X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Francesca Comencini: "In Italia la bellezza è una merce"

Pubblicato il 7 settembre 2012 da Antonio Valerio Spera


Francesca Comencini: "In Italia la bellezza è una merce"

A differenza del film, che ha ricevuto pochissimi applausi alla proiezione per la stampa, in conferenza Francesca Comencini, Filippo Scicchitano e Giulia Valentini, regista e interpreti di Un giorno speciale, sono stati accolti con molto calore. Il film, prodotto dalla Palomar e in uscita nelle sale il 4 ottobre grazie a Lucky Red, racconta la giornata particolare di due giovani, lei aspirante attrice pronta ad un appuntamento con un politico, lui autista di quest’ultimo al suo primo giorno di lavoro.

Filippo e Giulia, come vedete i vostri personaggi?

Filippo Scicchitano: Credo che Marco sia un animo buono ma che abbia anche un atteggiamento molto deludente. In fondo non fa nulla per impedire alla ragazza di fare quello che sta per fare e quindi non lo reputo positivo come personaggio. La sua rabbia e la sua indignazione esplodono solo nel finale.

Giulia Valentini: Il mio personaggio insegue un sogno e lo raggiunge solo in parte perchè alla fine rimane delusa di se stessa. Il suo sogno poi in realtà è quello della madre. Gina è molto più aggressiva di Marco durante il film, anche se alla fine è lui che tira fuori la forza.

Diciamo che nel finale i personaggi si scambiano i ruoli...

Francesca Comencini: Esatto, per quasi tutta la durata del film la più forte è Gina, che immagina mondi, si inventa un gioco per la città, e lui la segue. Quando poi la loro giornata si schianta sul mondo adulto e da ragazzo e ragazza devono diventare improvvisamente uomo e donna, è Marco che ha questo scatto di rabbia, di forza, e Gina che invece per tutto il film è stata forte, cede. È un film che gioca molto sui cambiamenti, anche nei toni, passa dalla leggerezza a un’estrema crudezza.

Dal film esce fuori un discorso importante sul valore della bellezza, come avete lavorato in questo senso?

Francesca Comencini: Nel film c’è un rapporto con la bellezza che non è gratuito, un rapporto che sullo schermo illustra molto anche dei personaggi, in particolare mamma e figlia. Gina è una ragazza bella, condotta a credere - e sua madre più di lei - che questa bellezza sia un valore non solo estetico, ma come possa anche essere una merce, e infatti nel film c’è una ricerca ossessiva della bellezza del corpo e delle facce. Questo discorso sulla bellezza ho cercato anche di portarlo sull’ambientazione. Il film è stato girato a Ponte di Nona, quartiere est della periferia romana, con case colorate in mezzo al nulla, senza servizi, un quartiere piazzato nel nulla però con grande cura estetica. Volevo fosse un altro simbolo di bellezza fatua. Poi c’è la bellezza ferita della città di Roma, una città dalla bellezza indiscutibile che però ha continuamente la tentazione di calpestare questa bellezza.

Per questo aspetto ha lavorato molto anche con Luca Bigazzi, direttore della fotografia?

Francesca Comencini: Assolutamente sì, grazie al talento di Luca Bigazzi, ho cercato di portare molta attenzione alla bellezza estetica, e volevo che essa acquistasse anche un valore etico in questa direzione. Il rapporto ossessivo con la bellezza può far precipitare la bellezza nel suo contrario ed è qualcosa che caratterizza molto il nostro paese in questi anni.

Come mai la scelta dell’unità temporale del racconto?

Francesca Comencini: Erano anni che volevo raccontare in modo leggero qualcosa di molto pesante che ha portato il nostro paese al di fuori del tempo, poi ho letto il libro di Bigagli, da cui è liberamente tratto il film, e ho trovato che l’unità temporale mi è sembrato l’ideale per raccontare qualcosa di pesantissimo e fuori dal tempo.

Come ha scelto i due giovani protagonisti?

Francesca Comencini: Avevamo creato un account mail per trovare gli attori e andavamo in giro a fare volantinaggio. Cercavamo sia lui che lei, poi ho visto Scialla! e ho pensato che Filippo fosse perfetto. Giulia l’ho scelta dopo quattro provini.

Come ha lavorato con loro due?

Francesca Comencini: Il film era molto scritto, ma io sto sempre attenta a lasciare uno spazio per i cambiamenti, per il caso e gli umori. Parlo molto con gli attori e così ho fatto con Filippo e Giulia. Insieme piano piano abbiamo decostruito la sceneggiatura.


Enregistrer au format PDF