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TORINO FILM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - REANGLAO JAK MEANGNUE - STORIES FROM THE NORTH

Pubblicato il 17 novembre 2006 da Andrea Esposito


TORINO FILM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - REANGLAO JAK MEANGNUE - STORIES FROM THE NORTH

Stories from the North racconta di un mondo lontano nel tempo, perduto anche se ancora in vita.

Il primo film di Uruphon Raksasad si articola in nove brevi storie ambientate a Lanna, un piccolo paese del nord della Thailandia. Tra queste la vicenda di un pastore i cui bufali spariscono improvvisamente, di una classe di bambini in gita che si raccontano storie di fantasmi, di un musicista che incontra il suo doppio. Il vero protagonista è indubbiamente la campagna tailandese, un ambiente fatto d’acqua e acquitrini, di erba altissima in cui si nascondono vecchie strade, del grigio-marrone dei bufali, del bianco del cielo, del giallo dei campi.

A metà tra narrazione e documentario, il film punta principalmente a raccontare la realtà della terra e i suoi ritmi, i colori, il suo rapporto con uomini e animali, il suo linguaggio segreto. Le nove brevi storie che compongono il film in realtà hanno uno sviluppo vago, sono prima di tutto impressioni e descrizioni di Lanna e della vita che vi si svolge. Con una regia statica, fatta di inquadrature fisse e pochi movimenti di camera, Raksasad cerca soprattutto di cogliere la fragilità e l’immutabile bellezza dello scenario naturale. Un uomo e un bambino si fanno strada in un campo di erba altissima, finché non riescono ad uscire e a tornare nella strada principale. Ciò che accade sullo schermo è un pretesto visivo, più che una vera esigenza narrativa. Il racconto resta solo quello della terra, di ciò che esiste. Il raccordo tra i due momenti è raggiunto forse nell’episodio del raccolto, una storia corale in cui si mostra il momento del raccolto nei campi, alternato a scene in cui i contadini mangiano insieme.

Tra quello che accade e quello che esiste, tra le storie e la terra, una tenue atmosfera di magia e di soprannaturale si fa strada sotto la superficie del film, come la sparizione dei bufali, o l’incontro del musicista con il suo doppio. Tale magia resta una linea impalpabile ed eterea, tesa a caricare di significati nascosti quegli scenari naturali che sono protagonisti dello sguardo del film. Allora la nebbia, la pioggia, l’erba, la luna, i tramonti si caricano di mistero, sembrano quasi manifestazioni di un’altra realtà.

(Reanglao jak Meangnue); Regia, soggetto, sceneggiatura, fotografia, montaggio, produttore: Uruphong Raksasad; musica: Thipatri Pirompak, Jaral Manophet; interpreti: Kon Caitha, Tan Kongwan, Suk Punkam; origine: Thailandia, 2005; durata: 87’


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