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Una nuova amica (Conferenza stampa)

Pubblicato il 27 marzo 2015 da Filippo Baracchi


Una nuova amica (Conferenza stampa)

Martedí 17 marzo Francois Ozon è stato alla Casa del Cinema di Roma con l’attrice protagonista Anaïs Demoustier per presentare il suo ultimo film Una nuova amica.
Il quarantotenne regista francese e la giovane attrice hanno risposto in modo convincente alle domande dei giornalisti e del pubblico presente in sala dopo la proiezione della pellicola.
Il film é uscito in Italia giovedì 19 marzo in cinquanta copie grazie ad Officine Ubu.

Quali sono le qualità maggiori di Una nuova amica?
Ozon: È un racconto che avevo letto vent’anni fa, ma non non avendo trovato i soldi per realizzare un cortometraggio, sono stato costretto a lasciare il progetto.
Di A new girlfriend mi aveva colpito la storia d’amore e la particolare intensità.
Demoustier: Prima di tutto la singolarità e la crescita del personaggio di Claire: è un personaggio molto misterioso (infatti molte azioni avvengono in silenzio). Il fatto di entrare in sintonia con lei, di vivere le sensazioni profonde della storia d’amore é stato l’aspetto piú interessante del progetto.
Inoltre il ruolo complesso e sfaccettato mi ha permesso di uscire da i clique che molti film mainstream propongono delle donne.

Al livello di diritti e libertà il suo film può avere una valenza politica. É d’accordo con questa affermazione?
Ozon: Quando ho iniziato a scrivere questo film non avevo intenzione di fare un film politico, l’ho fatto mio malgrado visto che in Francia erano in atto le manifestazioni aggressive contro il matrimonio omosessuale e la nuova famiglia. Mi sono accorto successivamente che l’argomento del film era ancora scottante.
Io in realtà non avevo deciso di andare contro questo tipo di gente, ma al contrario avevo voglia di proporre un altro tipo di amore e di famiglia é possibile. Per questo mi ero inventato, rispetto al racconto originale, la storia del lutto proprio per aiutare a capire questo. Ho scelto inoltre di trattarlo come una fiaba ed é per questo che risulta idealizzato. Il finale infatti é positivo, un tipico finale di una fiaba da "...e vissero felici e contenti".

Nel suo film emerge che, al di lá delle definizioni di genere, i sentimenti sono infiniti...
Il film racconta la nascita di Virginia e la rinascita di Claire e mi piaceva l’aspetto che in ogni storia d’amore c’é sempre un fantasma di una storia passata.
Inoltre la tendenza diffusa é di associare il travestimento all’omossessualitá. In realtà l’80% dei travestiti é eterosessuale, hanno figli e amano le donne e la loro femminilità. Questo ha sorpreso anche me.

Visto le recenti polemiche di Dolce e Gabbana e Elton John, il suo film sicuramente é una risposta convincente?
Ozon: Invito Dolce e Gabbana a vedere il mio film. Forse aprirà a loro un po’ lo spirito.

In molte inquadrature e nel modo di raccontare complessivo é evidente il riferimento o lo stretto rapporto con il cinema di Hitchcock. Che ne pensa?
Ozon: Scrivendo a sceneggiatura mi sono accorto rapidamente che c’erano dei riferimenti a Hitchcock, proprio quando ho cambiato la storia e ho iniziato con il lutto. Quando si tratta di ricreare una donna che non c’é più il riferimento a La donna che visse due volte é evidente. Ma in Hitchcock la morte é usata come fine, visto che James Stewart guarisce quando perde il suo amore, io volevo invece che la fine fosse felice perché due persone si vogliono bene.

La musica d’opera nelle scene d’amore ha un connottazione melodrammatica che non era prevedibile. Come mai questa scelta?
Ozon: Forse non ha mai fatto l’amore sulle note d’opera, dovrebbe provare!
Quando ho scritto la scena d’amore, avevo annotato accanto la scena "la scena d’amore lesbica più importante nella storia del cinema". Al cinema in quel periodo era uscito La vita di Adele e dunque ho dovuto ricredermi, anche se alcune lesbiche non si erano riconosciute in quella violenza sessuale. Dunque ho optato per una scena che andasse in una direzione opposta e fosse più sensuale.

Per quanto riguarda gli interni del film, questi sono freddissimi, rispetto alla forza e il calore della storia d’amore. Quale é il motivo di questa scelta?
Ozon: Non volevo fare un film realistico, ma una cosa stilizzata, motivo per cui abbiamo girato molto in una delle periferie dell’America del Nord, che non assomigliano a quelle francesi. Volevo che fosse girato ovunque e da nessuna parte e avere dunque questa universalità.
Ho scelto inoltre l’ambiente alto borghese proprio per tralasciare tutte le contraddizioni economiche che un ambiente operaio o medio borghese attualmente avrebbe avuto. L’ipocrisia borghese nel film emerge nell’accettare tutto piuttosto che non si venga a saper fuori e la si può notare nei personaggi dei genitori di Laura.

Come avete lavorato con il cambiamento che vivono i due protagonisti?
Demoustier: Claire é una donna rinchiusa nella sua vita e ha vissuto la relazione con la sua amica in ombra. Quando muore l’amica é uno shock ma anche un’occasione per avere un suo posto nella vita. Quando vede David che si traveste, proietta in questo atto di libertà i suoi desideri. Francois ha lavorato molto sui costumi e il tema della femminilitá: Virginia percepisce inizialmente la femminilità, in chiave caricaturale, mentre il mio personaggio, quello di Claire, é una femminilitá più sottile più vicino a quella di tutte noi.
Ozon: Il personaggio di David-Virginia ha anche un’involuzione, si semplifica, diventa come tutte le mamme, quando vanno a scuola a prendere i propri figli.
Ho fatto molti provini ad attori per trovare l’interprete adatto per il personaggio di David-Virginia, vestendoli con parrucca e truccati in modo femminile, ma molti di loro si sentivano a disagio. Roman invece no, era felice. Poi la cosa bella di Roman ė che aveva piacere nel fare queste cose, senza nessuna perversione. Ed era questo che volevo trasmettere.

Ha dato qualche consiglio a Duris nell’interpretazione di Virginia?
Demoustier: Non ho dato alcun consiglio a Romain visto che, come raccontava Francois, era così eccitato nella parte. Piuttosto mi sono io ispirata dalla sua gioia di interpretare questo personaggio. Il suggerimento di come mettersi il mascara é di Francois, gliel’ha consigliato un travestito, ma ho provato a farlo io e non ci sono riuscita, forse perché non sono ambidestra.

È consapevole di aver fatto il film più "queer" della storia del cinema? Come reagirá secondo lei il pubblico?
Ozon: In Francia il film é piaciuto, é stato un successo. In Italia mi hanno detto che sarebbe stato difficile, proprio per la presenza di un attore macho come Duris, ma fortunatamente abbiamo incontrato un distributore coraggioso. In che senso "queer"? Il film più queer per me é A qualcuno piace caldo di Billy Wilder.


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