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L’Isola del Cinema - XXII Edizione 2016 (Conferenza stampa)

Pubblicato il 13 giugno 2016 da Marco Di Cesare


L'Isola del Cinema - XXII Edizione 2016 (Conferenza stampa)

Roma, 8 giugno 2016. Si è tenuta nella suggestiva cornice offerta dalla Terrazza Civita in Piazza Venezia la presentazione alla stampa della rassegna cinematografica sull’Isola Tiberina che fin dal 1995 riempie il cartellone dell’Estate Romana. Questa edizione, intitolata ’Hollywood sul Tevere’, verterà sul cinema indipendente e gli Studios e si terrà dal 9 giugno al 4 settembre.
Presenti in sala Giorgio Ginori, fondatore e direttore artistico del Festival; uno dei maestri del montaggio cinematografico italiano, Roberto Perpignani, in veste di Presidente della F.I.D.A.C. (Federazione Italiana delle Associazioni Cineaudiovisive); Federico Bagnoli Rossi, responsabile delle Relazioni istituzionali ed esterne Univideo (Unione italiana editoria audiovisiva); infine Marco Spagnoli, critico cinematografico e consulente dell’Isola del Cinema.


M.Spagnoli: Giorgio, perché ’Hollywood sul Tevere’? E quali sono gli eventi principali che vuoi segnalarci?
G.Ginori. Ventidue anni sono tanti e noi ogni volta cerchiamo di ripartire, perché c’è moltissimo da fare: Roma è una grande capitale e noi cerchiamo di portare il nostro piccolo contributo per renderla grande capitale di cinema. ’Hollywood sul Tevere’ prende lo spunto, al di là degli anni Cinquanta e Settanta, anche dal premio che è stato attribuito alla città dall’UNESCO. E noi abbiamo il patrocinio, oltre che del Ministero dei beni e delle attività culturali, della Regione Lazio, di Roma Capitale, anche di quello dell’UNESCO; e abbiamo pure quello del Ministero degli affari esteri, poiché insieme stabiliamo contatti con altri Paesi.
M.Spagnoli. E qui io ricordo la Francia che avrà un ruolo fondamentale, poiché quest’anno avremo l’embrione di quello che vorremmo diventasse una parte molto importante dell’Isola: l’European Woman Filmmaker, ossia uno spazio dedicato a film prodotti e diretti da donne. E, oltre alla Francia, i Paesi che Giorgio saluta sono in particolare Australia, Brasile, Bulgaria, Giappone, Israele, Messico, Portogallo, Nicaragua e Spagna.
G.Ginori. Come italiani che vogliono sempre più far parte di questo Sistema-Italia, segnaliamo che in questo scambio abbiamo per esempio aperto un Italian Film Festival in Australia, partendo anni fa da Sidney e Melbourne e trovandoci ora in tutte le più importanti città australiane. E poi Bangkok. E l’anno scorso abbiamo organizzato a Panama - dove gli italiani sono sugli scudi poiché si stanno occupando del raddoppio del Canale - un Festival che verrà ripetuto pure quest’anno e che, tra l’altro, per noi si proietta idealmente in tutta quell’area che è il Centro America, un po’ abbandonato dalle strategie di promozione del nostro cinema.
