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Prince of Broadway - Torino Film Festival 2008 - Concorso

Pubblicato il 26 novembre 2008 da Sila Berruti


Prince of Broadway - Torino Film Festival 2008 - Concorso

Tre uomini e una culla, Tre scapoli e una bimba, Senti chi parla, a modo suo Wim Wenders con Alice nelle città: sono solo alcuni esempi di film che trattano del rapporto tra padre e figlio, o meglio, del rapporto tra un presunto padre e un bambino, o una bambina, piovuto all’improvviso per sconvolgere la vita del protagonista che, dopo un iniziale rifiuto, imparerà non solo ad amare quell’ imprevisto ma sentirà di non poterne più fare a meno. La vicenda, questa volta, è ambientata nel Fashion District a New York, chiamata anche la strada dei grossisti: Lucky è un immigrato clandestino, lavora per il suo miglior amico Levon un armeno di origini libanesi. Comprano e vendono merce contraffatta nel retrobottega di un negozio. Lucky cerca i clienti per strada mente Levon gestisce la situazione dal punto di vista economico: al suo servizio ha una fitta schiera di ragazzi di colore. Tutto sembra filare liscio fino a quando una ex di Lucky non si presenta con un bambino sostenendo che sia suo, dopo di che scompare per rifarsi una vita con un altro uomo. La vita del ragazzo ne è sconvolta, si trova a dover fare i conti con un esserino buffo e molto ingombrante destinato a modificare radicalmente il suo modo di vedere e vivere le cose. Girato con uno stile decisamente documentario, macchina a mano, primissimi piani e dettagli, il film è solo il pretesto per parlare di altro. Un New York diversa da quella che siamo abituati ad immaginare, lontana dallo stiloso mondo di Friends e di Sex and the city, una città di immigrati clandestini, retate della polizia, disperazione e squallore. Un città che sta perdendo la sua identità, come sottolinea lo stesso regista che nelle strade del Fashion Discrict ritrova ancora però la NY di quando era bambino. Un realismo estremo il suo che però ha la rara dote di non cedere a pietismi inutili. Degrado, droga e emarginazione sociale vengono raccontate con rispetto e consapevolezza condite dalle graziose espressioni di un bambino abbandonato dalla madre senza troppi ripensamenti. Quando dopo la prima del film, il regista appare in sala, si rimane un po’ stupiti dal suo aspetto: biondino, dai tratti nobili, un ragazzo “ borghese” che sembra però aver passato tutta la sua vita in un ghetto. Conosce l’emarginazione sociale, il senso di impotenza e di inadeguatezza che genera la voglia di riscatto e l’ orgoglio per la propria diversità e lo offre allo spettatore in un linguaggio comprensibile e gradevole senza tralasciare un pizzico di ironia che, lo sappiamo bene, non guasta mai. Si ride, ci si commuove e al tempo stesso si riflette, lontano dalle sfavillati strade di una NY da copertina.


CAST & CREDITS

(Prince of Broadway); regia, fotografia e montaggio: Sean Baker; sceneggiatura: Sean Baker, Darren Dean; scenografia e costumi: Stephonik Youth Baker; suono: Dave Grohman;interpreti: Prince Adu (Lucky), Karren Karagulian (Levon), Aiden Noesi (Prince), Kat Sanchez (Linda), Keyali Mayaga (Karina), Victoria Tate (Nadia); produzione: Darren Dean; origine: USA, 2008; durata: 100’


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