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Intervista a Giovanni Esposito, ideatore della webserie Milano underground

Pubblicato il 6 ottobre 2014 da Sarah Mataloni


Intervista a Giovanni Esposito, ideatore della webserie Milano underground

Giovanni Esposito, dopo aver acquisito la laurea in Communication and Media, fonda la IRIDE Production; negli anni successivi collabora con le principali case di produzioni(Fandango, RunMultimedia, Bedeschi Film, Filmgood, Hangar, Done!) nel ruolo di regista e producer.
Attualmente è content developer e produttore artistico di diversi format su tv e web, tra i quali Milano Underground, vincitore del premio Roma web fest.

Parliamo della webserie Milano underground, come è nato il progetto? C’è l’obiettivo di sviluppare e di diffondere l’idea di base?

L’idea è nata vivendo la metropolitana e vedendo che ogni passeggero portava con sé una storia.
Partendo da questo abbiamo cercato di creare un format il più possibile “internazionale”: abbiamo cominciato con Milano Underground, stiamo mettendo le basi per Roma underground, e in ogni città che ha la metropolitana il format è realizzabile. La metropolitana è il non luogo per eccellenza, è facile fantasticare sulla vita dei passeggeri e Milano underground racconta il contesto sociale che si sviluppa in superficie: senza la sua metro Milano non potrebbe esistere; i tubi della metropolitana sono le arterie che attraversano la città stessa. Raccontiamo la città da un punto di vista “underground”nel senso letterale del termine.
Credo che le webseries siano la base per l’industria dell’entertaiment del futuro (un futuro molto prossimo). Oggi, siamo alla seconda edizione del Roma Web fest, in ritardo rispetto ad altri paesi: il Los Angeles film festival esiste già da diversi anni, il Marsilia film festival esiste da 5 anni, per cui c’è molto più che un fermento, c’è un vero e proprio mercato.

Qual è l’idea portante di Milano Underground e c’è un personaggio caratteristico della serie ?

Il personaggio caratteristico non c’è, ogni episodio ha un cast diverso e il vero protagonista è la metropolitana. Milano Underground è un progetto collaborativo: sono quattro episodi girati da registi diversi.
E’ un format sul genere - City I love you –( New York I love you, Paris je t’aime), episodi che raccontano storie d’amore in diverse città, noi raccontiamo storie metropolitane in diverse città ed è giusto che siano raccontate da diversi punti di vista. L’idea alla base è la filosofia della rete, intesa non solo come internet, ma anche come rete umana di professionisti che collaborano ad un progetto.
Negli anni 80, quando avevi un’idea, dovevi correre in Siae a depositarla. Oggi la potenza di Internet, ti rende invece proprietario dell’idea stessa. Il progetto finale è legato all’idea della connessione: sono quattro episodi concatenati tra di loro in un meccanismo di causa effetto.
Il concetto di causa effetto in metropolitana è espresso perfettamente: pensando cinematograficamente a Sliding doors, Gwyneth Paltrow che perde il treno cambia la sua vita e la vita di altre persone, e questo in Milano underground è raccontato perfettamente.
Ad esempio, il secondo episodio racconta di una quindicenne che si scopre incinta, prende la metro per condividere con il padre questa informazione, e questa storia “drammatica” è interconnessa con una puntata successiva più divertente e “comica".
I protagonisti della serie Milano underground sono un mix tra protagonisti del cinema e you tube stars: noi abbiamo ritenuto giusto fare questo crossover tra cinema e web, per rendere più effettiva una collaborazione tra questi due mondi.

Prima di realizzare “Milano underground” hai pensato ad un target al quale indirizzare la serie?

Mi ero prefissato di indirizzare la serie ad un target tradizionale, un po’ impegnato: la maggior parte delle persone su youtube ha pochi minuti e predilige la risata facile, per cui sapendo che noi ci saremmo impegnati di più con un contenuto diverso, mi ero immaginato un target “young adults”.

Obiettivi finale e traguardi?

Abbiamo un obiettivo molto alto, rendere il format internazionale attraverso la collaborazione con registi che abbiano già realizzato progetti simili.
Dopo aver ideato Milano Underground e prima di girarlo, ho realizzato che un regista argentino, Santiago, aveva realizzato combinaciones, ambientato nella metro di Buenos Aires: gli ho scritto subito, facendogli i complimenti per il progetto; e facendogli presente anche il mio progetto Milano underground.
All’idea di un progetto di collaborazione, si è unito un regista di Francoforte ed un regista di Vienna; stiamo lavorando per fare un film corale in cui uno stesso episodio venga visto da più prospettive.
Se realizziamo un film con lo stesso format a Buenos Aires in lingua spagnola, in Germania in tedesco, in Italia, in italiano, possiamo davvero creare una coproduzione molto estesa. Il mio obiettivo finale è contaminare il più possibile con un’idea, spero di poterla condividere con altre persone, voglio stimolare la comunicazione con il prossimo, la conversazione.

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