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Khalid for President (Conferenza stampa)

Pubblicato il 1 maggio 2013 da Giammario Di Risio


Khalid for President (Conferenza stampa)

Roma, 29 Aprile 2013. È il giorno di Khalid for president, e osserviamo in quadro il racconto del primo deputato di Seconda Generazione eletto al Parlamento Italiano, in quota PD. Tra i conferenzieri, nella sala che si riempie in via Sant’Andrea delle Fratte, c’è il regista Arrigo Benedetti, emozionato per la sua creatura visiva, il giornalista Federico Tulli, la moderatrice Beatrice Coletti e, ovviamente, il filo d’oro del documentario: Khalid Chaouki.

Non avevo ancora visto il documentario e ringrazio tutti quelli che hanno lavorato al progetto, che è di grande qualità. È stato emozionante rivedere in immagini ciò che rappresenta al meglio, concettualmente parlando, il mio pensiero, la mia attività politica, che da sempre è in itinere.

Khalid è giovane ma già temprato (e lo sappiamo grazie al racconto in immagini) da anni di attività politica come presidente dei “Giovani Musulmani d’Italia” e il documentario, nonostante poggi il suo focus principalmente sull’ultima campagna elettorale delle Politiche 2013, fa emergere il “malumore” del protagonista di fronte a un’Italia che ancora non riesce ad assicurare la cittadinanza a quei figli di immigrati nati e cresciuti qui.

Ci sono tanti nuclei tematici che dovrò affrontare e portare avanti in Parlamento: la questione dei Beni Culturali, il progetto del consorzio sulle mozzarelle per facilitare ed espandere un mercato limitato, il problema della precarietà nell’ordine dei giornalisti ma, a costo di tralasciare per un attimo tutto, sono concentrato sul tema cruciale della cittadinanza.

Il ragazzo è stato votato nel casertano e sente epidermicamente i problemi di quella zona ma la sua visione politica, in accordo con le linee guida del suo partito, stabilisce da sempre la seria volontà di rivendicare una legge che possa concedere la cittadinanza a quei figli di immigrati che da anni vivono, lavorano e progettano un futuro in questa terra. A continuare sulla medesima linea ci pensa anche il regista Arrigo Bendetti:

Per noi di BABEL (canale televisivo dedicato ai nuovi Italiani), che da sempre raccontiamo storie del genere, questo documentario mette un punto per aprire nuovi scenari. Ormai non possiamo parlare più di integrazione, ma dobbiamo consentire a queste generazioni di entrare in una fase di partecipazione. Abbiamo seguito Khalid per due mesi e mezzo, quasi un paio di volte a settimana, rappresentando il suo ingresso nella politica nazionale, a Roma, e metaforizzando questo percorso come una nuova fase per il concetto di immigrazione e per l’Italia.

Ritrovi delle tendenze comuni nel Mediterraneo nel modo di approcciarsi a questa crisi economica?

Sicuramente nella dimensione mediterranea, magrebina soprattutto, trovo degli atteggiamenti passivi di fronte alla realtà. Quest’assenza di ambizione, questa pigrizia mentale sta prendendo piede, per colpa della crisi economica, anche qui in Italia.

Le tue posizioni sul tema della laicità?

È una questione abbastanza spinosa perché se parlo io, un giovane deputato di Seconda Generazione, automaticamente le mie parole vengono strumentalizzate; se ne parla invece un altro, questi viene descritto dall’opinione pubblica come un grande liberale. Nessuno deve permettersi di offendere i profeti di religioni altrui, come Gesù, anche se bisogna sviluppare, sulla base di un pluralismo ideologico, la tematica sul laicismo e lavorare affinchè ognuno possa esprimere liberamente il proprio pensiero.

Come ti poni tra il mimetismo di molti musulmani da un lato, e l’estremismo passionale nell’esprimere i valori dall’altro?

Sicuramente bisogna essere forti nel condannare gli atti di violenza o di semplice ambiguità sul tema del terrorismo. Di recente abbiamo cercato, con la Carta dei Valori, di sviluppare un documento comune per rappresentare l’evidente pluralismo razziale che è ormai parte fondamentale della società italiana. Ma la strada è ancora lunga.

La Bossi-Fini va rivista completamente?

C’è un problema riguardo alla classe dirigente che ci ha fino ad ora governato. Non solo la politica ma anche il mondo del giornalismo, l’opinione pubblica non hanno saputo raccontare il cambiamento che negli anni Novanta stava investendo l’Italia. Siamo una società multirazziale, ma la politica malata del consenso non ha mai raccontato questo fenomeno: la Lega in primis. La Bossi-Fini va cambiata e speriamo che, soprattutto con la presenza di Cècil tra i ministri (si riferisce a Cècil Kyenge, nuovo Ministro all’Integrazione di colore del Governo Letta), finalmente si possa sviluppare un approccio multiculturale alle cose.

La tua opinione sullo psicodramma del tuo partito nell’ultimo mese.

Alcune volte mi chiudo nei miei temi e cerco di estraniarmi da situazioni difficilmente comprensibili. Premesso che, per la Presidenza della Repubblica, ho votato sia Marini che Prodi, confesso che sono molto legato agli umori ma non mi faccio condizionare da essi. Ben vengano gli insulti su internet all’operato del mio partito, però attenzione alla cattiva politica. Riguardo al Movimento 5 Stelle, per esempio, è inutile rincorrere Grillo, di cui non mi piace assolutamente il linguaggio volgare. Attenzione poi all’immobilismo e al depotenziamento dei poteri del Parlamento con un semplice tweet di Casaleggio.

La conferenza ha poi preso la via conclusiva caratterizzandosi per l’elenco di dati portato in dote dal giornalista Federico Tulli, il quale, citando l’undici per cento di PIL italiano prodotto dagli immigrati, e il dieci per cento di popolazione immigrata residente in Italia, ci è sembrato francamente audace nel dichiarare questo momento storico, in materia di sensibilità sui diritti delle minoranze straniere, peggiore del periodo mussoliniano in cui si promulgarono le leggi razziali.


Khalid for president verrà trasmesso sabato 4 maggio alle 21 in esclusiva sul canale BABEL (SKY, 141).


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