X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Vuelve a la vida - Roma 2010 - Extra

Pubblicato il 3 novembre 2010 da Donato Guida


Vuelve a la vida - Roma 2010 - Extra

Prima di entrare nel discorso filmico bisogna innanzitutto “spiegare” il titolo: Vuelve a la vida, ovvero ritorno alla vita; al di là della traduzione letterale, il vuelve a la vida è un cocktail molto forte, che solitamente si offre ai marinai dopo la classica “sbronza colossale” (ovviamente, si sa, questi personaggi sono inclini alle facili bevute, soprattutto per continuare a forgiare il loro spirito).
Dopo la piccola premessa vale la pena di raccontare il documentario Hagerman, un affascinante scorcio di costa messicana che entra fortemente nelle nostre vite e nei nostri sguardi, in quelle degli spettatori e non solo. È la storia di El Perro, famoso personaggio del luogo sempre pronto a raccontarne una nuova: le sue storie però, come è ben chiaro a tutti (e come ben presto diventa chiaro allo spettatore stesso) sono quasi totalmente false, arrancano passo dopo passo. Sono storie di mare, storie di viaggi, di luoghi magici e misteriosi, di donne bellissimi, di amori impossibili, di grandi e pericolose mareggiate (le “famose” onde alte più di dieci metri). E poi, ovviamente, come in tutte le storie di mare che si rispettano, non può non esserci la lotta tra l’uomo e la natura selvaggia, la rabbiosa sfida col mostro di turno: in questo caso, nemmeno a dirlo, “la bestia” è rappresentata da uno squalo feroce e assassino, a cui El Perro ha dato la caccia per molto tempo. Nessuno sembra credere alle sue storie: eppure, come dovrebbe sempre succedere, nella fantasia ecco che prende piede un fondo di verità, improvvisa e lampante, che salva il protagonista dalle fin troppo immeritate accuse di mentire.
Il ritorno alla vita, quello che offre il cocktail, ma anche quella consegnataci, purtroppo, dalla fine del film, è quello che non si vorrebbe quasi mai avvenisse: così come i marinai che hanno bisogno della loro sbronza, anche molti di noi hanno bisogno di continuare a sognare, fantasticare. A volte “la fuga” è l’unica via possibile, anche se poi il ritorno non è poi così male, soprattutto se avviene con un più pesante bagaglio d’immaginazione.
Carlos Hagerman (che per quasi dieci anni ha lavorato come regista nella Zeta Films, casa di produzione del più famoso autore Alejandro Gonzàlez Iñarritu) confeziona un documentario visivamente splendido: le coste messicane non hanno bisogno di alcuna introduzione o qualsivoglia spiegazione. Esistono, lì, come il mare, e la loro più grande magia risiede proprio nel loro mistero e nel fatto che sembrano essere state create appositamente al fine di essere immesse in qualsiasi storia (vera o falsa che sia).
Tra finzione e realtà esiste una linea di confine davvero molto ridotta e molte volte c’è da dire che, così come sembra insegnarci El Perro, la finzione aiuta a scrutare la realtà con occhi diversi, rendendola più vera e meravigliosa di quanto non sia già.


CAST & CREDITS

(Vuelve a la vida) Regia: Carlos Hagerman; sceneggiatura: Carlos Hagerman, John Grillo; fotografia: John Grillo; montaggio: Valentina Leduc; musica: Conjunto Acapulco Tropical, Rigo Domìnguez, Mariano Mercerón; produzione: La Sombra del Guayabo, IMCINE/FOPROCINE; distribuzione: Instituto Mexicano de Cinematografìa; origine: Messico; durata: 72’.


Enregistrer au format PDF