Abbiamo accolto con molta gioia il Premio UNESCO dato a Roma come ’città creativa’ nel mondo. Da una parte abbiamo quindi voluto riprendere un momento importante di Roma nella storia del cinema: dagli anni Cinquanta ai Settanta, quando arrivarono i vari Ben Hur, Cleopatra e Vacanze romane. Tra l’altro, riguardando quel periodo, ho scoperto che vi è un particolare interessante: che mentre gli americani venivano qui e portavano i loro talenti e i loro soldi, incontrandosi con i grandi artigiani di Cinecittà, noi vincevamo ben quindici Oscar. E ciò mi fa pensare come ’Hollywood sul Tevere’ sia benaugurante: nel senso che la nostra passione, che é quella verso il cinema indipendente (come Non essere cattivo e Lo chiamavano Jeeg Robot), è stata la passione iniziale dell’Isola del Cinema, essendo quest’ultima nata con la voglia di aiutare il cinema italiano. Difatti, fra queste ventidue edizioni, alcune sono state interamente dedicate al nostro cinema, portando registi italiani di nuova generazione, facendo come delle riunioni clandestine con questi giovani che sono poi diventati importanti: i primi cortometraggi di Sorrentino, di Garrone. Per cui il titolo di questa edizione si legge così: da una parte celebrare Roma, in linea con l’UNESCO; dall’altra ancora di più sottolineare un’attenzione, una passione per il cinema italiano e per il nuovo cinema italiano, quello indipendente.
M.Spagnoli. Sfogliando il programma dei primi giorni, l’Isola il 9 giugno partirà con Spectre, film scelto non solo per l’Hollywood sul Tevere, per il fatto di costituire una produzione internazionale, ma perché è stato girato anche sul Tevere, con una grande scena di inseguimento.
G.Ginori. Dai primi di luglio, quando si sarà stabilizzata la situazione con gli Europei di calcio, organizzeremo dei grandi eventi, anche di livello internazionale, sia per quanto riguarda il cinema che la musica.
Il progetto dell’interazione tra il cinema e le altre arti: seppure il cinema non presenta più quello stato di grazia che aveva negli anni di Hollywood sul Tevere, tuttavia rimane sempre una sorta di pietra filosofale della nostra cultura, della nostra contemporaneità. E anche perché il Festival dispone di ben novanta giorni. Non siamo megalomani, poiché è da una parte il pubblico che ci chiede di lasciare aperta il più possibile la bellissima Isola Tiberina; diversamente noi faticheremmo di meno con trenta giorni di programma piuttosto che quei novanta, ma siamo comunque consapevoli che si tratta di un’occasione unica, poiché l’isola Tiberina è patrimonio dell’umanità: per cui noi ogni anno, se possibile, aumentiamo i giorni. E in questi giorni noi vogliamo segnalare, anche attraverso dei concorsi, il nostro amore verso un certo cinema: per esempio attraverso il ’Festival opere prime’; e ’Mamma Roma e i suoi quartieri’, un altro dei momenti nei quali cerchiamo di andare verso la gente per raccontare un cinema diverso. Tra l’altro l’Isola si sta pian piano attrezzando per passare dal cinema che si vede al cinema che si fa: l’anno scorso abbiamo prodotto venti cortometraggi; adesso stiamo parlando con Marco Pontecorvo, il quale anche quest’anno porterà un breve film prodotto dall’Isola insieme alla Maiora Film, che è la società che abbiamo creato per prendere un po’ di iniziativa e produrre pian piano delle cose che ci piacciono molto. Tutto questo per affermare come all’Isola noi cerchiamo di sviluppare un laboratorio di cinema e di contemporaneità: e allora sia benvenuta anche la letteratura; e allora benvenuta pure la poesia.
Riguardo il cinema che si fa, abbiamo realizzato un accordo con tutti i sindacati e le organizzazioni cinematografiche, per avere all’Isola un punto di riferimento: cioè il cinema che si fa, il dietro le quinte, addirittura i titoli di coda, poiché è importante parlare di cinema con chi il cinema lo fa. Per questo lascio qui la parola al Maestro Perpignani.

