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Venezia 71 - They have escaped

Pubblicato il 30 agosto 2014 da Antonio Napolitano

VOTO:

Venezia 71 - They have escaped

Joni, giovane introverso e renitente alla leva, viene assegnato ai servizi sociali in una comunità di minorenni problematici dove incontra Raisa, una ragazza irrequieta e misteriosa che si caccia costantemente nei guai. Il ragazzo, taciturno e balbuziente, sta scontando il servizio civile obbligatorio, consapevole che ogni piccolo passo falso lo porterebbe in galera. Ma Raisa “ha un fuoco dentro e una voglia di vivere che non può essere sottomessa o controllata” e così Joni finisce per innamorarsi di lei e rubare un’auto per aiutarla a fuggire. Inizia un viaggio fatto di fughe, rapine, inseguimenti e natura. They have escaped non è infatti un road movie, ma un film che si anima in una sorta di surrealismo panico dai vaghi rimandi jodorowskiani e lynchiani, dove avviene uno scontro tra società positiva e naturale, tra (in)civiltà e natura e dove tra i tanti bizzarri e abietti personaggi normali della società civile, forse gli unici veramente normali finiscono per essere i due ragazzi fuggitivi e criminali. Uno scontro rappresentato con la perversione della ricchezza raccontata con l’essenzialità scenografica di pochi elementi, dalle palline da golf accumulate ai piedi del bosco alle bottiglie pregiate di vino o dalla ignavia della presenza/assenza fisica ed etica dei genitori di Raisa che ricordano quelli di Alex DeLarge. Dall’altra parte invece c’è la natura, l’isola metaforica e reale dove i due fuggitivi vorrebbero vivere, il ritorno al proprio io e al proprio essere dell’uomo, che si vede nelle scene di mimetizzazione dell’auto nell’erba o nello scontro visivo in barca mentre l’elicottero sorvola le loro teste.

Opera seconda del regista finlandese J-P Valkeapää, lanciato a Venezia nel 2009 alle Giornate degli Autori con The Visitor, suo film d’esordio, They have escaped, come ha affermato lo stesso regista, è “una fiaba cinematografica”. E come ogni fabula che si rispetti nella sua visione non edulcorata o censurata, mette in luce la sua connotazione dark/horror con aspetti truci e cruenti che ricordano nel finale Haneke in una dimensione metaforica e politica dove gli oppressori irrompono in silenzio con i volti mascherati, sequestrando e violentando l’individuo per punirne la ricerca e il bisogno di libertà. Le favole sono quelle che Raisa racconta e si racconta per essere lei stessa la prima a crederci. Sono i suoi ricordi felici con la nonna. Il suo voler essere donna e non poterlo essere perché quella società è capace solo di chiuderla in gabbia (sia in comunità che quando viene sequestrata) e che l’ha portata ad essere altro da sé stessa. È la ricerca del tesoro trovato e messo da parte di quand’era bambina e destinato a non essere mai trovato. È la favola mitica i cui protagonisti si travestono nudi con le teste di animali.

They have escaped è un film particolare, interessante dal punto di vista stilistico e della messa in scena, meno da quello narrativo dove emerge una trama piena di troppi punti oscuri ed irrisolti, in un mix incerto tra surrealismo e denuncia, dove tutto è troppo abbozzato e niente viene concluso con il rischio di disorientare eccessivamente lo spettatore. Una sceneggiatura che è singhiozzante non per limiti narrativi, ma per una scelta di audacia visiva che asseconda le allucinazioni, le visioni e i sogni intesi in senso sia onirico che di ideali dei protagonisti, ma che diventa pura illusione non solo per i due ragazzi ma anche per lo spettatore. Allo stesso modo il personaggio di Joni risulta troppo secondario nella sua introversione e se ne apprezzano solo i ghigni e le incertezze. Dinamiche che lette tra le righe, rappresentano gli obiettivi del regista che voleva realizzare “un film duro, capriccioso e sorprendente quanto i suoi protagonisti, due individui non ancora avvezzi ai meccanismi della vita”. Protagonisti interpretati molto bene da attori non professionisti.


CAST & CREDITS

(They Haved Escaped); Regia: J-P Valkeapää; sceneggiatura: J-P Valkeapää, Pilvi Peltola; fotografia: Pietari Peltola; montaggio: Mervi Junkkonen; musica: Helge Slikker; interpreti: Roosa Söderholm, Teppo Manner, Pelle Heikkilä, Petteri Pennilä; produzione: Helsinki-filmi Oy; distribuzione: Yellow Affair; origine: Finlandia, Olanda 2014; durata: 100’; webinfo: Sito Ufficiale


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