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In a Better World (Conferenza stampa) - Roma 2010

Pubblicato il 30 ottobre 2010 da Sila Berruti


In a Better World (Conferenza stampa) - Roma 2010

Alla conferenza stampa del film In a Better World (Haeven), sono presenti la regista Susanne Bier e gli attori Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm e Ulrich Thomsen.

Haeven è un film nel quale ritroviamo i temi a lei cari pero’ il finale è un po’ inconsueto per la sua cinematografia, perché questa scelta? Bier: è come sarebbe dovuto finire il film? Non credo che il finale sia molto chiaro. Visto che il film tratta di argomenti piuttosto seri, non sarebbe stato possibile raggiungere un effetto di coinvolgimento per il pubblico senza offrire una speraza una speranza e per l’empatia con lo spettatore è molto importante Quanta ricerca e preparazione è stata fatta? Bier: quando lavoro con Jensenin ( Anders Thomas Jensenin coosceneggiatore ndr) in genere buttiamo giù una bozza senza fare troppa la ricerca. La ricerca avviene dopo, io personalmente ho lavroato molto per capie a fondo il tema trattato, per esempio mi sono messa in contatto con Medici Senza Frontiere Persbrandt: io ho lavorato per la preparazione trascorrendo del tempo con i medici, ho fatto ricorso alla mia esperienza come ambasciatore dell’ UNICEF Thomsen: la mia storia nel film è una storia leggermente diversa ho dovuto prepararmi cercando di ricordarmi momenti tragici della mia vita personale, cercando di entrare in empatia con quest’uomo che cerca un contatto con il figlio Dyrholm: posso solo aggiungere che per il mio personaggio mi sono preparate a fondo e Susanne (Bier ndr) è molto molto brava e ci prepara a fare "il salto": ovvero veniamo messi nella condizione di superare noi stessi, inoltre poco prima dell’inizio delle riprese sono diventata mamma e questa esperienza personale l’ho riversata sul film

Ho letto che ci sono stati problemi con il governo Sudanese?

Bier: durante il montaggio sono emerse delle illazioni in merito, si tratta comunque di un malinteso. Abbiamo reagito affermando che questo non è affatto un film Anti Islam e non so nemmeno perché vi fosse un interesse ad intervenire visto che nel film non si comprende mai con esattazze dove ci troviamo

Mi sembra interessante evidenziare il ribaltamento dei luoghi comuni che è una delle temaiche del film. Noi siamo abituati a guardare i paesi scandinavi come dei luoghi perfetti mentre quini ne emergono le difficolta; così come decade il luogo comune dell’ innocenza dell’infanzia?

Bier: nessun Danese considera perfetta la Danimarca, ma è vero, siamo abituati a considerarla un mondo incantato e questo film affronta proprio la questione. Ci siamo accorti di essere una società fragile. Per quello che riguarda i bambini: credo che siano innocenti fino a che non succede loro qualche cosa che li trasforma. per questo mi interessava descrivere il percorso che fa un piccolo terrorista

Quale è stato vostro rapporto con i bambini durante le riprese? Erano veramente bambini con un vissuto così complesso alle spalle

Bier: I brandi attori non devo fare riferimento al proprio vissuto per poter interpretare un personaggio. I bambini del film sono solo grandi attori di talento, non hanno vissuto il dramma in maniera personale, all’ inizio erano un po’ incentri ma poi si sono calati in maniera completa

Il film è stato scelto per rappresentare la Danimarca agli Oscar. Pensa di tornare a girare in America Bier: mi piacerebbe, ma non mi interessa tanto dove giro ma cosa giro, a me interessa lavorare su storie che mi appassionano e vi deve sempre essere un elemento di terrore sconosciuto

Il film lavora sul confronto tra la realtà europea e il resto del mondo, e il difficile rapporto tra genitori e figli...

Bier: io penso che il terzo mondo faccia parte del nostro mondo ecco perché il terzo mondo è stato uno dei protagonisti, in forma diversa, dei miei ultimi tre film. Questa volta c’è un chiaro desiderio di indicare le analogie. Abbiamo cercato di far capire quanto il razzismo sia ridicolo. Il film poi dimostra che ci conosciamo molto poco, noi pensiamo che sia facile capire gli altri mentre è molto difficile costruire dei ponti.


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