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Quello che so sull’amore (Conferenza Stampa)

Pubblicato il 9 gennaio 2013 da Annalaura Imperiali


 Quello che so sull'amore (Conferenza Stampa)

Un’ora abbondante di scambio botta e risposta ha offerto l’8 Gennaio mattina Gabriele Muccino nella sala conferenze dell’hotel Visconti Palace di Roma. La presentazione del suo ultimo film, Quello che so sull’amore, ha interessato la stampa cinematografica nostrana per il flop che esso ha avuto in America. Uscito nel “weekend peggiore dell’anno”, poco prima di Natale, quando le donne in particolare si dedicano allo shopping per le feste imminenti, Quello che so sull’amore ha riscontrato un bassissimo livello di visione in sala. Ma di problemi ce ne sono stati anche altri: “lavorare con tredici diversi produttori fa sì che essi risultino un tantino invadenti nelle scelte registiche”, osserva il regista. L’aspetto interessante su cui Muccino si è dilungato molto, però, non è stato tanto quello degli ostacoli, presenti in ogni parto cinematografico che si possa definire tale, quanto quello del genere. “Considerando la mentalità americana attuale – dice il regista italiano – a loro bisogna fare avere un genere”. Difficoltà, questa, che infatti Gabriele ha riscontrato nelle prime due pellicole prodotte oltre oceano, La ricerca della felicità e Sette anime, ibride per antonomasia. Nel caso di Quello che so sull’amore, invece, parliamo di una commedia drammatica e non romantica, dove, quindi, la serietà dei contenuti del film è presente nonostante ci si diverta con l’ironia e a tratti con il sarcasmo che definiscono i punti salienti di questa pellicola. Il genere non ha portato conseguenze solo nell’ambito della produzione, ma anche in quello della distribuzione: quest’ultima non lo ha riconosciuto e per questo i finanziamenti sono arrivati in ottima parte dalla italianissima Medusa Film, che ha scoperto Muccino nell’ormai lontano 2000 e che da lì l’ha sempre seguito con costanza. Muccino ha sottolineato, senza parlare ex cathedra, ma con il piglio di chi si sporca le mani ogni giorno nell’immenso bacino della settima arte, quanto in America valga non tanto il prodotto in sé quanto il marketing che ne viene fatto: dal trailer fino all’ultima delle sue sponsorizzazioni, il film, qualunque esso sia, deve apparire prima di essere. Definita pertanto indipendente la distribuzione di Quello che so sull’amore, essa si è avvalsa di fondi provenienti un po’ da ogni dove e non dalle major hollywoodiane. Grazie ai tagli di montaggio fatti in un secondo momento, per volere dell’autore, il film che inizialmente era stato scartato e si pensava dovesse uscire direttamente in DVD, è stato accolto con un buon 80% d’indice di gradimento. Schiette le parole del regista anche sulla passione per il calcio: inesistente in Gabriele che non l’ha mai coltivata, essa gli è stata trasmessa attraverso i racconti del figlio. Ed ecco perché non si tratta del tema principale – e ciò è testimoniato dal fatto che inizialmente l’ex giocatore protagonista doveva essere di baseball e non di calcio - ma solo di un contorno studiato per far filare liscio il plot narrativo e per ottenere i finanziamenti della madrepatria. Fin qui tutto bene; è passando alle cifre che si sentono i primi dolori. Creato con un budget di 20.000.000 dollari, negli States Quello che so sull’amore è arrivato ad incassarne soltanto 13.000.000. Si spera nella sua uscita italiana prevista a breve per il 10 Gennaio. Ma Muccino sorride: è l’aspetto autobiografico che risulta preponderante, il significato che Quello che so sull’amore racchiude e che ci insegna con filosofia: a quaranta anni si crea una cesura nella vita per cui non si può più “fare finta di niente”. Per prepararsi bene alla terza età, bisogna attraversare consapevolmente una buona età di mezzo che Quello che so sull’amore analizza tra autobiografismo e riconoscimento nelle situazioni della vita. Tutte questioni che il regista conosce bene…


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