R.Perpignani. È per l’appunto quel cinema essenziale, quello che parte attraverso le conoscenze intime, i saperi: l’artigianato. Poi all’artigianato si può aggiungere un’altra parola: i tecnici; e poi i mestieri, le professioni. E tutto si riunisce in un unico concetto: i saperi. I saperi del cosa deve essere condotto nel modo più opportuno, più sottile, più creativo per raggiungere i livelli di espressività che il cinema solitamente rappresenta. È un linguaggio complesso, quello cinematografico. E ognuno di noi sa di avere una parte essenziale, imprescindibile, in questo composto di concorrenze collaborative; dunque la cosa ci ha fatto molto piacere, quando ci è stato proposto di essere presenti all’Isola del Cinema con un progetto che vada un pochino più in profondità, avendo noi modo di incontrare il pubblico, potendo ogni associazione parlare della propria specificità, essendo noi una federazione di associazioni, al momento contando quindici professionalità, tutte riconoscibili e no: poiché, se ci sono gli scenografi, ci sono anche i pittori; i montatori, ma anche i loro assistenti; gli autori della fotografia, come i tecnici di ripresa. Ognuna di queste prospettive creative ha bisogno di una partecipazione altamente qualificata e altamente significativa. Riuscire a far parlare i professionisti del cinema con il pubblico sarà un po’ un’incognita, poiché se qualcuno di noi dispone di un eloquio più facile, qualcun altro, sarà magari aiutato dalla competenza di una persona che lo aiuterà a formulare: così noi riusciremo sicuramente a rappresentare cosa sono quei diversi momenti di realizzazione di un film.
L’anno prossimo probabilmente si potrà contare su di un’organizzazione che ci permetterà di raccogliere un po’ di fondi, dato che quella di quest’anno è stata una situazione più immediata. Le nostre associazioni sembrano ben intenzionate, anche se per l’appunto si chiedono come potranno rappresentare l’essenza e la verità di quelle che sono le peculiarità di ognuna.
Quando, dieci anni fa, la Federazione Italiana delle Associazioni Professionali ha deciso di costituirsi per rilanciare e riqualificare i saperi professionali del cinema e dell’audiovisivo, abbiamo pensato che le nuove generazioni non potevano entrare in modo spontaneo, ma occorreva che le diverse generazioni si incontrassero, si trasferissero in un processo di evoluzione, legando la storia con il presente.

M.Spagnoli. Ci sono dei vecchi amici, ma ve ne sono anche di nuovi: ricordo per esempio quest’anno The Walt Disney Company, Warner Bros. Pictures, Universal Pictures Italia, Adler Entertainment e Comedy Central che presenteranno al pubblico contenuti esclusivi. Tutte queste compagnie sono associate a Univideo e vorrei che Federico Bagnoli Rossi raccontasse cosa è UniVision Days di Univideo (che raccoglie tutti i principali settori dell’intrattenimento italiani, compresi i contenuti online e quelli su supporti digitali).
F.Bagnoli Rossi. L’anno scorso l’intero mondo dell’home entertainment ha lavorato su una prima manifestazione che abbiamo pensato di chiamare ’UniVision Days – Memorie del cinema, visioni del futuro’, la quale ha riportato un buon successo a Milano e a Roma. Stavamo valutando come dare seguito a quell’edizione quando abbiamo ricevuto una proposta dall’Isola del Cinema, la quale ci è parsa come un luogo ideale per portare avanti la nostra manifestazione, rappresentando entrambe incontri di grandissime contaminazioni del mondo culturale. E farlo non solo attraverso delle proiezioni, ma anche, come faremo dal 25 al 31 di luglio allo Schermo Tevere, tramite degli incontri dove, in maniera orizzontale, il mondo dell’industria si metterà a confronto con gli spettatori. Univideo proporrà poi delle proiezioni gratis sullo Schermo Tevere, proiezioni che non andranno in competizione con la programmazione dello schermo principale.
Lo abbiamo chiamato ’Memorie del cinema’ perché il nostro mondo diventa quello che costruisce la memoria del cinema: oggi i contenuti possono essere usufruiti tramite supporti e distribuzione digitali; ma allo stesso tempo vorremmo parlare del futuro del nostro mondo, quindi delle nuove piattaforme, di come potere visionare i contenuti in maniera legale e lo faremo assieme al nostro Responsabile dell’area editoriale, ossia Marco Spagnoli, il quale ci ha aiutati ad avere l’opportunità di trovarci qui.

