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Amici miei - come tutto ebbe inizio (Conferenza stampa)

Pubblicato il 22 marzo 2011 da Antonio Valerio Spera


Amici miei - come tutto ebbe inizio (Conferenza stampa)

Amici miei – Come tutto ebbe inizio è arrivato nelle sale italiane dopo più di un anno di grandi polemiche. Una contestazione popolare con tanto di gruppo Facebook e 50000 iscritti contro il prequel/remake, firmato dalla premiata ditta “natalizia” De Laurentiis/ Parenti, del mitico film di Mario Monicelli. Ai fan della saga tragicomica dei 5 amici fiorentini alle prese con zingarate e supercazzole, l’operazione del re dei cinepanettoni è risultata più che discutibile prima ancora dell’inizio delle riprese (ma ora, a vedere il film, bisogna dire che sono stati a dir poco lungimiranti – qualcuno dirà: ci voleva poco ad esserlo!). Soprattutto di questo argomento si è parlato alla conferenza stampa di presentazione del film a Roma, dove erano presenti il regista, i produttori e l’intero cast, da Placido a De Sica, da Panariello a Hendel, da Ghini a Ceccherini.

Neri Parenti: Per me realizzare questo film era un sogno nel cassetto. Un sogno che avevo da 20 anni, spinto da un immenso amore nei confronti di Amici miei. Poi De Laurentiis ha aperto il cassetto e sono riuscito a realizzare questo sogno. Spero di aver mantenuto le caratteristiche specifiche e lo spirito del capolavoro originale. Sinceramente penso che il risultato sia buono. Ci siamo avvicinati con molto rispetto al film di Monicelli. Ma questo è un altro film. Abbiamo scelto l’ambientazione quattrocentesca e la distanza temporale ci ha dato la possibilità di fare qualcosa di diverso e anche di raccontare un certo tipo di burla che oggi non si potrebbe più fare.

Aurelio De Laurentiis, non trova rischiosa l’operazione di questo film?

Aurelio De Laurentiis: Era il 1975 quando Amici Miei uscì e io iniziavo in quel periodo a fare il produttore. Un anno dopo Monicelli ed io ci incontrammo per fare Il borghese piccolo piccolo. Dopo 6 anni convinsi Mario a fare Amici miei atto secondo, un film di grande drammaticità con burle che servono a fuggire dallo spettro della morte, dalle rotture della quotidianità, dalla misoginia. Nel ‘95 con Benvenuti e De Bernardi nacque l’idea di questo prequel. Con Neri avevamo già programmato di fare questo film 4 anni fa. Tra l’altro feci un contratto a Depardieu, poi però lo vidi promuovere un film precedente in modo che a me non convinceva e allora abbiamo fatto una marcia indietro sugli attori francesi. Abbiamo virato per un film più contemporaneo, con presa diretta, niente doppiaggio. L’atto mio di fiducia verso questo film è che possa raggiungere lidi che alcuni film italiani oggi hanno difficoltà a raggiungere, come il primo Amici miei che venne licenziato in 30 paesi.

Non ha avuto paura del fatto che fosse un film in costume?

Aurelio De Laurentiis: No, pensiamo a Il discorso del re ad esempio: un film o funziona o non funziona. Non c’entra niente che sia in costume.

Michele Placido, ultimamente sta recitando in molte commedie a differenza di quanto ha fatto in passato…

Michele Placido: In tanti mi dite questo ed è sicuramente vero, però ricordatevi che comunque io ho iniziato con Monicelli in Romanzo popolare. Io mi diverto molto a recitare nelle commedie, anche perché poi i registi in questi ultimi tempi mi chiedono sempre di dare più carattere ai miei personaggi. Recitare in questo film per me è stata una gioia, un piacere.

Come vi siete trovati a recitare in un film così rischioso per il paragone con il passato?

Paolo Hendel: Amici miei - Come tutto ebbe inizio è una commedia kolossal ed è un atto d’amore nei confronti del film di Monicelli, a cui ci siamo avvicinati con molto rispetto. Io mi ero imbattuto in questa avventura già dieci anni fa, quando mi fecero leggere la primissima sceneggiatura. E leggendola ci ho ritrovato subito lo spirito dell’originale, con i protagonisti che vivono la vita con leggerezza, anche se dietro l’angolo c’è morte e tristezza.

Giorgio Panariello: Io nel film interpreto Cecco, che ha un’osteria e che quindi in qualche modo è “l’antenato” del personaggio di Amici miei interpretato da Duilio Del Prete prima e Renzo Montagnani poi. Tra l’altro – questa è una curiosità – io ho nel cassetto il sogno di realizzare un film proprio sulla vita di Renzo Montagnani, una vita artistica e personale difficile e travagliata che mi piacerebbe raccontare ai giovani di oggi che probabilmente neanche sanno chi è Montagnani.

Christian De Sica: Io mi sono salvato perché il personaggio che interpreto non ha un omologo nel film originale. Per interpretarlo ho dovuto studiare il toscano insieme a Placido e Ghini, anche se comunque alla fine recito in italiano con un leggero accento toscano. Le lezioni di dialetto sono state per noi attori anche un modo avvicinarci e fare gruppo prima di arrivare sul set. Per me è stato un onore ed è stato bellissimo far parte di questa avventura, anche perché con questo film Cinecittà è tornata ad essere come una volta, è tornata ad essere il set di un film di genere che in Italia purtroppo non si fanno più.

Massimo Ceccherini: Io sono contento di aver lavorato con Neri Parenti, Aurelio De Laurentiis e con questi stupendi attori, per me è stato un vero onore. Ringrazio veramente il produttore per avermi dato questa opportunità.

Dove avete girato il film, oltre che a Cinecittà?

Neri Parenti: Abbiamo girato tanto in Toscana. Le cose più “monumentali” sono in esterni, mentre il borgo, certi interni, l’osteria sono stati ricostruiti interamente in 20000 m² di Cinecittà.

De Sica, si è ispirato a qualcuno per interpretare il suo personaggio?

Christian De Sica: Quando faccio la farsa, tutti mi dicono che copio Alberto Sordi. Per questo ruolo invece ho pensato a come l’avrebbe interpretato mio padre, a come mio padre avrebbe reso sullo schermo un aristocratico con le scarpe bucate. E devo ringraziare Neri Parenti, perché mi ha aiutato molto a costruire un personaggio che non mi apparteneva molto.

Cosa ne pensate sinceramente delle polemiche?

Neri Parenti: Vediamola così: i fiorentini la prendono d’aceto, perché per loro è un oltraggio toccare Amici miei, che è una cosa che gli appartiene. Per me realizzare questo film era un sogno ed era anche un modo per rendergli omaggio. Diciamo che i fiorentini o comunque le persone che hanno contestato il film sono innamorati di Amici miei così come lo sono io. Le loro polemiche partono dallo stesso sentimento di amore che ha spinto me a realizzare quest’opera.

Aurelio De Laurentiis: Da noi in Italia si fanno tante proteste e contestazioni. In questi giorni è stato annunciato che gli americani hanno in progetto la realizzazione di un prequel e di un sequel di Blade Runner, ma mi sembra che non si sia alzata nessuna polemica…


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