Non solo comete ed astronavi, ma molto di più. Nei giorni in cui Roy Menarini e Danilo Arona davano alle stampe i loro rispettivi Il cinema degli alieni e Nuova Guida al Fantacinema (anni 1997/1998, l’epoca “lontana lontana” in cui il redivivo George Lucas deludeva frotte di fans decennali con la sua nuova trilogia di Star Wars), c’erano già da tempo flotte aliene (ai set) di studiosi che alla luce delle loro indagini, parecchio terrestri e di molto approfondite in ambito sociologico, psicologico e scientifico, cominciavano a riflettere sul ruolo di parecchie pellicole in tema nel nostro immaginario… e non solo.
Fantacinema Effetto UFO, ultima fatica editoriale di Roberto Pinotti (sociologo e giornalista scientifico ed aerospaziale, da più di trenta anni al centro dell’attenzione mediatica grazie alle sue documentatissime pubblicazioni in tema ufologico), può considerarsi una sorta di prima summa agile e godibile di queste indagini scientifico-cinematografiche.
Indagini svolte con la consapevolezza di ribaltare l’ottica dello spettatore/lettore, per spingerlo ad una riflessone estetica e non solo che parta una volta tanto dall’altra parte della macchina da presa e fuori dai set e dai laboratori di CGI. Il tutto per far comprendere – o provarci, almeno – come mai, effettivamente, dagli anni ‘50 del Ventesimo secolo in poi, le produzioni cinematografiche e televisive di fantascienza di tutto il mondo Stati Uniti in testa siano via via divenute più numerose e complesse.
Ideale compendio sociologico e filmico di suoi titoli classici ed ufologicamente pregnanti come Oggetti Volanti Non Identificati ed UFO - Visitatori da altrove, Roberto Pinotti con il suo Fantacinema Effetto UFO ci illustra quindi quanto e come i concetti non proprio fumosi del Grande Gioco e del Progressivo Acculturamento delle masse in materia di alieni ed esopolitica (concetto di politica allargata anche a questioni di materia extraterrestre), siano alla base di pellicole, serial tv, tematiche, incassi stellari ed evoluzione del pensiero dell’“uomo della strada” in tema di UFO da più di mezzo secolo ad oggi.
Se subito dopo il caos generato da Orson Welles per la sua riuscitissima diretta radiofonica de La Guerra dei Mondi sarebbe stato assolutamente impossibile pensare ad un pubblico annuncio alle masse, nudo e crudo, che “non-siamo-soli-nell’universo-e-che-da-altri-mondi-da-sempre-siamo-visitati-da-entità-a-volte-anche-a-noi-completamente-differenti-per- aspetto,-etica,-valori,-filosofia-e-mentalità”, forse allora non sarebbe stato un errore insistere diplomaticamente con una sorta di gioco… Un Grande Gioco di “operazioni di intelligence, più o meno palesi da parte delle Grandi Potenze”, per farci abituare ad una realtà ben più spettacolare di quanto noi stessi immaginavamo.
Concertare allora, in una sorta di comune accordo silenzioso e mondiale attraverso i canali di informazione, l’attuazione di un “graduale condizionamento occulto” per abituarci con gli anni e senza traumi ad una realtà a tinte aliene, avrebbe voluto dire, e vorrebbe dire anche adesso, prepararci ad un prossimo contatto cosmico senza troppi problemi di crisi di valori ed identità. Consentendoci in tal modo di imparare ad interagire con tematiche e situazioni altre che, anche tramite cinema, tv, radio e pubblicità, sono ormai entrate nel nostro modus vivendi.
Pinotti è Presidente del Centro Ufologico Nazionale e direttore di due delle più importanti riviste del settore, UFO Notiziario ed Archeomisteri, ma ora scopriamo essere a suo agio anche nella Settima Arte in versione sci-fi: grazie a lui potremo infatti scoprire “i retroscena, i dialoghi, gli interventi sulla produzione dell’intelligence e dei militari” su pellicole come La cosa da un altro mondo, Ultimatum alla Terra, La guerra dei mondi, L’invasione degli ultracorpi e via via su opere come Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Stargate, Indipendence Day e serie come Star Trek ed X-Files; leggeremo parecchio sul dietro le quinte del lavoro di gente come Steven Spielberg, James Cameron e Chris Carter, il papà di Fox Mulder e Dana Scully, e potremo raccogliere indizi su “depistaggi e messaggi subliminali organizzati dalla potente macchina dell’intelligence americana per coinvolgere Hollywood nella più grande operazione di training mai tentata: evitare il panico qualora, prima o poi, gli alieni decidano di scendere sul nostro pianeta”.
Cinquanta anni e più di fantascienza coi fiocchi riletti alla luce di teorie legittime ben più pregnanti degli ultimi effetti visivi della ILM, quindi. Per partire dal grande schermo destinazione Oltre, proprio come l’Enterprise nel suo viaggio ove “nessun uomo e mai giunto prima”. Fino ad ora…