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Festa del Cinema di Roma 2007 - Manda Bala (Send a Bullet) - Extra

Pubblicato il 27 ottobre 2007 da Alessia Spagnoli


Festa del Cinema di Roma 2007 - Manda Bala (Send a Bullet) - Extra

Se Extra è la sezione più sperimentale della festa, la sua punta più avanzata verso territori cinematograficamente sconosciuti o poco noti, il suo vertice dell’iceberg (per citare il titolo di un altro magnifico documentario presentato in questa pregevole vetrina) questo proteiforme, colorato, magmatico lavoro, già vincitore all’ultimo Sundance Film Festival risulta un’esemplificazione particolarmente riuscita degli intenti dichiarati dai selezionatori.
Il film sorvola a pelo d’aria il Brasile, con ritmo e respiro particolarmente avvincenti, sostenuto, in questo, da un montaggio abilissimo e dalla scelta davvero ispirata di musiche a definizione e commento.
Il caleidoscopico lavoro di Jason Kohn si avvale di svariate vicende umane, in cui le alterne parabole personali dei vari soggetti intervistati, valgono a rendere efficacemente lo sfaccettato retroterra culturale dell’ennesimo paese supremamente contraddittorio incontrato grazie ai film della festa. Emerge, ma solo a proiezione ultimata, un mosaico che spetta allo spettatore ricomporre e riassembrare mentalmente, unendo i vari frammenti narrativi impazziti, Un’opera densa di interesse e di spunti di approfondimento mai banali sul caotico gigante sudamericano.

I “poveri” ricchi che si ritrovano a soffrire le pene dell’inferno e che se ne inventano una più del diavolo pur di scampare ad un possibile rapimento (reato assai diffuso e praticato nel paese sudamericano) da parte dei più crudeli aguzzini in circolazione. I quali, però, a loro volta, a microfoni accesi e davanti alle telecamere replicano “candidamente” alle accuse ammettendo di come si tratti per loro dell’attività più lucrativa e praticabile possibile. Più che rapinare le banche, ad esempio. Chirurghi plastici che prosperano anche grazie agli interventi di ricostruzione dei lobi recisi dai rapitori, per estorcere imponenti somme di denaro ai familiari delle vittime. Società che fanno affari coi loro elicotteri-taxi, sfruttando una soluzione escogitata per rendere impossibile la pratica del sequestro di persona, come detto dilagante. Delinquenti abituali dotati inaspettatamente di ferrei codici d’onore, che ritroviamo intenti nella meritoria attività di fornire medicinali ai malati indigenti, quegli stessi che non possono neppure permettersi di curarsi, mentre i potenti mirano unicamente al proprio tornaconto personale, non esitando, per questo, a truffare e imbrogliare, a vessare soprattutto le fasce sociali più deboli ed esposte alle minacce dell’esistenza. e mirabile lucidità di sguardo sulla realtà e i “soliti” politicanti corrotti, che, a qualsiasi latitudine ti sposti, ritrovi sempre sotto le stesse spoglie. Tutti a condividere i medesimi, deprecabili vizi di sempre: corruzione, megalomania, attaccamento al potere.

Fra tante immagini, quella che probabilmente vale tutto il film riguarda il particolare del volto dei personaggi posti dal destino agli estremi di questa piramide sociale: quello del presidente che campeggia sorridente sui manifesti cittadini e in Tv e il viso del rapitore delle favelas, costretto a nascondersi dietro al passamontagna, un delinquente abituale di cui, però, non riusciamo a contestare la minima affermazione, mentre depreca la prassi di colpire il piccolo malvivente, quando, all’opposto, i “pesci grossi” non fanno che scampare puntualmente alle maglie della giustizia. E qui, la genesi del terrore trova finalmente delle cause “reali”: l’illustrazione delle origini del terrorismo spiegato ad un uditorio generalmente confuso da motivazioni di segno semplicistico e fuorviante. L’impressione di stare assistendo ad un film dalla struttura a tesi viene avvalorata dalle dichiarazioni del regista.
L’approccio al materiale è fresco, moderno, non appesantito da intenti pedagogici, che si vorrebbero propri al documentario: qui non esiste gerarchia che tenga tra un regista onnisciente e uno spettatore da istruire.
Un esordiente in gamba, questo Jason Kohn. Da tenere d’occhio.


CAST & CREDITS

(Manda Bala, titolo internazionale: Send a Bullet) Regia: Jason Kohn; fotografia: Heloisa Passos; montaggio: Andy Grieve, Doug Abel, Jenny Golden; produzione: Kilo Films; distribuzione internazionale: Celsius Entertainment; origine: USA 2007; durata: 85’


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