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I padroni di casa (Conferenza stampa)

Pubblicato il 5 agosto 2012 da Fabiana Proietti


I padroni di casa (Conferenza stampa)

Locarno, 5 agosto 2012. Arrivano al gran completo i "padroni di casa", unici portabandiera del cinema italiano in questa edizione del Festival di Locarno. Per l’opera seconda di Edoardo Gabbriellini, scoperto come attore da Paolo Virzi’ in Ovosodo, e già autore nel 2003 di B.B. e il Cormorano, oltre a lui sono presenti il produttore Luca Guadagnino, per cui Gabbriellini ha recitato in Io sono l’amore, il cantautore Cesare Cremonini che ha composto alcuni brani per il film e gli interpreti principali Valerio Mastandrea, Elio Germano, Valeria Bruni Tedeschi, l’esordiente Francesca Rabbi e Gianni Morandi, salutato come una star dalla stampa per questo suo ritorno al cinema dopo La cosa buffa del ’72.

Per Gabbriellini la scelta di ambientare il film in una provincia di montagna non è dovuta a una dicotomia simbolica tra città (i protagonisti Mastandrea e Germano, operai di una ditta di bioedilizia, vengono da Roma) e campagna ma per raccontare una storia di violenza che avrebbe potuto svilupparsi ovunque "anche nel suo condominio". E tuttavia questa natura si impone "perché guarda, immobile, tutti i personaggi, assistendo alle loro azioni e reazioni, ma andando comunque avanti, come nel finale, quando il personaggio di Mastandrea percorre il bosco. La natura è l’unica cosa che resta".

Non c’è nel film alcun monito, per lo meno intenzionale. "Non volevo creare un avviso - Warning! - ma è chiaro che se lo spettatore esce dalla sala portando con sé questo messaggio ne sono contento" dice ancora Gabbriellini. "Il mio interesse principale era riflettere sulla facilità con cui la violenza puo’ nascere e dipanarsi".

E gli attori sono rimasti affascinati proprio dal taglio quasi antropologico adottato dal regista: da Valerio Mastandrea che ha anche cofirmato la sceneggiatura e che ha "condiviso questo progetto fin dall’inizio" a Elio Germano che è stato attratto dal "disagio della rappresentazione di sé. Ci sono alcuni esseri umani che creano un’immagine di se stessi in un dato contesto. La messa in crisi di questo immaginario dà luogo a emozioni impreviste. Quello che mi ha colpito dello script era il racconto della difficoltà di essere animali sociali, dei cortocircuiti generati dal confronto tra vita privata e vita pubblica".

Diversa la sfida attoriale di Valeria Bruni Tedeschi, chiamata a interpretare Moira, la moglie del divo locale Fausto Mieli interpretato da Gianni Morandi, colpita da un ictus e ridotta su una sedia a rotelle, privata della parola, per cui il ruolo era allo stesso tempo attraente e repellente: "Come attrice non amo i grandi numeri, le performance eccessive che a volte ruoli come questo impongono.
Quando Edoardo mi ha contattato per propormi la parte ho deciso di assumermi la responsabilità del personaggio incontrando una donna che 15 anni fa ha avuto un ictus e da allora vive cosi’, con cinque parole al giorno, capendo tutto quel che avviene intorno a lei ma senza potersi esprimere. Durante le riprese ho cercato di tener sempre presente questo punto, questa prigione della comunicazione. Ho tentato di rispettarla e raccontare questo destino
".

E Morandi invece come ha vissuto il ritorno al cinema, con un personaggio che tra l’altro sembra quasi un suo doppio oscuro? "Ma davvero questo Fausto Mieli è credibile con la mia faccia?", scherza il cantante. "Per me è stato interessante tornare dopo 42 anni, mi incuriosiva il ruolo perché diverso da tutto cio’ che ho fatto sinora".

E spende anche parole di elogio per Cesare Cremonini con cui finalmente ha avuto occasione di collaborare, dopo vari tentativi mai andati a buon fine. "Io e Gianni" - racconta l’ex leader dei Lunapop - ci siamo conosciuti allo stadio anni fa mentre tifavamo per il nostro Bologna. Io espressi subito il desiderio di comporre per lui e avevo anche trovato il brano giusto, Mondo, che pero’ alla fine trattenni per la mia raccolta. Quando Edoardo mi ha chiesto di scrivere dei brani per il film ho scoperto che era per lui e cosi’ ha esaudito due preghiere in una volta: comporre musica per il cinema e sentir cantare miei pezzi da Gianni Morandi".

Una battuta infine sulla penuria di registi e film italiani a Locarno: "Come mai non ci siamo lasciati sedurre dalle sirene di Venezia, Roma o Torino? - dice Guadagnino - quando ci è arrivato l’invito di Locarno, dove tra l’altro sono stato benissimo lo scorso anno, per noi è stato un grandissimo onore. Per noi la vera sirena è stata Locarno".


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