X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Venezia 67 - Drei - Concorso

Pubblicato il 13 settembre 2010 da Nicola Lazzerotti


Venezia 67 - Drei - Concorso

Tom Tykwer con Drei (Tre) realizza un’opera diversa dai suoi canoni più comuni, solitamente film legati profondamente a generi specifici e declinati in maniera originale. Il film si pone in maniera equidistante, infatti, sia dallo sperimentalismo visivo-sonoro di Lola corre che dalla più equilibrata e tradizionale opera The international, anzi con quest’ultimo lavoro il regista sembra voler dare un taglio autoriale e provare a rompere con il passato.

Hanna e Simon sono una coppia da vent’anni, e il loro rapporto sta vivendo un periodo poco elettrizzante e di profonda routine. Nella vita di Hanna fa capolino Adam, con il quale lei inizia una relazione segreta. Nel mentre a Simon viene asportata una gonade per via di un tumore. Durante la chemioterapia fa anche lui la conoscenza del seducente Adam.

Tykwer, con questa commedia sentimentale, porta avanti la sua idea sui rapporti umani e le relazioni amorose. Sullo sfondo, molto didascalico, di una società borghese, colta e culturalmente emancipata, figlia della generazione del post ’68 e ormai a sua volta adulta, il film si muove con passi felpati ed esplora quei mutamenti comportamentali ed emotivi nell’approccio ad un’idea di identificazione sessuale ormai sfumata e inconsistente. L’autore sembra quasi abolire ogni distinzione, per far spazio ad un universo altero. Il ménage à trois diventa il viatico rappresentativo per un nuovo mondo e una nuova realtà, non necessariamente l’unica, dell’amore. E tanto forte è questa presa di posizione dell’autore sul mondo, che semplificatamene potremmo definirla una posizione liberamente anticonvenzionale e leggere questo Drei come un’apologia di tale discorso.
L’elemento che però sembra non funzionare in questo film è proprio la natura rappresentativa dei soggetti e della storia. Se infatti dal punto di vista formale, il film non ha pecche rilevanti e solo rimarchevoli lodi, in tal senso entusiasmante è l’inizio, in cui il correre di due cavi della tensione elettrica di un treno diventa metafora esplicita della situazione amorosa della coppia. Va altresì detto che la messa in scena dei tre protagonisti presenta non poche semplicistiche caratterizzazioni. Adam è mostrato nei suoi comportamenti quasi come se avesse una personalità dissociata, con Hanna ha infatti un atteggiamento virile molto marcato, pratica il calcio, va allo stadio e beve litri di alcool, mentre con Simon emergono invece quegli atteggiamenti più particolari, come la passione per il canto corale e un meno evidente carattere virile. Contemporaneamente il personaggi di Hanna e Simon subiscono quelle variazioni e quei mutamenti che sono fin troppo prevedibili e attendibili senza che in tal senso ci sia alcuna analisi di tali mutamenti, e mantenendo il discorso sempre a un livello elementare e diretto lontano da quella profondità di analisi che sarebbe invece necessaria e veritiera. Questa definizione automatica e questo schematismo dei personaggi altro non fa che indebolire il film, portandolo ad essere solo una rappresentazione scontata e banale della vita.


CAST & CREDITS

(id.); Regia: Tom Tykwer; sceneggiatura: Tom Tykwer; fotografia: Frank Griebe; montaggio: Mathilde Bonnefoy; musica: Reinhold Heil, Johnny Klimek, Gabriel Isaac Mounsey; interpreti:Sophie Rois (Hanna), Devid Striesow (Adam), Sebastian Schipper (Simon); produzione: Medienboard Berlin-Brandenburg, X-Filme Creative Pool; origine: Germania, 2010; durata: 119’


Enregistrer au format PDF