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Venezia 71 - The Smell of Us

Pubblicato il 1 settembre 2014 da Giovanna Branca


Venezia 71 - The Smell of Us

Non è una questione controversa che Larry Clark giri sempre lo stesso film, né questo fatto è di per sé problematico. Ad essere controverso e problematico, com’è noto, è il contenuto di questo film che gira ininterrottamente dal 1995 di Kids: l’indagine di un’adolescenza “dannata”, e non nell’accezione da Gioventù bruciata. Non c’è ribellione, nessuna messa in questione del mondo dei padri, niente Times they are a’ changing, nemmeno un generico nichilismo punk. I suoi affreschi, spesso ben oltre il confine dello stomachevole, di una gioventù senza l’ombra di un ideale – la parola morale sarebbe una chimera – squallidamente consumata prima ancora di essere sbocciata, raccontano un mondo dall’apparenza parallelo ma in realtà nutrito dello stesso immaginario di massa consumato dagli spettatori del film, che li riguarda così con il suo mostrare senza veli gli scarti di questo stesso immaginario.
Non fa eccezione il film che porta a Venezia 71 alle Giornate degli autori: The Smell of Us, prima opera in terra francese del regista americano. Semmai è proprio l’ambientazione a costituire una variante significativa, e non per il fatto auto-evidente che non ci troviamo più negli Stati Uniti. Se infatti l’adolescenza “problematica” di Larry Clark era sempre stata radicata in uno specifico squallore di certa provincia americana alla Happiness, popolata di abissi mostruosi nascosti negli armadi della piccola borghesia come della classe operaia, oggi il regista di Ken Park ci dice che lo stesso discorso vale per i liceali parigini benestanti. Stesse famiglie disfunzionali – per usare un eufemismo – stesso vuoto siderale di etica e valori di ogni sorta. I protagonisti ancora minorenni si prostituiscono a laidi vecchi senza sapere neanche il perché, in un affresco generale che rende gli sbigottiti e puritani reportage sulle baby squillo parioline una commediola per famiglie.
Conoscendo Larry Clark non turba tanto la semi-pornografia – che certo non è meno che deliberatamente disgustosa – con cui si osserva questo mondo di squallore, quanto il sospetto che ci sia un accenno di compiacimento, perlomeno estetico, nello sbattercela in faccia. Se sarebbe moralista indignarsi a vedere in un film delle cose che ci piacerebbe non vedere, una sospensione del giudizio è d’obbligo davanti al sospetto che chi gira non sia schifato quanto noi da ciò che ci mostra.


CAST & CREDITS

(The Smell of Us) Regia: Larry Clark; sceneggiatura: Mathieu Landais; fotografia: Hélène Louvart; montaggio: Marion Monnier; interpreti: Lukas Ionesco (Math), Diane Rouxel (Marie), Théo Cholby (Pacman), Michael Pitt; produzione: Polaris Film Production & Finance, Morgane Productions, Polyester; origine: Francia; durata: 92’.


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