X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Intervista a Ivano De Matteo - Noir in Festival 2009

Pubblicato il 12 dicembre 2009 da Antonio Valerio Spera


Intervista a Ivano De Matteo - Noir in Festival 2009

Avevamo apprezzato Ivano De Matteo già all’ultimo Festival di Torino, dove il suo La bella gente trovò i consensi della critica italiana dopo aver trionfato in molte manifestazioni francesi. Lo ritroviamo oggi al Noir in Festival di Courmayeur a presentare un’opera lontana dai toni da commedia all’italiana del suo lavoro precedente: Niente di personale, thriller/noir per la Tv che andrà in onda sulla RAI in primavera all’interno della serie Crimini 2. Si tratta di un film puramente di genere che De Matteo ha realizzato su sceneggiatura di Carlo Lucarelli. Un film che fa forza sull’ottima perfomance della coppia protagonista (Rolando Ravello è uno straordinario killer atipico dell’Andragheta, Donatella Finocchiaro l’intensa e coraggiosa moglie di un politico corrotto), su dialoghi taglienti, su una messa in scena più vicina al cinema che alla solita fiction. In questa intervista, Ivano De Matteo ci racconta di questa sua esperienza televisiva, parlandoci del suo cinema ed esprimendo giustamente il suo rammarico e la sua delusione per la mancata distribuzione italiana di La bella gente.

Come nasce il progetto di Niente di personale?

La serie Crimini è un progetto che prevede 20 episodi. Ogni storia è scritta da un autore noir, ognuna di esse ambientata in una regione d’Italia. Mi ha contattato la Rodeo e mi hanno proposto questo episodio, che ovviamente verrà inserito nella seconda serie.

Perché un autore di cinema passa a fare televisione e perché passa a fare TV Noir?

Io in realtà sono autore al 50 per cento perché nei miei film è la mia compagna che scrive, anche se io subentro a metà dell’opera. Lavoriamo insieme da vent’anni. In questo caso io sono stato solo un “realizzatore”. Inizialmente mi hanno proposto una sceneggiatura diversa, poi però mi hanno affidato quella di Lucarelli. Quando ho letto il suo script, mi ha divertito questo taglio ironico. Non è di certo un taglio realistico, se avessi fatto questo film per il cinema avrei usato un’altra tecnica, un altro stile. Questo credo sia un buon lavoro televisivo, con un suo ritmo, una sua credibilità. Il Killer rimane quasi simpatico. Ho usato attori che già conoscevo: con Rolando avevo già lavorato ed anche con Sergio Fiorentini. Con Donatella invece ci eravamo promessi di lavorare insieme. Per quanto riguarda il noir, è un genere che non avevo mai trattato, io solitamente preferisco fare film “autoriali”, se così possiamo definirli anche se non mi piace questa parola. Comunque con Niente di personale mi sono divertito molto.

Hai detto che se avessi portato questa storia al cinema avresti utilizzato un altro stile. Cosa avresti fatto di diverso?

Se avessi fatto una storia simile al cinema forse sarei stato molto più crudo, sarei stato più cattivo. In ogni caso questo stile che ho utilizzato per il film è uno stile “lucarelliano”. Ho cercato di riportare il suo stile sullo schermo senza però intaccare la mia poetica. A mio parere rimane un film con uno stile cinematografico e poco televisivo, usavo carrelli, muovevo molto la macchina.

Come hai lavorato con gli attori?

Io lavoro con gli attori già da un mese prima l’inizio delle riprese. Così ho fatto con Rolando e Donatella e così ho fatto con Monica Guerritore, Antonio Catania, Elio Fermano, Iaia Forte e gli altri interpreti di La bella gente. Penso che sia il modo migliore per lavorare con gli attori. Non dico che l’attore debba essere preparato, ma penso che debba essere tranquillo quando arriva sul set. Il regista non deve solo muovere la macchina da presa. Il regista in primis deve dirigere. Io vengo dal teatro ed io prima di iniziare, leggo, insieme agli attori, analizzo il personaggio, tagliamo una battuta, la cambiamo. A volte si pensa che la regia sia solo l’inquadratura fica. Bisogna dirigere gli attori: non sono pupazzi a cui mettere un foglio in mano la mattina quando arrivano sul set. Io credo in questo lavoro e lo voglio fare bene: non farò mai cinema solo per timbrare un cartellino. Mai. Magari vado a insegnare regia a dei ragazzi.

Hai parlato degli attori di La bella gente. Ma il film riuscirà ad avere distribuzione?

E’ una cosa assurda. Ho vinto tantissimi premi in Francia con questo film a cui sono molto legato, ma in Italia nessuno lo vuole distribuire. Non riesco a comprenderlo. Mi dispiace molto.

Possiamo definire La bella gente una commedia all’italiana?

Mi fa piacere che mi fai questa domanda perché molti hanno parlato di film drammatico dopo aver visto La bella gente. Ma in realtà si tratta di una commedia, amara e triste ma è una commedia. Non è vero che non si possono trattare tematiche serie con tonalità da commedia. Basta vedere il cinema italiano del passato.


Enregistrer au format PDF