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Festa del cinema di Roma 2007 - Heima - Extra

Pubblicato il 27 ottobre 2007 da Andrea Esposito


Festa del cinema di Roma 2007 - Heima - Extra

Heima (in islandese: ‘a casa’) è il diario del viaggio compiuto dai Sigur Ròs nella loro terra natia, al termine del tour mondiale del 2006. Un omaggio all’Islanda e ai suoi ammalianti scenari, dei quali la musica dei Sigur Ròs costituisce una suggestiva emanazione. Ogni concerto diventa così un evento caratterizzato dalla sua piccola storia: per protestare contro la costruzione di una diga gli otto islandesi suonano in un set completamente acustico nella vallata che sta per essere allagata; suonano in una fabbrica abbandonata di un piccolo paese abitato d’inverno da due sole persone; suonano in uno strano scenario, davanti a due case perse nel nulla, tra curiose sculture di uomini e animali.
Alcune volte li vediamo sul palco e altre volte in una situazione domestica, intima, dove il regista Dean DeBlois ricrea l’alchimia della prova, e per qualche minuto ci pare di assistere alla nascita di quella musica misteriosa e spettrale che ci accompagna per tutto il film: i Sigur Ròs sono un’aggregazione e ad un tempo una dilatazione. In Heima più che mai ci accorgiamo di come il nucleo della loro musica si nasconda in un gioco di distanze, in una continua dialettica tra coralità e solitudine, tra un’evanescenza palpabile e una sensazione di comunanza.

Il suono è rarefatto in ondate di feedback gentile ed eteree aperture sinfoniche, sostanziate dalla presenza continua degli archi. La fluidità scarnifica la melodia ed ogni progressione. Tutto sembra senza tempo. Nasce la sensazione di una distanza avvolgente, guidata dalla voce straniante del cantante, familiare ma ugualmente remota. Tutta la musica sembra provenire da un altro tempo, la momentanea liquefazione sonora di un qualcosa di antico e dimenticato. Come una terra disabitata o un inafferrabile processo geologico. Dall’altra parte c’è una pulsazione incessante, incarnata nel batterista, propulsivo ed ambientale allo stesso tempo. Segue e detta il suo tempo, trasformando l’organico in una creatura evanescente e palpitante. Qui c’è il respiro e il cuore dei Sigur Ròs, c’è una carnalità profonda che annulla ogni distanza tra musica e pubblico.

Questo gioco di distanze è replicato a livello visivo. Lo spazio sterminato dello scenario islandese si contrappone ai primi piani che affollano il film: c’è una perenne presenza del pubblico, mai ridotto a folla. Continuamente i volti dei musicisti si mescolano a quelli degli spettatori, con una speciale insistenza su quelli dei bambini, in un incessante movimento inclusivo.

L’Islanda è raccontata per gli elementi che ne compongono lo scenario. Dall’acqua si arriva alla terra, dalla terra alla pietra, dalla pietra alla nebbia. Commoventi fotografie che colgono la solitudine siderale e l’aliena bellezza di terra e luce.

Il registro è quello del videoclip, anche se spesso veste un abito da live, focalizzandosi sul momento della performance. A questo si alternano le immagini di spazi naturali infiniti, in una formula che compone la tessitura del film. Convincente il lavoro accurato sulla sincronia: il ritmo, estremamente funzionale, è dotato di un dinamismo invisibile che non accentua la dilatazione ma sottolinea il respiro della musica.

Spettacolari i momenti – specialmente all’inizio e alla fine – dove la musica si fa pià aggressiva. Nei crescendo i Sigur Ròs danno il meglio di sé, elaborando la lezione del postrock e dello shoegaze con un’impressionante organicità. L’inevitabile esplosione di luce e suono è gestita con un ritmo che trova pochi paralleli nel rock contemporaneo.
Difficilmente dimenticabile il mastodontico congedo, sfinente e abrasivo.


CAST & CREDITS

(Heima) Regia: Dan DeBlois; fotografia: Alan Calzetti; montaggio: Nick Fenton; musiche: Sigur Ròs; produzione: Klikk Film, EMI Records in association with the Icelandic Film Center; origine: Islanda, 2007; durata: 97’


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