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Shell

Pubblicato il 24 novembre 2012 da Giovanna Branca

VOTO:

Shell

Basta poco per raccontare una storia: alle volte un’ambientazione può letteralmente costruire il racconto, generare gli stessi personaggi. Non a caso il regista scozzese Scott Graham dice di aver concepito Shell, in concorso al trentesimo TFF, mentre guidava tra Glasgow ed il nord della Scozia.
I bellissimi ed isolati paesaggi delle Highlands sono appunto l’ambientazione ma anche i protagonisti di questo film, incentrato sul rapporto tra un padre, Peter, e la figlia Shell, che lavorano e vivono in un distributore di benzina in una strada molto poco battuta. Una solitudine occasionalmente interrotta da pochi clienti e da qualche automobilista in cerca di aiuto dopo aver investito uno dei tanti cervi che popolano la zona. Dai dialoghi con loro apprendiamo quel poco che c’è da sapere su questi “eremiti”: Shell ha 17 anni, la madre l’ha abbandonata tanto tempo prima. Il rapporto un po’ ambiguo tra padre e figlia è segnato dall’incapacità di Peter - provato anche lui dall’abbandono della moglie e presumibilmente dall’aver condannato la figlia ad una vita di reclusione – di dare a Shell l’affetto di cui ha bisogno.
Con pochissime battute (i dialoghi non supereranno sulla carta le poche pagine) questo film tratteggia un rapporto e due solitudini, poeticamente ed al contempo con molto realismo, senza slanci patetici o cadute di stile, lievemente e con partecipazione. Un lavoro veramente notevole per essere l’esordio nel lungometraggio del regista, nonostante sia un progetto a cui ha dedicato molto tempo, dato che è tratto da un suo corto omonimo del 2008.
Per la scelta di raccontare dei personaggi in una situazione di isolamento totale dal resto del mondo, avvolti da un paesaggio tanto maestoso quanto penalizzante sul piano umano, Shell ricorda un po’ il film vincitore della scorsa edizione del Torino Film Festival – l’islandese Either Way di di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson - senza averne però l’impostazione ironica né ovviamente la prospettiva su un’amicizia tra uomini. Ma condividendone la contemplazione del paesaggio e riuscendo ad immortalarne la capacità di formare dei caratteri e delle storie semplici ma evocative.


CAST & CREDITS

(Shell) Regia e sceneggiatura: Scott Graham; fotografia: Yoiswa Gartig; montaggio: Rachel Tunnard; scenografia: James Lapsley; interpreti:Chloe Pirrie (Shell), Michael Smiley (Hugh), Joseph Mawle (Pete), Iain de Caestecker (Adam); produzione: Brocken Spectre; origine: Regno Unito; durata: 90’.


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