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TORINO FILM FESTIVAL 2006 - AMERICANA - MASTERS OF HORROR - FAMILY

Pubblicato il 15 novembre 2006 da Salvatore Salviano Miceli


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - AMERICANA - MASTERS OF HORROR - FAMILY

Il tipico quartiere suburbano di una cittadina americana, il prato raso con pregevole taglio omogeneo, una madre torna a casa dopo essere andata a prendere i figli a scuola. Il tutto accompagnato da una musica tipicamente religiosa, di quelle che si cantano la domenica in chiesa con tutta la famiglia.
Da questo primo assaggio di verità americana, la macchina da presa ci introduce, dal buco dello spioncino, all’interno di una abitazione, ci fa apprezzare lo stile assolutamente borghese dei mobili, la foto di Dick Cheney in bella mostra sopra il caminetto, per poi arrivare in cantina. Qui un grassottello, ma dal volto amabile, signore armeggia con una strana sostanza: acido.
Tra un ritornello religioso e un altro, l’uomo squaglia carne umana per poi, attraverso una meticolosa opera di ricostruzione ossea, dare “vita” alla sua personalissima famiglia, scheletro dopo scheletro.
Questo è l’incipit di Family e Landis, il regista, si riconosce al volo. L’ironia feroce e la cattiveria sottile si impadroniscono immediatamente del film senza prendersi alcuna pausa.
Non è certo la prima volta che il macabro si cela dietro l’apparente solarità di quello che tutti noi definiremmo un ambiente tranquillo anzi si potrebbe parlare di un vero e proprio topos e ricordare, seguendo le stesse dichiarazioni di Landis, esempi quali L’ombra del dubbio di Hitchcock (t.o. Shadows of Doubt) o il Lynch di Velluto blu (t.o. Blue Velvet), ma è particolarmente divertente la continua e ben articolata opera di decostruzione e conseguente posa in ridicolo di uno degli elementi più rassicuranti e tradizionali della società america, il mito cioè del buon vicinato.
Così come l’anno scorso con Deer Woman, il regista firma uno degli episodi più divertenti della serie compiendo un interessante dialogo tra prospettive e punti di vista diversi. Tutto il film è un continuo gioco di scambi tra oggettivo e soggettivo. Quella che sembra una famiglia normale quando ci è dato di osservarla con gli occhi del protagonista rivela, invece, tutta la sua carica satirica quando oggettivamente torniamo a vederne i componenti come scheletri.
Dallo scontro tra normale ed esasperato viene fuori il paradossale. Ed è seguendo questa linea che Landis si muove nella regia di questo suo secondo episodio dei Masters of Horror.


CAST & CREDITS

(FAMILY) Regia: John Landis; soggetto: Mick Garris; sceneggiatura: Brent Hanley; fotografia: Jon Joffin; montaggio: Mark L. Levine; musica: Peter Bernstein, Ed Shearmur; scenografia: Doris Deutschmann; costumi: Lyn Kelly; interpreti: George Wendt (Harold), Meredith Monroe (Celia), Hayley Guiel (Sarah); produzione: IDT Entertainment; distribuzione: Sharada; origine: USA 2006; durata: ‘60;


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