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Please stand by

Pubblicato il 15 novembre 2017 da Monia Manzo

VOTO:

Please stand by

Tutto avviene in un istituto per ragazzi affetti da disabilità, perché in questo film di Ben Lewin tutto gira attorno ad una splendida ventenne Dakota Fanning) affetta da una forma di autismo e costretta, a causa dei suoi scatti d’ira ad essere rinchiusa in un luogo in cui possa essere assistita e curata. Wendy è seguita da un’efficiente specialista, Scottie, che riesce a tenerla sotto controllo, favorendo una rigida routine quotidiana e permettendo che la ragazza coltivi la sua passione, ovvero la visione della saga televisiva di Star Trek.
Non è un caso che lo sceneggiatore del film abbia scelto proprio il celeberrimo kolossal americano: i personaggi che lo animano sono dei perfette simboli di alterita’ rispetto alla cosiddetta “normale” attitudine comportamentale, in cui Wendy si identifica.
Il cambiamento, la svolta della sua monotona esistenza avviene quando per poter partecipare, con un copione di sua invenzione ad un concorso a tema Star Trek indetto dalla Paramount Pictures, contravviene al divieto di attraversare il grande incrocio vicino a casa e intraprende un avventuroso viaggio alla volta di Los Angeles, con un unico pensiero nella propria testa: diventare una sceneggiatrice.
Il film di Lewin si trasforma immediatamente in un candido “road movie” e in un certo senso anche in una vera iniziazione alla vita reale e al mondo del cinema, che qui viene visto attraverso gli occhi di un essere “speciale” come Wendy.
La sceneggiatura del film non brilla in quanto a originalità e profondità, la potremmo definire piuttosto “leggera”, ma forse è stata una scelta dovuta alla complessità della tematica affrontata e spesso difficile da “spiegare” per immagini.
La soluzione però non è pessima, anzi Lewin punta tutto sulla bravura dei suoi attori e su scorrevolezza della regia di un film equilibrato, rispetto all’esiguita dello script, donandoci un lavoro in cui brillano la Fanning e Toni Colette, senza la pretesa di volerci commuovere a tutti i costi, ma con l’intento di far riflettere e di intrattenere il pubblico con una storia “tenera e semplice”, senza troppi artifici e con molti spunti realistici rispetto ad una patologia ostica e difficile da curare.
Il sentimento è il pensiero di Wendy ci arrivano forti, grazie ad un’idea che regge pienissimo tutto il fil rouge del film: la malattia la fa sentire come un personaggio per cui ogni pratica umana è sconosciuta, aliena, da apprendere dal principio, perché comprenderla sarebbe chiedere troppo. La ragazza di identifica in Spock, il vulcaniano dell’Enterprise, obbediente ad un’educazione che basa la sua esistenza sulla logica e la razionalità, ma che va in crisi quando si trova ad affrontare sentimenti e gestione delle emozioni. Solo il legame col capitano Kirk/cinema può spingerlo oltre le sue iterate azioni quotidiane, facendogli intravedere una luce che illumini uno spazio oscuro nella sua mente


CAST & CREDITS

(Please stand by); Regia: Ben Lewin; sceneggiatura: Michael Golanco; fotografia: Geoffrey Simpson; montaggio: ; musica: ; scenografia: Lindsay Moran ; interpreti: Dakota Fanning, Toni Colette;produzione: Lara Alameddine; origine: Usa, 2017; durata: 93’


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