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Intervista a Miruna Berescu, direttrice artistica di Anonimul

Pubblicato il 14 agosto 2012 da Giammario Di Risio


Intervista a Miruna Berescu, direttrice artistica di Anonimul

Sfântu Gheorghe, 13 agosto 2012.
Analizzando la vostra programmazione quest’anno avete presentato molte opere con protagoniste femminili e registe donne. Semplice coincidenza o scelta voluta?

Credo sia stata una coincidenza, ma sicuramente in questo periodo il cinema rumeno concede ampio spazio alla sensibilità femminile. Infatti quest’anno abbiamo Crulic – The path to beyond, di Anca Damian, un documentario animato che ha avuto grande successo a Locarno, Teodora Sinner di Anca Hirte, i primi dieci minuti di Chusk Norris VS Communism della giovane Ilinca Călugăreanu, sul contrabbando di cassette VHS durante il periodo di Ceauşescu. E sto citando solo alcuni titoli.

“Anonimul” è espressamente un festival per il cinema indipendente ma uno dei vostri partner è la HBO e avete comunque grandi case produttrici alle spalle. Come stanno realmente le cose?

Ormai non possiamo più parlare di cinema indipendente; gli studios vengono qui per sviluppare delle co – produzioni e aiutano la crescita del nostro cinema anche se, in cambio, portano indirizzi ideologici precisi. Se però analizziamo bene il periodo, posso confessarle che ci sono tanti giovani rumeni che stanno tirando su un movimento interessante e lo fanno semplicemente con una video – camera digitale.

Abbiamo accennato all’opera della Călugăreanu: come il cinema rumeno sta raccontando il periodo comunista? Crede che bisognerà attendere ancora un po’ per storicizzare al meglio la condotta politica di Ceauşescu? Avete difficoltà a rapportarvi con la vostra memoria?

Non parlerei di difficoltà e le confesso che alcune cinematografie, come quella bosniaca, hanno raccontato innumerevoli volte il nostro periodo comunista con un preciso filtro ideologico. Io ho trentasei anni e quando è crollato Ceauşescu ero una ragazzina e non potevo avere una visione completa e critica degli avvenimenti che stavo vivendo. A distanza di anni mi sono fatta la mia idea e credo sia cosi anche per il nostro cinema. Abbiamo una precisa visione attualmente, a metà strada tra la feroce critica di quel periodo e la nostalgia per alcuni valori persi, che non è sicuramente come la vostra in Italia; c’è da sottolineare poi che ogni regista vive, di fatto, una propria relazione intima con la storia del proprio paese.

Presentate anche molti documentari; un genere che sta spopolando nei circuiti festivalieri dopo l’undici Settembre americano.

La ringrazio per questa domanda perché negli anni precedenti abbiamo sottovalutato questo genere, ma attualmente stiamo valutando l’idea di creare una sezione permanente per i prossimi anni. Non consideriamo il documentario sotto una veste eccessivamente didattica, come accade in alcuni festival, viceversa per noi questa particolare forma d’espressione diventa un mezzo per avvicinare la gente al cinema. Con il documentario puoi anche perdere consenso ma siamo felici per questa scelta rischiosa.

Qual è i futuro del cinema? Assodato che sia una forma d’arte prettamente novecentesca e che ora è costretta ad essere un braccio dell’audiovisivo, come se la immagina nei prossimi anni?

Non credo che il cinema sparirà ed ho le stesse sensazioni per quanto riguarda ai libri. Molti credono che la tecnologia farà piazza pulita del cartaceo ma io non credo si arriverà a quel punto: troppo forte e potente il fascino di aprire e leggere un libro. Parliamo di esperienze sensoriali che non possiamo permetterci di perdere. Ovviamente c’è il nuovo che avanza e possiamo fare un film con un cellulare, tuttavia se osservo i giovani il più delle volte essi, per conoscere il cinema e non solo per studiarlo, si rapportano con i vecchi classici.

Devo farle una domanda sentita come chiusura: come mai soltanto due cortometraggi italiani in concorso? “Anonimul” come vede il cinema italiano di oggi?

È difficile ottenere i vostri film, ci sono sempre enormi passi burocratici da definire con le case di produzione e il più delle volte non se ne fa nulla. Non può immaginare quante volte abbia tentato in tutti i modi di avere Sorrentino all’”Anonimul” e ci riproverò sicuramente nei prossimi anni. Il vostro cinema lo definirei con due aggettivi che racchiudono la vostra tradizione e il vostro presente: vivido e poetico. Autori come Garrone e Sorrentino riescono ad arrivare ad ogni sensibilità e questa è una forza per tutto il vostro movimento.

Buona visione a tutti.

Per maggiori info: http://www.festival-anonimul.ro/



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