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Festa del Cinema di Roma 2015 - Conferenza stampa

Pubblicato il 3 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni


Festa del Cinema di Roma 2015 - Conferenza stampa

Manca davvero poco, ormai. La Festa del Cinema di Roma, che quest’anno raggiunge il traguardo della decima edizione, prenderà il via il prossimo 16 ottobre, fino al 24. Nove, intensissimi giorni durante i quali il pubblico potrà godere delle numerosissime anteprime, partecipare agli incontri con personalità di spicco del mondo del cinema e della cultura, seguire coinvolgenti masterclass, (ri)ammirare emozionanti retrospettive dedicate ai grandi autori del mondo cinematografico nostrano e divertirsi e rilassarsi tra gli stand del Villaggio del Cinema allesstito per soddisfare ogni richiesta e molto, molto altro ancora. In preparazione dell’imminente apertura, come da tradizione, si è svolta martedì 29 settembre la consueta conferenza stampa nell’affollatissima Sala Petrassi, all’interno del sempre splendido Auditorium Parco della Musica (vera e propria base operativa della Festa). Grazie a un doppio intervento esauriente di Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma, è stato presentato il programma (quasi del tutto) completo, svelati i presupposti sui quali si è lavorato per poter organizzare una nuova edizione innovativa e ricca di contenuti, nonchè gli obiettivi preposti per un successo che, a sentire gli alti vertici, pare già annunciato.

Piera Detassis: Benvenuti a tutti voi. Ho cercato di racchiudere in due parole chiave il senso del lavoro che ci ha condotto fino alla Festa: queste due parole sono “tessitura” e “apertura”. Una minuziosa tessitura di relazioni con l’universo-cinema, per garantire la continuità dell’attività della Fondazione Cinema di Roma lungo tutti i mesi dell’anno...e apertura della città, dal centro alla periferia. Questo vuol dire celebrare la Festa diretta da Antonio Monda ed è importante per noi essere in grado di andare anche oltre l’evento, trasformandolo in una piattaforma di lancio per un vero e proprio progetto che non si esaurisce in nove giorni, creando reti, vicinanze, partecipazione e diffusione. Bisogna tessere una tela sottile con gli autori, l’industria e il mercato, le istituzioni, le organizzazioni sul territorio, capire e intercettare il pubblico, che è il nostro punto di riferimento. Abbiamo cominciato a farlo in questi mesi passati in molti modi. Speriamo con tutto il cuore di aver contribuito a creare non un unico modello, ma un modello unico che riesca a sostenere i più importanti momenti della vita audio-visia della città di Roma e del Lazio, i cui riflessi sono capitali a livello nazionale. Il lavoro è ancora molto e mi preme ringraziare i soci fondatori, i consiglieri nel c.d.a. e il mondo del cinema tutto. Anche in tempi duri, con tutti loro al fianco, la parola cultura non suona a vuoto. Inoltre, volevo precisare con un appunto che sono estremamente orgogliosa che Gian Luigi Rondi abbia deciso di utilizzare la Festa del Cinema per presentare il suo storico carteggio riguardante il mondo del cinema, e questo è un enorme privilegio, per cui lo ringrazio. Grazie a tutti, è stato davvero un bel ritorno: complesso, difficle, ma molto entusiasmante. Grazie ancora.

