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Conferenza stampa Nauta

Pubblicato il 3 giugno 2011 da Enrica Orlando


Conferenza stampa Nauta

Guido Pappadà, al suo esordio da regista per il grande schermo, apre la conferenza stampa spiegando i motivi che l’hanno portato a girare Nauta, affiancato dagli attori Luca Ward, Davide Coco, Elena Di Cioccio e Massimo Andrei:

"Questo film è nato qualche anno fa, sotto il presagio di una tragedia oggi attualissima che è quella dei rifiuti a Napoli. Ho voluto inserire questo tema a me molto caro in una struttura avventurosa, un po’ “on the road”, con un finale romantico, come si è visto. Partendo quindi dal concetto di disastro ecologico come percezione di assenza di un futuro è nato inevitabilmente un film sul sogno".

Emilio De Mauro
E’stato un film dalla lavorazione complessa, girato in gran parte in mare aperto, sullo yatch … abbiamo avuto un grande sostegno dalla Rai e dal Ministero.

Davide Coco
E’ un film sulla volontà di essere liberi mettendosi in contatto con se stessi. Il viaggio diventa una possibilità catartica.

Massimo Andrei
Come co- sceneggiatore posso dire il motivo per cui ho accettato questo progetto: cinque persone, percorsi diversi, come un moderno reality. Ognuno ha un risvolto dopo il viaggio e questa parabola mi ha molto interessato

Il film è più che dignitoso, statico ed estetico. Rende onirica la realtà. Forse però andando nel filosofico si è scivolati sul super marketing della New Age. Li cala un po’ l’attenzione

Guido Pappadà
Il film è ambientato nel 1993 ed è ispirato a questa onda New Age che ha contraddistinto molto gli anni Novanta. Nel passaggio al millennio la gente viveva di questa aspettativa, sentiva l’esigenza di un mondo nuovo, una nuova e ritrovata armonia con la natura … per la narrazione era uno scivolo facile adottare questa motivazione e spiegare la spinta di Bruno a partire per questa ricerca.

Una domanda a Luca Ward. So che nella vita privata sei realmente appassionato di vela, di mare. Quanto hai messo di tuo in questo personaggio?

Luca Ward
Io credo che tutti gli uomini di mare sono in fuga da qualcosa ma hanno un legame forte che li mantiene ancorati alla terra. Il rapporto con i figli è uno di questi e solitamente è questo che non ti permette di fuggire realmente. Ci vuole più coraggio a stare qua che sulla barca.

La biologa è una raccomandata. Questo tema, appena accennato, è stato anche questo uno scivolo per la narrazione o voleva essere una denuncia velata?

Guido Pappadà
Entrambe le cose. I sognatori in Italia non li pagano. Allo stesso tempo, la raccomandazione politica ha reso credibile il finanziamento universitario ad un’impresa come quella in cui vuole cimentarsi Bruno.

Che significa per voi il mare?

Elena Di Cioccio
Io con il mare ho un rapporto profondo. In mare ti rendi conto di quanto conti poco perché è lui governarti. Questo ti riequilibra poi dopo, quando torni a terra.

Luca Ward
Per me è un rapporto di movimento, di mistero, di quello che non conosciamo.

Guido Pappadà
Io sono molto legato al mare. Vivo in un posto di mare e con il mare mi ci sveglio. Sicuramente una cosa che mi ha sempre affascinato è il mare come autostrada, l’idea che puoi raggiungere l’altra parte del mondo in mare. E mentre viaggi il mare è sempre uguale, durante tutto il viaggio sembra tutto uguale finché non ti ritrovi davanti un’altra terra e ti sorprendi.


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