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Conferenza stampa di La caduta

Pubblicato il 17 aprile 2005 da Edoardo Zaccagnini


Conferenza stampa di La caduta

Produttore e sceneggiatore de La Caduta, Bernd Eichinger è stato sempre interessato alla storia tedesca e soprattutto al decennio nazista. “Quando sono nato, nel 1949, Hitler era un argomento tabù”, ha ammesso Eichinger, “L’idea principale di quelle generazioni era dimenticare e ricostruire, tuttavia ho sempre nutrito un forte interesse per questo argomento e mi sono continuamente informato attraverso documenti di diverso tipo.

Quando ha deciso di produrre La Caduta?

E’ da circa trenta anni che coltivo questa idea. Il progetto vero e proprio, però, ha cominciato a concretizzarsi più tardi, quando ho capito che avevo accumulato una grande quantità di materiali. Ero arrivato alla saturazione e perciò mi sono sentito pronto per affrontare questa avventura.

E perché ha voluto raccontare proprio gli ultimi giorni della vita di Hitler?

La scelta di voler raccontare gli ultimi dodici giorni del Führer nasce da una vecchia domanda che continuavo a pormi sulla morte di un personaggio così terrificante e decisivo per le sorti dell’intera umanità. L’interrogativo esatto era questo: perché ad un certo punto i tedeschi non si sono fermati? Perché hanno perseverato fino alla fine, quando era chiaro che tutto era perduto? Una domanda che trova risposta nei precedenti dodici anni di dominio. Io personalmente ho cercato di mettere in scena questi ultimi dodici giorni per mostrare proprio il senso tragico di quei dodici anni precedenti. In tutto ciò non v’è mai stata l’intenzione di dare vita a un progetto di natura commerciale. Piuttosto devo attribuire il merito della riuscita del film a Joachim Fest e al suo grande libro che, appunto, sa esporre in modo perfetto il nesso tra la durata del regime e gli ultimi giorni del suo dominio. Così come grande merito deve essere dato a Bruno Ganz. Se non avesse accettato il ruolo del protagonista, probabilmente, non avrei realizzato il film. Lui è l’unico della sua età capace di arrivare a questa grandezza interpretativa.

La caduta èun film dai toni scuri. Non ha mai pensato di inserire delle figure positive?

Molte storie cinematografiche vedono la contrapposizione tra un cavaliere bianco e uno nero. Alla fine, dopo il conflitto e la sofferenza, il cavaliere bianco trionfa sul cavaliere nero. Nel Terzo Reich non esiste una contrapposizione tra due cavalieri di opposto colore né tanto meno il trionfo del cavaliere più chiaro. In questa storia dominano i colori scuri della morte e, al limite, esistono alcune sfumature verso il grigio.

[aprile 2005]


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