G.Ginori. Le sezioni dell’Isola del Cinema sono ’Cinema italiano’ (diviso tra ’Ciak d’Italia’ e ’Nuovo Cinema Italiano’); poi ’Cinema internazionale’ (’Hollywood Hollywood’; ’Europa Europa’ con opere, alcune inedite, provenienti dai maggiori Festival; ’European Woman Filmmaker’); ’Isola Mondo’, con protagonisti i quindici Paesi che vi ho detto; infine ’Fuoco sul reale’, attraverso cui daremo spazio al documentario.
Il Festival si svolgerà in quattro sale. La Grande Arena per film di grande impatto e il Cinelab per quelli più raccolti, sperimentali, di ricerca; si tratta di due sale a pagamento, con prezzi modici. Dopodiché abbiamo due sale a ingresso gratuito: lo Schermo Tevere, sulla piazza, una specie di agorà dove ci saranno pure la musica, la letteratura, la poesia; e la Sala dell’Assunta, dentro l’Ospedale Fatebenefratelli, con il quale abbiamo un ottimo rapporto fin da quando siamo nati, così come con la Comunità ebraica di Roma e con la Comunità di Sant’Egidio, che rappresentano i tre padri spirituali dell’Isola Tiberina.
Infine saremo un punto di riferimento per tre scuole di cinema, provenienti dalla Tunisia, dal Marocco e dal Libano: porteranno i loro film, mentre noi daremo dei premi, poiché da anni stiamo cercando di sviluppare un rapporto con il cinema di un luogo tormentato come è il Mediterraneo, possibilità che abbiamo avuto grazie a UniNettuno.

Pensate si possa creare un conflitto con le proiezioni di Piazza San Cosimato, che sono gratuite e si terranno nello stesso periodo?
G.Ginori. Quando i ragazzi del Cinema America sono partiti con la loro attività, li ho accolti sull’Isola Tiberina e, ancor prima che aprissero a San Cosimato, avevo loro offerto il Cinelab affinché organizzassero una loro sezione. Noi non vogliamo essere come una Mamma Roma che accoglie tutti; però pensiamo che, in questi novanta giorni, le persone che si stimano si possono e si devono accogliere. Per quanto riguarda San Cosimato, loro stanno lì mentre noi sull’Isola: penso si tratti di due tagli completamente diversi. Il problema del gratuito è un problema delicato e credo che su questo occorra riflettere, tutte le categorie insieme, dai produttori ai distributori. Comunque riguardo il cinema a Roma penso che prima o poi si riuscirà a fare Sistema: ossia mettere a fuoco una politica culturale, una mappa nella quale ognuno realizza qualcosa che magari non è doppione e che aiuti questa città a diventare una grandissima capitale di cinema, quale merita di essere.

L’assenza di un sindaco, dell’amministrazione comunale, vi ha danneggiati nell’organizzazione del Festival?
G.Ginori. È chiaro che un’amministrazione attiva velocizza i tempi. Noi comunque abbiamo trovato persone gentili fra le amministrazioni tecniche e burocratiche, capi dipartimento, amministrativi che hanno cercato di supplire al fatto che la macchina, dal punto di vista della politica culturale, non fosse ancora pronta. Poi dietro ci sono delle istituzioni, come l’Istituto Luce-Cinecittà, che ci hanno aiutati, anche attraverso delle azioni concrete.
Quando affermavo di «Fare Sistema», un Sistema Cinema a Roma riguarda le quarantatré sale chiuse in città: noi, col CNA-PMI Piccole e Medie Imprese, stiamo pensando di riuscire a riaprire alcune di queste sale. Ecco, questo dovrebbe fare l’amministrazione comunale: fornire delle linee trasparenti che permettano a degli operatori (come l’Isola del cinema, come il CNA) di prendere l’iniziativa. Speriamo che ciò accadrà presto.

Lei intende di tenere aperta una sala per tutto l’anno?
G.Ginori. Sì. A noi piace pensare che l’Isola Tiberina sia una specie di nave da crociera che l’estate salpa; durante l’inverno gira e accoglie tanti Paesi, film e autori e poi d’estate si distende, compiendo una crociera. Però per noi, per quello che è il laboratorio di cinema e contemporaneità che abbiamo in mente, serve uno spazio tutto l’anno; o più luoghi, il che significherebbe realizzare un piccolo circuito. Poiché quarantatré sale chiuse sono un bel problema, dato che creano un piccolo deserto nei loro territori di riferimento.

E di quale sala si tratterebbe?
G.Ginori. Intanto abbiamo in mente quelle che appartengono al Comune di Roma, come il Rialto. Naturalmente dietro un regolare bando: qualcosa di trasparente e accessibile a tutti.




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