X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Festival Internazionale del Film di Roma. Conferenza Stampa.

Pubblicato il 15 ottobre 2013 da Agostino Devastato


Festival Internazionale del Film di Roma. Conferenza Stampa.

Roma, 14 Ottobre 2013. L’Auditorium Parco della musica torna a pulsare Cinema e lo fa partendo da una Sala Petrassi stracolma di giornalisti italiani ed internazionali. Il Festival Internazionale del Film di Roma scalda i motori con il suo primo atto ufficiale, la conferenza stampa in cui il programma e lo stile di questa ottava edizione del Festival romano, la seconda guidata dal direttore artistico Marco Muller.

Prende la parola il direttore artistico e fin dalle prime battute mira a dichiarare apertamente il suo festival: “Il festival riparte perché c’era bisogno che ripartisse come festival/festa(…) Se avessi saputo che dovevo fare non un festival, come l’anno scorso, ma un festival/festa, forse ci avrei pensato anche prima e a questo punto, quando lo abbiamo capito, verso la fine della primavera, abbiamo deciso di metterci in gioco completamente. Per fare ciò bisogna concedersi il lusso di contraddirsi.” Si tratta dunque di una prima dichiarazione di intenti, di “poetica da festival” se vogliamo concederci una forzatura. Muller parla di festival “schizofrenico” e subito, con un esempio, ci spiega ciò che vuole dire: “Già dalla serata inaugurale tutto è chiaro. C’è un grande film italiano, il film di Veronesi, il ritorno della commedia all’italiana, seguito dal più straordinario apologo fantascientifico di lingua inglese, girato da un regista sud coreano, Joon-ho Bong, con degli attori internazionali, fra cui Tilda Swinton.” Poi aggiunge: “È questo tipo di schizofrenia addomesticata ma non domata di cui abbiamo bisogno.

A proposito del divismo, sembra che quest’anno sia cresciuto a vista d’occhio l’appeal di questo festival/festa nei confronti dei divi stranieri: “Ci sarà una dose regolare quotidiana alta e in alcuni punti altissimi di divismo”, (i film in programma infatti presentano attori del calibro di Mattew McConaughey, Jennifer Gardner, Joaquin Phoenix, Amy Adams, Christian Bale, Casey Affleck, Jennifer Lawrence, Tilda Swinton ecc) anche se come spesso accade durante i Festivals molto dipende dalle scelte dei distributori.

Sul cinema Italiano, ampiamente rappresentato nelle varie sezioni da autori come Vincenzo Marra, Giovanni Veronesi, Guido Lombardi, Manetti brothers, per citarne alcuni, Muller parla di una presenza quotidiana nelle proiezioni del cinema italiano: “Ci sarà il cinema italiano ogni giorno, non come luogo del “volemose bene”, ma in qualche modo perché ci interessa ciò che sta succedendo nel cinema Italiano” e ancora: “Abbiamo deciso di insistere sul cinema italiano popolare che si rinnova, su chi ripensa i generi, come Veronesi ha ripensato la commedia all’italiana.” Sul mondo del documentario invece ci sarà la sezione dedicata Prospettive Doc Ita a cui Muller guarda con grande attenzione.

È sempre la "schizofrenia addomesticata" a fare da collante nelle parole di Muller che a questo proposito sfodera un altro esempio dicendo che ci saranno “Grandi film americani, con proiezione di gala in sala Santa Cecilia e poi a fare da contrappunto in sala Petrassi o in altre sale ci sarà il cinema americano indipendente, con ad esempio il nuovo film di Jonatan Demme, che farà anche una Masterclass”. Grossi film, americani e cinesi soprattutto, e opere prime e seconde. A queste ultime Muller ha già dimostrato in passato di tenere particolarmente; sono infatti 17 le opere prime e seconde che vedremo in questa edizione. Va avanti Muller nella presentazione del suo festival e sullo sguardo retrospettivo: “anche qui c’è una contraddizione addomesticata, c’è infatti la retrospettiva sull’epoca d’oro del peplum italiano” il primo titolo sarà Arrivano i titani con Giuliano Gemma. Dopo il lungo e doveroso applauso in memoria dell’attore scomparso da poco, Muller riprende il filo del suo discorso metodicamente schizofrenico “Accanto a tutto questo c’è il cinema del mondo. Il cinema che ha il coraggio di andare oltre al cinema.

In conclusione, con la paura di non aver espresso nel miglior modo possibile la sua idea di festival ribadisce: “Stiamo cercando di ragionare su un festival che abbia voglia di essere anche festa. Non abbiamo seguito linee tendenziali, ci siamo trovati con un programma dal quale scaturivano le evidenze e quindi le abbiamo organizzate in modo che ci sia davvero un momento di festival e un momento di festa. Il tutto quasi sempre in parallelo, fermo restando che ci saranno delle accentuazioni soprattutto verso il cinema di qualità.

A proposito della madrina, Muller non si sbilancia ma parla di una “mamma Roma ideale” che poi si rivelerà essere Sabrina Ferilli.


Enregistrer au format PDF