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L’apocalisse comica (Conferenza stampa)

Pubblicato il 11 febbraio 2008 da Luigi Coluccio


L'apocalisse comica (Conferenza stampa)

Più che una conferenza stampa una tavola rotonda. O meglio, un incontro tra amici. Seduti ad un ampio tavolo, accanto ad un attento Andrea Cosentino, una lista di critici-studiosi che ancora prima per questa qualifica spiccano come amici o, semplici, entusiasti, ammiratori dell’opera dell’autore-attore abruzzese: Carla Romana Antolini, Roberto Ciancarelli, Nico Garrone, Paolo Ruffini e Attilio Scarpellini.

L’apocalisse comica , volume curato da Carla Romana Antolini ed edito dalla piccola ma agguerrita casa editrice romana Editoria&Spettacolo , è l’ultimo studio della collana “Spaesamenti” – collana a cura di Paolo Ruffini – e dedicato all’analisi del teatro dell’autore-attore Andrea Cosentino. Presentato in una nascosta sala del Rialto Santambrogio, il libro fa da corollario alla messa in scena, proprio qui al Rialto, dell’ultimo spettacolo di Andrea Cosentino, Antò le momò .

Lontani dalla mera e sterile conferenza stampa, l’incontro diviene un momento di confronto critico-teorico attorno al teatro di Cosentino e, per estensione, al teatro tout court. Ecco quindi avvicendarsi gli interventi dei critici presenti, tutti volti a sottolineare, a scandagliare con una coinvolgente curiosità intellettuale, i vari e fecondi aspetti del lavoro di questo particolarissimo autore-attore.

Ciò che emerge dalla visione del suo ultimo spettacolo e da questo incontro è che una profonda paradossalità sembra attraversare tutto il teatro di Andrea Cosentino: il paradosso che per mettere in scena la Babele che è questo mondo, che noi siamo, è sufficiente il teatro più povero, fatto solo di una maschera e da antichi, riadattati, coturni. Ma Cosentino, consciamente o no, sembra indagare proprio tutto quello che ci ha portato a ritenere tutto ciò un paradosso, pura e semplice impossibilità. Questo fluire etico della messa in scena che Cosentino ci pone davanti agli occhi, è un “movimento analitico-esistenziale” (Garrone) permeato da un profonda “delicatezza” (Scarpellini).

Autore-attore di lavori quali La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce, L’asino albino e Angelica, Andrea Cosentino si riserva una marginalità fecondissima capace di nutrirlo di idee e invenzioni che vanno oltre il mero espediente tecnico o estetico, per approdare ad un qualcosa che sa di mistico e lontano: come afferma lui stesso alla fine dell’incontro, “la mia missione storica è ricollegare l’arte al popolo”. Paolo Ruffini gli attribuisce un’ “anima poetica”. Tanto basta per affrontare l’arduo compito che si è prefissato. E, parafrasando Carla Romanda Antolini, sarà un bel viaggio.



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