Antonio Monda: Buongiorno a tutti e grazie per essere venuti. Oggi inizia un progetto triennale e questo è il primo passo, però posso dire con certezza che aver lottato per mantenere alta la qualità dei contenuti ha dato i suoi risultati. Il primo punto importante, determinante è che questo non è più un Festival, ma una Festa e questo non è un semplice dato lessicale: Festa vuol dire che qui ogni ospite, ogni film è già un vincitore e Festa vuol dire anche che noi vogliamo riscoprire e condividere l’espressione del senso cinematografico, per condividere emozioni, sogni e incanti e tutto il resto è orpello. Per questo motivo ho deciso io in primis di eliminare le giurie, le competizioni e i vari premi, con l’eccezione per il premio del pubblico. In passato il Festival (che ora è Festa) è stato accusato di non avere identità...per me questa è un’affermazione ingenerosa e che, per altro, non ho mai compreso. Le prime tre parole chiave che abbiamo condiviso con i colleghi sono “discontinuità”, perchè al di là di qualsiasi valore e giudizio che darete al nostro lavoro, non potrete far altro che negare che sia un segno di discontinuità con il passato; “varietà”, di proposte, di genere, ma anche di origine, perchè ci sono film da ogni parte del mondo (37 film da 24 Paesi diversi); e la più importante, la parola chiave, la “qualità”, che ci ha portato anche a dare dei “no” dolorosi, perchè abbiamo ubbidito solo alla nostra coscienza, scegliendo i film e i documentari che ci sono piaciuti di più. La Festa è disegnata su tre fasce diverse di uguale e assoluta importanza: le retrospettive, affidate a Mario Sesti (su Antonio Pietrangeli, a cui seguirà un intervento di Stefania Sandrelli; su Pablo Larrain, che sarà ospitata al MAXXI; e sul mondo Pixar); poi vengono gli incontri, dato che ogni sera ci saranno questi incontri con un grande personaggio del mondo del cinema o della cultura; e poi i film, che sono 37, senza dimenticarci delle due serie televisive (Fargo – Seconda stagione, e Fauda) che presenteremo, perchè sono fermamente convinto che un pezzo del miglior cinema in assoluto si realizzi in televisione. Poi vi saranno degli omaggi, tra cui quello a Pasolini, Ettore Scola, Paolo e Vittorio Taviani, Paolo Villaggio, Francesco Rosi... Per quanto riguarda le anteprime, devo ammettere di essere orgoglioso per alcune scelte intraprese da noi dell’organizzazione...Personalmente non capisco questa corsa sfrenata per accapparrarsi un film in anteprima mondiale, perchè non vedo dove sia il problema se un film è già stato presentato da qualche altra parte del mondo...e in totale ce ne sono cinque o sei di questi casi eccezionali. In più ho stretto un’alleanza con il Festival di Londra, del quale ringrazio Clare Stewart che è la direttrice, per il motivoche il Festival di Londra comincia dieci giorni prima del nostro, quindi non avrebbe senso farsi la guerra per accaparrarsi i film prima dell’altro: ecco, quest’alleanza è figlia di un approccio professionalmente adeguato, così ci sono film che passano prima a Londra e altri, viceversa, prima a Roma. Capitolo red carpet: tutti noi amiamo il red carpet, ma voglio dire una cosa, ovvero che, a mio parere, negli ultimi anni i Festival si sono avvicinati troppo a delle sfilate di moda (con tutto il rispetto), ma i Festival non sono importanti per chi va sul red carpet o per il vestito che le star indossano, ma per l’emozione che regalano in sala. Ancora, ho chiesto ai selezionatori dei particolari “film della vita”, per farvi conoscere, così per gioco, i nostri gusti personali...spero che siano di vostro gradimento. Rispetto allo scorso anno abbiamo un giorno in meno e una sala in meno da utilizzare (la Santa Cecilia). Anche per quanto riguarda la sigla abbiamo voluto dare un segno di discontinuità, utilizzando immagini di cinema, utilizzando sequenze di festa appartenenti al cinema (durante la conferenza è stata mostrata una sola sequenza, tratta da La leggenda del re pescatore di Terry Gilliam). Ora, cari ospiti, vi saluto con una battuta tratta da quello che, secondo me, è il più grande film della storia del cinema, ovvero Otto e mezzo: “E’ una festa la vita, viviamola insieme”. Grazie.

Quali sono secondo lei gli standard per poter definire un film "bello"?
A.M.: Innanzitutto un film deve sapere trasmettere delle emozioni, da condividere dentro la sala, al buio. Se queste emozioni passano, che siano di gioia, tristezza, dolore o inquietudine, il film funziona. Poi queste emozioni possono essere trasmesse attraverso linguaggi diversi, più volgare o raffinato, ma l’importante è che non siano emozioni che arrivino fredde. Questi film che abbiamo selezionato ci hanno emozionato molto, per questo li abbiamo scelti all’unanimità.

Quali star potremo ammirare?
A.M.: Bè, anche se questa domanda per ora non può avere una risposta definitiva, vi abbiamo anticipato già il nome di Jude Law, di Ellen Page e di Monica Bellucci. Ma ce ne sono altri dai quali aspettiamo una conferma. Comunque vi ripeto che un Festival o Festa che sia si giudica in base a ciò che si vede all’interno delle sale, non in base agli ospiti presenti o che accompagnano i film. L’importante è sempre quello che appare sullo schermo.

C’è un film che lei voleva portare alla Festa, ma non è riuscito a portare con grade rammarico?
A.M.: Si, sarò sincero...ed è il film di Steven Spielberg (Il ponte delle spie), con il quale ho molto insistito. Non abbiamo potuto portarlo perchè esce in America il 16 per l’appunto, mentre in Italia solo a Natale, per cui per ragioni commerciali e di mercato non abbiamo potuto fare nulla.

A quanto ammonta il budget a disposizione per la direzione artistica?
A.M.: Sul budget per la direzione artistica abbiamo una cifra a disposizione di 3 milioni e 600 mila euro8riferiti alle spese a disposizione, non a quelle generali).

Per chi volesse conoscere nel dettaglio quanto contenuto nel programma, vi rimandiamo al nostra Presenazione della festa del Cinema di Roma 2015


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