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Golden globe 2006

Pubblicato il 18 gennaio 2006 da Alessandro Izzi


Golden globe 2006

Già trionfatore a Venezia, Brokeback Mountain si conferma come miglior film drammatico anche per i giurati dei Golden Globe. La pellicola di Ang Lee, infatti, un po’ a sorpresa, ha ieri letteralmente fatto incetta di riconoscimenti aggiudicandosi ben quattro statuette: Miglior film drammatico, Migliore regia, Miglior sceneggiatura originale (Larry McMurtry e Diana Ossana) e, infine, Miglior canzone originale per il brano A Love That Will Never Grow Old di Emmylou Harris. Il regista tailandese ha così sbaragliato una concorrenza piuttosto agguerrita trionfando anche sul favorito (per noi di Close-up), Steven Spielberg candidato come Miglior regista per lo straziante e bellissimo Munich. Quello per il film di Ang Lee è, quindi, un riconoscimento importante e significativo che si oppone scientemente al montare di polemiche sorto intorno ad un’opera che rilegge l’intero filone western alla luce di quella strisciante e latente omosessualità da sempre implicita nelle storie del genere. Un’indicazione precisa da parte della critica e dell’industria (il premio è assegnato dalla stampa estera, ma è da sempre considerato come una sorta di anticamera virtuale alla successiva consegna degli Oscar prevista, quest’anno per il 5 aprile) che vuole, insomma, opporsi fortemente alla ventata censoria che ha previsto il boicottaggio del film in molte sale americane, in particolar modo dello Utah.
Ma il sospetto è che si tratti anche di una scelta spietatamente politica, un tentativo potenzialmente riuscito di sfruttare la larvale aura scandalistica della pellicola di Ang Lee (uno scandalo pensabile invero solo nella bigotta America) atto a nascondere il fatto di aver colpevolmente ignorato un film difficile e controverso come quello di Spielberg che, nella sua disperata equidistanza, è opera di troppo difficile definizione e, comunque, troppo critica nei confronti della recente gestione della politica internazionale americana per essere lasciata libera ed impunita.
Tre sono stati i riconoscimenti per Quando l’Amore Brucia l’Anima - Walk The Line di James Mangold che ha conquistato le statuette per il Miglior film nella categoria commedie e musical e per i Migliori attori protagonisti (Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon).
Il miglior attore della categoria dei film drammatici è stato Philip Seymour Hoffman per Truman Capote: a sangue freddo mentre il premio per la Miglior attrice drammatica è stato attribuito all’attrice Felicity Huffman per Transamerica. Migliore attrice non protagonista è stata Rachel Weisz per The Constant Gardener, mentre George Clooney, ignorato anche lui per il bellissimo Goodnight and goodluck, altra opera scomoda che rilegge il passato del maccartismo alla luce di un presente stinto e non meno pericoloso, si è aggiudicato il premio come Miglior attore non protagonista per Syriana. Il premio per la Migliore colonna sonora è stato assegnato al bellissimo score composto da John Williams per Memorie di una geisha. Il premio per il miglior film straniero è andato, infine, a Paradise Now già presentato alla passata edizione del Festival di Berlino.
Molti i risconoscimenti importanti anche per la televisione. Lost, miniserie sulla quale torneremo presto su queste pagine si è aggiudicata, infatti, il riconoscimento come Miglior serie televisiva drammatica. Migliori attori nella stessa categoria sono stati Geena Davis per Commander in chief e Hugh Laurie per House.
Sul versante commedia i premi sono, invece, stati: Desperate Housewives (Miglior serie), Marie-Louise Parker (Miglior attrice per Weeds) e Steve Carell (Miglior attore per The office).
Empire falls trionfa, infine, come Miglior film per la televisione.

[Gennaio 2006]

I link a questo articolo:

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN - PERCHE’ SI

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN - PERCHE’ NO

GOOD NIGHT AND GOOD LUCK

THE CONSTANT GARDENER

WALK THE LINE - QUANDO L’AMORE BRUCIA L’ANIMA

PARADISE NOW


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