Debutto alla regia dello sceneggiatore Stuart Blumberg, Thanks for Sharing affronta le storie parallele ma comunicanti di tre uomini che combattono con una dipendenza sessuale.
Il protagonista Adam (Mark Ruffalo) è “sobrio” da cinque anni, ma per la prima volta incontra una ragazza, Phoebe (Gwyneth Paltrow), per cui prova un serio interesse. E capisce così che deve mettersi di nuovo alla prova ed abbandonare l’astinenza totale come unica via per non ricadere nella dipendenza.
Il suo sponsor Mike (Tim Robbins) oltre che con la dipendenza da sesso ha combattuto contro l’alcolismo, ma la vera sfida sarà rimettere in piedi il rapporto col figlio.
Infine, a dare al film anche una dimensione più leggera ed ironica, c’è il giovane dottore Neil, appena entrato nel gruppo degli anonimi sex-addict, che ritroverà la serenità con l’aiuto di Dede, interpretata da Pink al suo esordio come attrice e sorprendentemente brava nella sua parte. Il momenti più riusciti del film sono tutti tra lei e Neil, ed in particolare la bella sequenza del ballo in cui è suggerita senza bisogno di parole la loro tentazione e la loro forza di volontà nell’affrontarla.
Parrebbe che dopo lo Shame di Steve McQueen sia diventata quasi una moda confrontarsi con i temi delle devianze sessuali, delle dipendenze dal sesso. Ma fare un paragone con Shame sarebbe ingiusto nei confronti di questo film, che sviluppa la tematica della dipendenza sessuale in modo molto diverso, e con lo slancio consolatorio e un po’ bacchettone tipico dei film da cassetta americani. Eppure non si può evitare di menzionare l’opera che ha dato l’avvio a questa copiosa produzione incentrata sul sesso, piuttosto che l’alcolismo o la droga, come angolazione privilegiata da cui osservare le alienazioni e sofferenze del mondo contemporaneo. Se non altro perché sarebbe interessante interrogarsi sul perché c’è stato questo slittamento rispetto ai temi più “comuni”, al di là dell’osservazione meramente contingente che un film di successo (anche se non commerciale) ne ispira di altri.
Detto questo, Thanks for Sharing non esce in nessun modo dal tracciato dei drammi a tema riscatto individuale più tradizionali: ognuno percorrerà il suo cammino seminato di tentazioni, pericolose ricadute e contatti umani salvifici fino alla finale liberazione. Senza mai mettere in dubbio che “lassù qualcuno ci ama” e ci guida, anche se non lo si vuole intendere come Dio in senso stretto.