’età, un personaggio. Noi eravamo lì a servizio di Jean Anouilh, del teatro, della bellezza stessa. Quando ho visto il film, immaginavo che sarebbe stato tecnicamente impressionante, manon pensavo mi colpisse così tanto. La tecnica in questo film è a totale servizio delle emozioni. Il risultato finale è un’opera magnifica.


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