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Fringe Festival-Intervista a Dario Aggioli

Pubblicato il 9 luglio 2015 da Valeria Gaveglia


Fringe Festival-Intervista a Dario Aggioli

Abbiamo intervistato telefonicamente il regista e attore Dario Aggioli, direttore artistico del gruppo teatrale Teatro Forsennato e vincitore della Menzione speciale della giuria presso il Fringe Festival 2015, a cui ha partecipato con lo spettacolo "Gli ebrei sono matti".

Iniziamo parlando del Fringe. Non è la prima volta che entri in contatto con il Festival e vorremmo un tuo parere sulla manifestazione.

La mia storia è un po’ particolare; leggendo il bando il primo anno mi sembrava assurdo poiché si chiedevano dei soldi per iscriversi, un costo abbastanza alto e ingiustificato a mio avviso. Il Festival non lo conosceva nessuno ma parlando con Davide Ambrogi e Marta Volterra abbiamo scoperto che vengono da mondi lontani dal nostro, per questo noi della scena romana non li conoscevamo e non ci fidavamo. Chiedevano 350 euro per l’iscrizione e in verità abbiamo poi scoperto che quei soldi erano per pagare i service. Chiaramente non c’erano garanzie e nel primo anno si presentarono con lo slogan: “Il meglio del teatro off d’Italia”. Noi facevamo teatro off da anni, allora ci siamo chiesti: “perché non c’avete chiamato?” Adesso li conosco, Davide lo prendo in giro e lo chiamo “il candido di Voltaire”, perché loro davvero avevano fatto questa cosa candidamente! Tuttavia c’è voluto un po’ per instaurare degli equilibri; continuavamo a temere che ci fosse qualcuno che voleva prenderci in giro, soprattutto le compagnie giovani. Il primo anno la qualità era abbastanza bassa, anche degli spettacoli; il secondo anno un po’ meglio, ma comunque non mi convincevano. Poi ho conosciuto Alessandro Di Somma che fa parte dello staff e mi ha invitato a fare la giuria per capire le dinamiche da dentro. Ho fatto la giuria, avevo dei dubbi su alcune cose, abbiamo parlato con gli addetti e quest’anno ho partecipato anche perché quei soldi di cui parlavo inizialmente ora li restituiscono, fungono da caparra ed è un discorso che capisco dato che hanno 72 spettacoli ed è giusto tutelarsi. Noi abbiamo partecipato facendo in un certo senso un gesto politico, per ammettere che il Festival era migliorato e noi stavamo dando il nostro appoggio. Ho cambiato attore per lo spettacolo "Gli ebrei sono matti" un anno fa e il nuovo interprete è stato disponibile a partecipare. Siamo contenti del risultato e del pubblico soprattutto. È uno spettacolo iper rodato, ha avuto mille premi, il pubblico lo ha seguito tantissimo e al Fringe abbiamo avuto molto pubblico, l’ultimo giorno abbiamo incassato più di 900 euro! La cosa bella è che c’è stato un pubblico non nostro e siamo stati molto felici. Del Fringe la prima cosa che devono cambiare è la location, dal momento che il comune non si prende le responsabilità di metterne a disposizione una adatta nonostante loro paghino tanto; stesso discorso con l’Acea. Io conosco l’assessore alla politiche culturali del primo municipio, che è grande come Bologna, e capisco che non è facile da gestire ma nonostante ciò bisogna impuntarsi. Stiamo parlando di una delle manifestazioni maggiori del teatro romano e non ci sono finanziamenti pubblici, stanno pagando tutto…diamo loro degli spazi idonei!

Cosa pensi del premio Menzione speciale della giuria che ti è stato assegnato?

Sinceramente non ho capito di cosa si tratta. Non era menzionato da nessuna parte, non ne hanno mai parlato e probabilmente volevano venire incontro al fatto che eravamo due spettacoli in finale senza nomination; forse hanno cercato di dare una possibilità alla giuria di parlare. È assurdo che il premio come migliore attrice sia stato assegnato alle interpreti dello spettacolo vincitore del Festival e poi io vinco come menzione speciale della giuria! La menzione è rivolta alla recitazione, non alla regia, non alla drammaturgia e questo mi sembra un po’ contraddire le nomination delle giurie precedenti. Io non ero in nomination. Non è chiaro il modo in cui è composta la giuria, non è chiaro come vengono stabilite le nomination. Dovrebbero farlo meglio, in base ai giurati che hanno assistito allo spettacolo; ci sono stati spettacoli a cui hanno assistito 10 giurati e altri a cui hanno assistito 13 giurati! Le nomination dipendono anche dalla partecipazione. Alessandro, che è una persona di cui mi fido ciecamente e sono sicuro che il prossimo anno lavorerà sul miglioramento della giuria, ha descritto i giurati dicendo che si trattava di operatori, attori e registi di cui si fidava, ma non basta! C’è stata, ad esempio, una persona che è andata a vedere lo spettacolo del suo compagno valutandolo 4…in quella situazione Alessandro è stato bravo perché ha capito che il resto della giuria andava contro quella valutazione, allora il voto è stato annullato. Fidarsi non è un metodo di giudizio; non è facile scegliere una giuria e sarebbe giusto che ogni compagnia conoscesse i suoi giurati. È importante che sul Bando sia indicata la modalità con cui si scelgono i giurati e i criteri di giudizio!

Dario, quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi sposo!

Per quanto riguarda il lavoro devo promuovere lo spettacolo di quest’anno che è Porno mondo; si tratta di uno spettacolo un po’ particolare, che ha debuttato lo scorso anno. Io ero il direttore artistico del Teatro Tordinona e ho lasciato l’incarico qualche giorno fa; adesso siamo in trattativa per capire se posso continuare questo lavoro in un altro posto, ho avuto alcune offerte di lavoro. Sono un direttore artistico atipico, con delle idee a volte strane! Ho inoltre un nuovo progetto per cui sto cercando un attore, anche se vorrei ancora Guglielmo Favilla, ma lui ha avuto problemi di disponibilità. Lo spettacolo dovrebbe essere un Don Chisciotte in cui io interpreto il ruolo di Sancho Panza e l’altro attore Don Chisciotte; è tutto col mapping, i nostri costumi e la visione del mondo data da questa tecnologia che mappa ogni cosa. Si tratta di un mapping 2.0, che mapperà perfino il corpo degli attori! Ci saranno così dei passaggi tra la realtà vista da Sancho panzo e la finzione vista invece da Don Chisciotte.

Ringraziamo Dario Aggioli facendogli un grande in bocca al lupo!


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