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Venezia 67 - Reign of Assassins - Fuori concorso

Pubblicato il 4 settembre 2010 da Nicola Lazzerotti


Venezia 67 - Reign of Assassins - Fuori concorso

La premiazione con il Leone d’oro alla carriera segna la consacrazione di uno dei più grandi registi contemporanei, John Woo. Un autore che con il suo lavoro ha innovato il cinema mondiale attraverso un formalismo estetico sofisticato e curatissimo, introducendo nella sua opera nuovi stilemi che hanno riconfigurato la grammatica cinematografica. La mostra del cinema di Venezia ha voluto tributare John Woo con la presentazione al pubblico in anteprima mondiale dell’ultima fatica del regista cinese, Reign of Assassins.

Zeng Jing è un’assassina spietata. Durante un agguato per trafugare una preziosissima e magica reliquia dai grandi poteri, il corpo di un grande guerriero diviso in due, beffa i suoi compagni sottraendo loro una parte della miracolosa reliquia. Inseguita per tutta la Cina, Zeng Jing si scontra con un grande monaco Saggezza. Ferito gravemente e in punto di morte, il monaco promette però alla donna il suo perdono, se lei sarà in grado di redimersi. Colpita da queste parole Zeng Jing si reca da un sapiente medico che, grazie ad antiche arti, le modifica radicalmente il volto, permettendole così di iniziare una nuova vita, quando...

Dopo La battaglia dei tre regni John Woo torna a girare, in coppia con Chao-Bin Su, un nuovo wuxiapian (film di cappa e spada tipici della tradizione cinese), secondo film cinese dopo la non felicissima esperienza americana. L’opera diametralmente opposta alla precedente guarda più alla tradizione magica e spettacolare del genere di film come La tigre e il dragone. Anzi analizzando puntualmente la pellicola quasi si stenta a riconoscere la mano del regista di The Killer, ciò a indicare che la collaborazione con Chao-Bin Su, è stata più profonda di quello che superficialmente si potrebbe pensare. Sparite le colombe, spariti i rimandi alla mitologia classica, spariti gli scontri face to face, spariti insomma quegli stilemi formali più significativi e riconducibili al suo cinema, John Woo sa comunque regalare forti indizi della sua presenza dietro la macchina da presa, indizi come i freeze frame sui volti assorti dei protagonisti o i meravigliosi bullet-time (tecnica di ripresa da lui stesso inventata) delle scene iniziali, ma soprattutto in questo film è fortemente marcato il modello di donna-eroina, figura atipica nelle più familiari produzioni occidentali. In perfetta continuità con La Battaglia dei tre regni, ma anche con buona parte della sua produzione, la donna è ancora al centro del discorso sul suo cinema del regista cinese. Votata al sacrificio la donna nei film di Woo, e soprattutto in questo Reign of Assassins, sopporta con stoicismo le avversità, finanche ad arrivare al sacrificio estremo. E osservando bene lo sviluppo narrativo è sostanzialmente più affascinante la Zeng Jing tratteggiata nella prima parte del film, donna-guerriera, ma anche donna indipendente e protettiva verso il proprio compagno, rispetto alla seconda. Esemplificativo a riguardo la scena in cui lei gli chiede di sposarla, violando quindi quel codice comportamentale che imporrebbe il contrario.
A parte questo, però l’opera sa regalare poco altro, le scene di azione sono ben coreografate, ma questo non è nuovo per il genere e il tono della storia tende a degenerare in un finale che da panico passa ad essere fin quasi comico nelle rivelazioni conclusive. E a questo si aggiunge un happy end che stride troppo con il resto della narrazione. Peccato.


CAST & CREDITS

(Jianyu); Regia: Chao-Bin Su e John Woo; sceneggiatura: Chao-Bin Su; fotografia: Arthur Wong e Wing-Hung Wong; montaggio: Ka-Fai Cheung; musica: Peter Kam; interpreti: Michelle Yeoh (Zeng Jing), Woo-sung Jung (Jiang A-sheng), Shawn Yue (Lei Bin), Barbie Hsu (Zhanqing); produzione: Beijing Gallop Horse Film & TV Production, Media Asia Films; origine: Cina, 2010; durata: 117’


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