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Poongsan

Pubblicato il 30 ottobre 2011 da Sila Berruti

VOTO:

Poongsan

121 minuti durante i quali assistiamo ad una sfilata di generi cinematografici che, fino ad oggi, avremmo detto difficilmente conciliabili: film, d’azione, melodramma, horror, western per finire con il videogioco. Poongsan è un’opera dalle mille sfaccettature e senza nessuna sfumatura.
Scritto e prodotto da Kim Ki-duk e diretto dal suo aiuto regista Juhn Jai Hong, Poonsang è un film completo e complesso come l’argomento che tratta.
La storia di un uomo senza nome e senza voce (ribattezzato con la marca delle sigarette che fuma le Poonsang -appunto- che è poi il nome della razza di un cane) capace di attraversare la zona smilitarizzata tra la Corea del sud e quella del nord per trasportare messaggi, oggetti e persone, è la chiave che Juhn JaiHong usa per raccontare il dramma di una terra dilaniata da lotte intestine prive, ora mai, di qualunque fondamento ideologico.
La ricchezza del Sud attrae i popoli del nord: un richiamo forte e ingannevole come quello delle sirene omeriche, perché, al di la del filo spinato, tutto appare svuotato di significato. Il capitalismo nella cieca lotta contro il suo antagonista storico ha, necessariamente, spazzato via ogni cosa, lasciando i sud-coreani privati della loro identità. Così il “lato comunista” si trasforma in quello antico, denso di ricordi e di memorie, fedele alle tradizioni religiose ma costretto in una povertà estrema, ottusa e disarmante.
In questa desolante vicenda Juhn Jai Hong e Kim Ki-duk ambientano una storia d’amore dai tratti antichi e irreali, condendo le vicende dei personaggi con momenti d’azione degni di un film di Bruce Lee , spiazzando lo spettatore con sequenze di torture alla Saw alle quali si alternano scene dalle tinte melodrammatiche.
Poongsan oscilla tra il film Jidai-geki e, il più occidentale, Western: un uomo misterioso, dall’animo nobile, senza passato ne futuro, dalle straordinarie qualità fisiche e mentali fa un lavoro molto rischioso per danaro, tradito ripetutamente dalle due fazioni in lotta, sopporta torture e sevizie fino a che qualche cosa non fa scattare in lui il desiderio di vendetta. Il sapore è quello della La sfida del samurai di Kurosawa e, per discendenza diretta, quello di Per un Pugno di Dollari di Leone Poongsan è un film ironico e drammatico al tempo stesso, che non lascia allo spettatore il tempo di commuoversi o di indignarsi. Un’opera a tratti grottesca e completamente priva di grigi, perché è il tema stesso, il vuoto politico e culturale della Corea, a costituire l’unica zona d’ombra del film.
Un vuoto che sembra prendere le sembianze di quella breve e sottile linea che separata qualche cosa che non ha più senso tenere diviso, quel lembo di terra che tieni lontane famiglie e amori, nel quale si rifugiano desideri e disillusione e che un eroe senza nome e senza voce attraversa, con il desiderio di unire quello che la follia dell’uomo ha diviso.


CAST & CREDITS

(Poongsan) Regia: Juhn JaiHong; sceneggiatura: Kim Ki-duk ; fotografia: Lee Jeong-in; montaggio: Shin Cheol; musica: Park In-young; scenografia: Lee Jong-gun; costumi: Shin Ji-young; interpreti: Poonsang (Yoon Kye-sang); In-oak (Kim Gyu-Ri);produzione: Kim Ki-duk Film (South Korea); distribuzione internazionale: Finecut (South Korea); origine: Corea; durata: 121’


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