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Yo te amo

Pubblicato il 28 dicembre 2012 da Alessandro Izzi


Yo te amo

Con Yo te amo Short corner apre finalmente le sue pagine alla riflessione su prodotti estetici, come i video virali, che, pur restando ancorati alla breve durata, non possono essere considerati dei corti tout court.
Si tratta di un’apertura importante con la quale Close-up vuole porre l’accento sulle nuove forme di narrazione o di espressione circolanti in rete e tenute fuori, ancor più dei corti tradizionali, dal mercato e da un ambito di distribuzione riconoscibile.
Il motivo per cui si è deciso di partire proprio con Yo te amo è duplice: da una parte il suo messaggio d’amore e comprensione ci è parso del tutto adeguato al clima delle feste natalizie, dall’altra la sua riflessione sull’omosessualità e sull’omofobia ci è parsa necessaria, ancor più in questo periodo, dopo le recenti dichiarazioni Twitter del Pontefice circa il fatto che l’omosessualità sia da intendersi come minaccia della Pace del mondo.
Yo te amo fa parte di una serie di video raccolti all’interno del canale spagnolo youtube Borrly Star. I pochi video contenuti al suo interno sono strutturati più o meno tutti nello stesso modo: una persona (lo stesso Borlly Star) parla direttamente col proprio pubblico di argomenti ritenuti particolarmente importanti. Il tono della conversazione è piano, naturale, a «bassa voce». Al profluvio delle dichiarazioni di guerra dei talk show televisivi che giocano sempre al «chi grida più forte», il giovane spagnolo contrappone l’idea «alta» di una conversazione pacata che gioca di maieutica: si dicono le cose che dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti se non intervenisse a coprirle lo sguardo ideologizzato della cultura dominante. Sin qui non si è, quindi, lontani dall’idea del blog youtube abbastanza in voga presso i giovani di questo periodo.
Yo te amo, però, va in una direzione diversa e a suo modo anomala. Non abbiamo, infatti, un solo ragazzo che parla davanti alla macchina da presa in un virtuale piano sequenza, ma due: due giovani che, secondo dinamiche tutto sommato abbondantemente televisive, parlano del loro amore, delle difficoltà che incontrano nell’esprimerlo tutti i giorni e dei loro bisogni all’interno del rapporto di coppia. Lo spettatore non ha neanche per un momento il dubbio che i due ragazzi stiano parlando l’uno dell’altro e il modo in cui le reciproche dichiarazioni si incastrano come a comporre un unico flusso di coscienza (quello della coppia) lascia presupporre, al di là dell’ovvia sincerità dei due che attori non sono, un complesso lavoro di scrittura preliminare.
Le due dichiarazioni d’amore reciproche, rivolte come sono allo sguardo di uno spettatore cui si chiede di partecipare con la giusta dose di commozione, divengono così una dichiarazione d’amore all’amore stesso. L’effetto bacio perugina non sempre è scongiurato (colpa anche dell’uso di una musica abbondantemente romantica e del tono anticato della ripresa), ma passa in secondo piano di fronte ad una precisa impressione di sincerità.
Qua e là qualche breve squarcio di ripresa della vita di coppia, interrompe il libero fluire delle dichiarazioni rivelando un bisogno di racconto più affine all’universo del cortometraggio che della semplice ripresa video.
Lo spazio dell’ambiguità è tutto lasciato in una delle ultime inquadrature. Conclusasi la non lunghissima lettera d’amore a due voci, il racconto, infatti, singhiozza e si ripiega su se stesso. Finito il film, sarebbe il tempo delle papere sul set e noi vediamo, infatti, uno dei due giovani che ripete il racconto del suo innamoramento in uno stato di visibile commozione che non gli permette di completare la battuta del suo dialogo. I tentativi si ripetono sino a che il ragazzo, sopraffatto dall’intenerimento, non lascia il suo posto per andare ad abbracciare il fidanzato. La macchina da presa segue l’azione e indugia lungamente sull’abbraccio prima che il racconto riparta con gli ultimi inserti di vita di coppia rubata dalla macchina da presa.
La posizione del piccolo evento epifanico è dunque ambigua. Sarebbe stata una perfetta chiosa, fuori dal mondo della narrazione, se la stessa non avesse deciso di riprendere con gli ultimi flash-back che di fatto chiudono il video. Né dentro, né fuori dal racconto l’abbraccio tra i due amanti assume, nel corpo del breve esperimento filmico, una dimensione perturbante che colpisce lo spettatore non dandogli certezze assolute. È davvero un momento in cui la Realtà vera dell’amore irrompe nello spazio finzionale del racconto autobiografico? Oppure è l’intervento abile dello sceneggiatore che dopo aver modulato sino a quel momento il racconto per campi isolati si scioglie, finalmente, in un’inquadratura contenitore che abbraccia i due amanti mentre si abbracciano?
L’ambiguità non si risolve, grande merito, in nessun momento ed eleva la qualità di un risultato che altrimenti sarebbe stato condannato all’eccesso di mielosità di analoghe operazione youtube.

Tweeting: Una sincera dichiarazione d’amore ad uso dello spettatore dei tempi di Youtube.

Where to: Yo te amo è, a suo modo, un video virale. Lo trovate, certo, nel canale youtube di Borllystar, ma la sua vita è più lunga ed estesa di quanto si immagini da quando la FELGT ha deciso di promuoverne la diffusione. Utilizzato, persino, come video d’appoggio per i corsi di spagnolo è stato ospitato all’interno di una webTV italiana di matrice dichiaratamente gay (Buzzintercultura) dove è sottotitolato in italiano. Qualche fan, infine, ha provveduto a doppiare l’intero corto in italiano (su diversi canali. Il più clickato è su Eternityproduction). Vi basta andare su Youtube e cercare «Yo te amo corto».


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