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Marècages

Pubblicato il 2 settembre 2011 da Sila Berruti


Marècages

La vita è una forza esile appesa ad un filo. Tutto quello in cui crediamo, che abbiamo costruito mattone sopra mattone, tutti i sogni realizzati possono scomparire, improvvisamente. Dobbiamo essere pronti ad accettare il cambiamento per quanto doloroso, assurdo e incredibile questo possa essere, diversamente lo scorrere degli eventi è destinato a travolgerci. Siamo stati educati a pensare alla vita come ad una strada in pianura, come un percorso a tappe destinato a culminare in una quieta felicità quotidiana. Marecages di Guy Édoin è la storia di una donna costretta a sopportare mutamenti terribilmente dolorosi e di un figlio che si trova a convivere con un senso di colpa lancinante. La storia di un disagio inespresso, celato dietro al faticoso lavoro quotidiano necessario a mandare avanti un fattoria. Dolore e perdono sono l’alfa e l’omega di un’opera che cerca, a tratti, di essere inutilmente elaborata e complessa. Omosessualità, sessualità, rapporti sentimentali sbagliati, alcolismo, vendetta desolazione e disperazione sono i troppi ingredienti che Guy Édoin mette sul fuoco, lasciando lo spettatore sospeso e il lavoro incompleto.

Marécages è un film sui sentimenti estremi, tanto estremi da essere estremamente semplici. Non ci sono sfumature nel dolore di una madre che perde il figlio e poi il marito per mano del suo primogenito, se pur accidentalmente. Di contro, il dolore e il senso di colpa di un ragazzo adolescente responsabile della morte del padre e del fratello è qualche cosa che non concede appello. La potenza delle emozioni forti, risiede nella loro immediatezza e universalità. Guy Édoin perde di vista questo elemento fondamentale dando vita ad un’opera ridondante e didascalica che non riesce a rendere la potenza di ciò che racconta.

La bellezza della natura, isolante e collante al tempo stesso, assassina e generatrice è l’elemento di forza di questa pellicola. Sembra di essere tornati alla passione del cinema per le cose che appaiono, semplicemente, sullo schermo: le foglie che si muovono, la potenza dell’acqua, il calore del sole … appaiono forse più interessanti le storie parallele che compongono la vicenda: le due nonne omosessuali, la crisi degli agricoltori canadesi, lo scandire lento e cadenzato della vita di campagna. Marécages è un film non completamente riuscito che racconta una bella storia, senza avere il coraggio di privarsi del superfluo, senza entrare nelle piaghe del dolore dei suoi protagonisti ma riempie lo spazio che li circonda di elementi altri che finiscono per ridurre la potenza della storia.


CAST & CREDITS

(Marécages) Regia: Guy Édoinsceneggiatura: Charlotte Roche, Guy Édoin; fotografia:Serge Desrosiers; montaggio: Mathieu Bouchard-Malo; interpreti: Pascale Bussières (Marie ), Gabriel Maillé (Simon), Luc Picard (Jean), François Papineau (Pierre), Angèle Coutu (Therese), Denise Dubois (Rejeanne) produzione: Félize Frappier, Roger Frappier, Luc Vandal; origine: Canda, Germania; durata: 111’


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