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Venezia 67 - The child´s eye (3D) - Fuori Concorso

Pubblicato il 5 settembre 2010 da Nicola Lazzerotti


Venezia 67 - The child´s eye (3D) - Fuori Concorso

The child´s eye è l’ultima fatica dei fratelli Pang, il duo di registi thailandesi, che dopo film come The eye 1 e 2, tornano con un horror, questa volta in 3D.
La storia avviene in Thailandia, dove un gruppo di sei ragazzi di Hong Kong sta trascorrendo delle vacanze. Raine, una delle tre donne del gruppo, ha un segreto che non vuole confessare al proprio ragazzo, con il quale è in crisi. La situazione politica nel paese precipita repentinamente e i sei nel vano tentativo di partire sono costretti a sostare in uno spettrale hotel. Nonostante la situazione e alcuni avvenimenti inspiegabili decidono comunque di rimanere ma il giorno dopo i ragazzi sono spariti. Spetterà alle loro donne scoprire cosa è successo.

La prima cosa che ci chiediamo guardando questo film è: ‘dove è andato a finire il talento dei fratelli Pang?’. Se già con il precedente Bangkok Dangerous eravamo rimasti molto delusi, con questo The child´s eye il trend negativo sembra correre spedito. I motivi sono tutto sommato semplici. La prima pecca, e ci duole dirlo, è proprio la regia, dalla recitazione troppo caricata ed eccessiva, alla costruzione delle scene decisamente troppo di maniera. Nulla risulta, purtroppo, convincente e inaspettato (come dovrebbe essere), ma tutto molto scontato e le scene più spettacolari e ‘spaventose’ mortalmente noiose. A questo si aggiunge una sceneggiatura prevedibile, da cui non emerge alcun colpo di scena. Nonostante la presenza di tanti spunti interessanti, come il tema dell’assedio scaturito dell’incedente sommossa politica e il tema claustrofobico dell’unità di luogo, questi elementi rimangono sempre ad un livello primitivo, introdotti ma mai sviluppati, inseriti più come escamotage occasionali di sceneggiatura che come possibili spunti di analisi.
Questo non è un caso. Dalla visione emerge infatti chiaro l’intento dei due registi di voler spaventare, creare cioè quell’emozione istantanea, che miseramente scema con il calare della tensione. Questo film assomiglia molto a quei primitivi spettacolini in 3D digitale che trionfavano nei parchi divertimento alcuni anni fa, in cui tutto era finalizzato all’emozione hic et nunc, il momento quindi di consumare un biglietto e il ricordo che svaniva nel tempo di salire sulla giostra successiva. Alla ricerca di facili emozioni, l’opera si perde tra dozzinali effetti speciali e trascura l’elemento fondamentale del horror: la paura. Non è presente, infatti, alcuna analisi sostanziale, alcun richiamo alle inquietudini recondite dell’animo umano che sono da sempre gli elementi cardinali di un buon horror. A sminuire ulteriormente il film la bassa resa di un pessimo 3D, in cui tutta la componente digitale mostra i sui limiti e l’effetto finale è tragicamente dozzinale. Il risultato è un brutto b-movie, di cui non comprendiamo bene il passaggio a questa edizione della Mostra di Venezia.


CAST & CREDITS

(Tungngaan 3D); Regia: Oxide Pang Chun e Danny Pang; sceneggiatura: Oxide Pang Chun e Danny Pang; fotografia: Decha Srimantra; montaggio: Curran Pang; musica: Origin Chimprasert; interpreti: Rainie Yang (Rainie), Shawn Yue (Lok), Rex Ho (Rex); produzione: Enable Film Production; distribuzione: Universe Films Distribution Co. Ldt.; origine: Cina e Hong Kong, 2010; durata: 100’


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