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Kingsman - The Secret Service (Conferenza Stampa)

Pubblicato il 2 febbraio 2015 da Giammario Di Risio


Kingsman - The Secret Service (Conferenza Stampa)

Roma, 2 febbraio - È stata la giornata di Colin Firth, Taron Egerton e i Take That, che si sono presentati di buon mattino nella prestigiosa cornice dell’Hotel De Russie per la promozione del film Kingsman – The Secret Service, del talentuoso regista inglese Matthew Vaughn. L’opera tratta, a colpi di effetti speciali, british humour e versanti citazionistici, la storia di un’organizzazione segreta che si avvale dell’”inesperienza” di un giovane ragazzo, il belloccio e impacciato Egerton, per un programma speciale. Il classico viaggio dell’eroe si caratterizzerà mediante una serie di prove, con un’estetica fumettistica, visto che il film è tratto dal comic – book di Marc Millare e Dave Gibbons, e una struttura granitica da “buoni contro cattivi” che strizza l’occhio a James Bond. La riflessione affronta il tema della cultura convergente e della tecnologia, con un montaggio serrato e una colonna sonora incorniciante a mò di commento il tutto, realizzata dalla più famosa boy band anni Novanta. Nell’affollatissima Sala Torlonia i nostri protagonisti hanno risposto alle numerose domande dei giornalisti affrontando i temi sollevati dal film, dai social media al nostro rapporto con i mezzi di informazione, dalla definizione di un genere fantasy ibrido passando per la preparazione fisica e mentale per una pellicola carica di sfrenate sequenze.

In molte sequenze del film spesso ritorna la frase This is not that kind of film. Per quale motivo?

Egerton: è un film che tratta il tema spionistico rifacendosi ai film di James Bond, soprattutto quelli di Roger Moore nonostante l’ambientazione sia quelle dei giorni nostri, del 2015. Questa frase ripetuta serve tuttavia a non ancorare la pellicola ad un contenitore di realtà, da qui il forte carattere cinematografico, teatrale che caratterizza la storia con una forte traccia ironica, comica.

Viviamo in un mondo molto instabile e in preda alla paura; questo film vuole porre una riflessione su tale condizione? Esistono secondo voi organizzazioni segrete come la Kingsman?

Firth: Credo che tale storia, nonostante si nutra di convenzioni che circondano il nostro vissuto, alberghi esclusivamente nel canone fantastico e nel mito, da qui il tema dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Credo che se nella vita reale fossi a conoscenza di un’organizzazione con fondi illimitati, che gestisce armi e a libero accesso a qualsiasi tipo di operazione di guerra avrei molta paura. Nel film è visibile il mondo di Re Artu’, un mondo in cui è netta la distinzione tra Bene e Male e che non può avvicinarsi alla nostra realtà. Questa opera è una giostra giocosa e colorata e non la vorrei mettere a confronto esclusivamente con il nostro contemporaneo viceversa con i film della storia del cinema a cui attinge.

Egerton: è un film che non vuole rifarsi al reale, sia per quanto riguarda le fasi di combattimento che per la linea spionistica. Tutto è iperstlizzato e ogni azione ha dell”impossibile”.

Come si è sviluppata la vostra collaborazione per le colonne sonore del film?

Gary Barlow (Take That): Avevamo già collaborato con Matthew Vaughn per Stardust e X-Men – L’inizio e quindi è stato un piacere affrontare questo nuovo progetto. Abbiamo iniziato a lavorarci in aprile quando ancora non era stata realizzata tutta la parte in computer grafica. Ci siamo basati sul ritmo del film e ovviamente sulle intenzioni di Matthew. Inoltre ci siamo molto divertiti a realizzare il videoclip che sembra essere uscito da una sequenza del film.

Il film affronta anche il tema dell’essere sempre connessi. Che rapporto avete con la tecnologia?

Egerton: Io sono un patito di twitter e mi rendo conto che passo ore ed ore su internet a perdere tempo, leggendo cose di cui non mi interessa nulla e che tuttavia mi fagocitano. La cosa mi spaventa però non posso farci nulla. Molti mi chiedono se il film sia una riflessione sul concetto di “classe sociale”, mentre credo che in profondità il messaggio sia da ancorarsi al tema dell’informazione su internet e del rapporto dell’essere umano con la tecnologia.

Firth: Io non sono un patito di twitter e non si nemmeno cosa significhi “hashtag” e mi tengo a discreta distanza dai social media. Quest’ultimi, come tutti i settori che hanno potere, possono svilupparsi nella giusta o nella cattiva direzione gestendo la geografia dei nostri rapporti. Vedere gente a Venezia, uno dei posti piu’ belli al mondo, che non stacca gli occhi dallo schermo francamente mi intristisce. Detto questo la tecnologia serve e può anche aiutare la creatività, visto che con un i-phone possiamo anche realizzare un film.

Barlow: Condivido le analisi fatte e vi posso dire che noi, come gruppo musicale, sfruttiamo molto la rete. Credo ci sia anche un versante educativo, didattico dei social media nonostante le varie problematiche che pone questo mondo virtuale. Per esempio io comunico molto con mio figlio di 14 anni con WhatsApp, in particolar modo quando devo avvisarlo che la cena è pronta (sorride)

Possiamo ritrovare nella sequenza della Chiesa un riferimento alla tragedia di Charlie Hebdo?

Firth: Non credo si possa fare questa connessione anche se ovviamente ognuno è libero di fare e sviluppare qualsiasi tipo di collegamento., di fatto legare il film a eventi del quotidiano. Detto questo il regista ha girato un anno fa, quando la tragedia di Parigi non era minimamente prevedibile.

Egerton: Collegandomi a ciò che ha detto Colin e restando sul rapporto di questa pellicola con il reale, con questo film abbiamo eroi troppo granitici per essere affiancati al contesto di tutti i giorni. I personaggi non hanno nulla di sfumato e sono volutamente portati all’eccesso.

I Kingsman sono forse una metafora della House of Lords?

Firth: Potrebbero essere; se andassimo a decostruire, smantellare i personaggi questo collegamento potrebbe essere fatto.

In conclusione, tra le tante riflessioni c’è stato anche il tempo per ironizzare con Colin Firth e la sua passione per il calcio, che potrebbe aver messo a dura prova il famoso aplomb del nostro, che è un grande sostenitore dell’Arsenal, nonché simpatizzante della Roma: In effetti è un periodo davvero difficile per la mia squadra, che sta condizionando non poco la mia compostezza. Scherzi a parte amo rappresentare personaggi che spesso hanno una calma invidiabile, anche se poi nella realtà la mia condizione è differente. Sicuramente i pensiero comune dell’uomo inglese calmo e tranquillo è un falso mito e infatti vi invito tutti ad andare un giorno in Inghilterra o allo stadio o ad un concerto dei Take That.


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