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L’adieu à la nuit – Fuori concorso

Pubblicato il 14 febbraio 2019 da Gherardo Ugolini

VOTO:

L'adieu à la nuit – Fuori concorso

Il paesaggio è quello dolce della Francia meridionale, precisamente dell’Occitania, ai piedi dei Pirenei, la luce quella della primavera incipiente: un’ambientazione consueta nelle pellicole di André Téchiné. In primo piano la figura di Muriel, interpretata da una sempre splendida e brava Catherine Deneuve, donna solare e amante della natura, lucida e pragmatica, impegnata a gestire una grande azienda agricola con tanto di frutteto e maneggio di cavalli. Tutto sembra armonioso e sereno, anche se un’eclissi di sole preannuncia ombre fosche e turbamenti inattesi. E infatti in L’adieu à la nuit, ultimo film di Téchiné presentato fuori concorso al Festival del cinema berlinese, la vicenda vira ben presto sorprendentemente nella direzione del dramma e dell’attualità politica.

La novità è la visita di Alex (Kacey Mottet Klein), adolescente che è stato cresciuto dalla nonna Muriel dopo la morte della madre. Fin dalle prime sequenza si percepisce l’inquietudine di Alex, si accumulano indizi di un qualche progetto segreto, ma il tutto è lasciato nella vaghezza. Né si riesce a comprendere quale sia il ruolo di Lila (Oulaya Amamra), la sua fidanzata musulmana che lavora come badante in una clinica per anziani. Ad un certo punto i due annunciano la decisione di trasferirsi in Canada, ma Muriel scopre quasi per caso che si tratta di una bugia: in realtà Alex si è convertito all’Islam e si unito ad un gruppo di estremisti intenzionati a partire per la Siria a combattere dalla parte dell’Isis.

Di fronte quella scoperta la nonna rimane sconvolta. Sulle prime la reazione è di rabbia, ma poi prevale in lei il lato materno. Soprattutto prevale il desiderio di capire: perché mai un ragazzo francese, cresciuto in una famiglia laica e benestante, ha aderito all’Islam nella sua forma più radicale? Per amore di Lila? Per il trauma della morte della madre (scomparsa in un incidente subacqueo)? Oppure, come suggerisce Fouad, un conoscente arabo, ex soldato pentito dell’Isis (Kamel Laboudri), semplicemente perché a quell’età «si ha voglia di lottare, di cambiare, di fare qualcosa della propria vita»? Il disorientamento e il senso di impotenza che prova Muriel sono comprensibili. Anche perché il nemico che ha davanti è invisibile e minaccioso ben più dei cinghiali che invadono le sue proprietà e contro i quali è abituata a combattere.

Ci voleva il 75enne André Téchiné, presente alla Berlinale tre anni fa con il film Quand on a 17 ans (tra gli interpreti vi era lo stesso Kacey Mottet Klein che recita la parte di Alex in L’adieu à la nuit) a raccontare il nevralgico tema dei giovani occidentali europei che si radicalizzano nella fede islamica e si lasciano reclutare alla causa della jihad islamica per andare a combattere in Siria o altrove al fianco dell’Isis. E lo fa con tocco discreto e delicato, con linguaggio essenziale, evitando di pronunciare sentenze scontate di condanna, bensì focalizzando l’attenzione sulla crisi emotiva che quella scelta produce e sulle fratture psicologiche all’interno degli equilibri famigliari. Altrettanto positivo è l’aver evitato un happy end che sarebbe suonato tanto improbabile quanto retorico: il giovane Alex non cambia idea fino alla fine, la nonna Muriel, pur tra molte titubanze, opta per le vie estreme allo scopo di dissuadere a partenza del nipote. Téchiné ha preparato L’adieu à la nuit con una meticolosa consultazione della documentazione poliziesca e giudiziaria che riguarda i giovani islamici radicalizzati in Francia lasciando allo spettatore di tirare le proprie conclusioni. Ed è abbastanza naturale, per come è costruita la sceneggiatura, che lo spettatore si identifichi con il personaggio di Muriel domandandosi cosa avrebbe fatto in una situazione analoga, ovvero come fermare un parente, un amico, un conoscente che decide di intraprendere la via della “guerra santa” islamica.


CAST & CREDITS

(L’adieu à la nuit); Regia: André Téchiné; sceneggiatura: André Téchiné; fotografia: Julien Hirsch; montaggio: Albertine Lastera; musica: Alexis Rault; costumi: Jürgen Doering; interpreti: Catherine Deneuve (Muriel), Kacey Mottet Klein (Alex), Oulaya Amamra (Lila), Stéphane Bak (Bilal), Mohamed Djouhri (Youssef); produzione: Curiosa Films (Parigi); distribuzione: France tv distribution; origine: Francia, 2019; durata: 104’.


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